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Forza 6 ha “finito il suo ciclo di vita”: presto rimosso dagli store

Per molti giocatori, fra i punti di forza degli store digitali c’è senza dubbio il fatto che al loro interno si possano trovare titoli anche vecchissimi da riscaricare e rigiocare, quasi come fossero veri e propri archivi del gioco d’annata. Un fatto che permette, fra le altre cose, una maggior reperibilità di videogiochi d’annata, caratteristica ovviamente molto interessanti. Questa certezza è però adesso messa in discussione da alcuni casi di rimozione di prodotti Steam e altri circuiti da parte dei propri produttori, rendendo questi giochi praticamente morti. E’ successo di nuovo, e la nuova vittima è Forza Motorsport 6, che il prossimo 15 settembre sarà ritirato dal commercio digitale (per sempre?). Un fenomeno inedito che crea notevoli questioni…

La decisione di Xbox Game Studio

Stando a Gamespot e al blog ufficiale della serie Forza Motorsport – famoso brand concorrente di Need for Speed (già letto leditoriale di Amerigo su questa famosa serie?) – a partire dalla data indicata il sesto capitolo della serie e il suo DLC verranno eliminati dallo store ufficiale di Xbox e, dunque, resi non più disponibili per l’acquisto, il tutto al termine di un mese in cui il gioco sarà disponibile per il dowload gratuito per tutti gli utenti Xbox Live Gold.

 

Insomma, al gioco viene offerto un ultimo straordinario giro di valzer prima di un ritiro con onore, ritiro in seguito al quale il gioco sarà ovviamente disponibile per tutti gli utenti che l’abbiano precedentemente scaricato, mentre il suo acquisto non sarà più possibile. Dunque, se avete già questa vecchia gloria, tranquilli: potrete giocarvi ancora per molto tempo, a patto che non lo cancelliate dalla memoria della vostra console.

Stiamo parlando di un titolo ormai vecchio, del 2015, e dunque superato da un altro episodio, del 2017, e da Forza Horizon 4, spin-off della serie. Nulla di strano da questo punto di vista: la filosofia del team è questa da molto tempo. I suoi giochi hanno un tempo, sono fatti per essere messi in commercio e poi ritirati.

Il gioco sembra dunque seguire il destino di altri titoli, che proprio in queste settimane sono stati ritirati dagli store per più motivi, a cominciare da Grid 2, caso che abbiamo documentato questa setimana. Un fenomeno che oltretutto si ricollega a un altro, ovvero la chiusura di interi store, col rischio che i giocatori perdano, in vari modi, quanto hanno acquistato.

Le ragioni di una scelta

Come dicevamo nell’articolo su Grid 2, il fenomeno del ritiro di titoli dagli store digitali è qualcosa che colpisce in profondità la vita di un gioco.

Se infatti un tempo l’esistenza di un software veniva inevitabilmente garantita dalla presenza delle copie fisiche del medesimo, magari stipate in magazzini e mercatini, ma comunque “esistenti”, la sempre più radicata presenza delle copie digitali fa sì che la “vita” di un titolo divenga un fatto molto più “labile” e quasi “discutibile”: un gioco digitale diffuso soltanto tramite download e destinato agli store è infatti un gioco naturalmente destinato a morire completamente nel momento in cui, ritirato dagli store, anche una sua ultima copia venga disintallata dall’ultimo dispositivo che lo accoglieva. Certo di quel titolo continueranno a esistere testimonianze come screenshots o filmati diffusi tramite Youtube ma, essendo il videogioco l’opera d’arte interattiva per eccellenza, sembra chiaro come questo non basti a preservarne completamente la memoria.

Le ragioni di un fatto così drastico sono molte, e spesso legate a questioni di licenze, come ricordavamo, o di strategie di marketing.Nel caso di Grid, per esempio, si trattava dei problemi di rinnovo di marchi e canzoni utilizzate durante il gioco, mentre nel caso di Forza Motorsport 6 il motivo sembra risiedere nel fatto che il team non sembra aver più l’interesse di supportare un titolo “vecchio”.

Ed è qui che il discorso si fa più complesso.

Prospettive che cambiano

Come accennato più su, una delle caratteristiche più interessanti degli store è stata la possibilità da essi introdotta di poter funzionare come mezzi di recupero di videogiochi superati per il puro gusto del collezionismo sia semplicemente per permettere di colmare lacune in termini di cultura videoludica, con notevoli conseguenze: il fatto di poter comprare, installare e giocare a titoli vecchi ha incredibilmente allungato la vita a molti giochi, dato un impulso fondamentale al retrogaming e abituato ai giocatori all’idea che vari titoli siano immortali.

Stupisce quindi l’uso delle parole scelto dal team di Forza per descrivere la sua scelta: nel comunicato, infatti, si giustifica il ritiro di Forza Motosport 6 parlando di come esso rappresenti, semplicemente, la fine del suo ciclo di vita. Ci rendiamo conto di cosa vuol dire ciò?

Vuol dire che l’ipotesi di avere un’intera biblioteca digitale con all’interno successi di ieri e di oggi da godere fino alla fine dell’elettricità (semmai vi sarà) è destinata a essere ssuperata a causa dei costi e delle strategie di vendita dei producers. Ma è giusto? Sia chiaro, chi scrive non pensa che una pratica di questo tipo possa portare alla cancellazione definitiva, un giorno, di giochi storici e miracolosamente recuperati grazie alla distribuzione digitale.

Tuttavia, perché proprio adesso, trovata una soluzione per mantenere il più possibile vivo e disponibile un bagaglio culturale come quello del videogioco, un bagaglio spesso difficilmente conservabile in passato, dovremmo permettere che quel bagaglio venga gettato in mare per logiche puramente commerciali?

La strada per far considerare il videogioco quello che è, ovvero un’espressione culturale della nostra società, passa anche per la conservazione della sua Storia, e la possibilità di un facile retrograming è parte integrante di questo processo. Non so voi, ma a chi scrive notizie come questa sembrano non favorire questo tipo di fenomeno.

Affatto.

>>Leggi anche: Bubble Bobble Friends 4 per Switch, il ritorno dei draghetti di Taito<<

 

This post was published on 17 Agosto 2019 16:30

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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