Bubble Bobble è uno di quei titoli immortali che per moltissimi rappresenta una pietra miliare della propria giovinezza ed un fulgido esempio di cosa potesse essere il mondo del game design in un’ epoca lontana, quella delle sale giochi. I coin op, con le loro impostazioni a doppio giocatore, avevano dato al videogioco un’accezione gradevolmente cooperativa, costringendo sconosciuti a conoscersi e a legare per poter arrivare al fondo di quadri dall’elevata difficoltà; Bubble Bobble portava questo concetto all’estremo nascondendo l’unico good ending del suo codice alla fine di una run a due giocatori.
Da quei tempi sono passati decenni e l’eredità di Bubble Bobble è un po’ stata persa con l’arrivo di nuovi generi, di nuovi gameplay, di nuove impostazioni di gioco. Il brand stesso si è trasformato, per sopravvivere, in un puzzle game molto carino che però poco ha dell’originale ibrido platform action; Fukio Mitsuji (autore del titolo) stesso, prima di dedicarsi all’insegnamento del game design all’interno di una scuola specifica, si allontanò dai due draghetti Bub e Bob, lavorando a Rainbow Island o Magical Puzzle Popils.
Ora che siamo quasi alla fine del secondo decennio degli anni duemila però ci troviamo davanti alla ripresa degli stilemi tipici dell’arcade culture, nuovamente declinati sulle nuove console con migliorie tecniche e aggiunte ludiche possibili grazie al diverso hardware con cui ci troviamo a interagire. Abbiamo visto ritorni celebrissimi e altrettanto aggiornati con franchise come Tetris o Bomberman; ora sembra proprio che sia giunto il momento del ritorno di Bubble Bobble, con un quarto capitolo in arrivo esclusivamente su Nintendo Switch.
Taito (con l’aiuto di ININ Games allo sviluppo) ha annunciato di aver quasi terminato i lavori su di un videogioco chiamato Bubble Bobble 4 Friends, ovvero un sequel del leggendario arcade game Bubble Bobble. Il titolo sarà un esclusiva per Nintendo Switch ed uscirà in Europa il 19 Novembre mentre in America arriverà soltanto durante il primo quarto del nuovo anno. Il titolo sarà disponibile sia in edizione digitale che in edizione fisica; entrambe quesete versioni saranno ordinabili attraverso l’utilizzo dell’ eshop di Nintendo.
Il titolo sarà il primo del brand a mettere sul campo un motore tridimensionale per la realizzazione di personaggi e ambienti, mantenendo però il gameplay ben saldo alle due dimensioni che hanno consacrato i precedenti capitoli della saga. Il titolo segna anche il ritorno della coppia di draghetti più famosi degli arcade alle console casalinghe, contesto messo da parte dopo una coppia di capitoli mobile (Bubble Bobble Neo e Bubble Bobble Double) non particolarmente interessanti dal punto di vista prettamente ludico.
Come è possibile immaginare dal nome del titolo, il nuovo Bubble Bobble avrà dalla sua la possibilità di affrontare le sfide presenti all’interno del titolo in una nuova modalità cooperativa per ben quattro giocatori, ciascuno con il proprio avatar da scegliere all’interno di una lunga lista di vecchie conoscenze già viste all’interno del brand.
Il trailer con cui il titolo è stato annunciato mostra alcuni scampoli di gameplay, tra cui anche la sopracitata modalità cooperativa a quattro giocatori. È da presupporre che la modalità cooperativa sia disponibile unicamente in locale, con l’utilizzo di quattro pad e che quindi non ci sia un’ eventuale multiplayer online.
L’originale Bubble Bobble nasce come arcade game durante gli anni ottanta ed è stato protagonista di una lunghissima quantità di porting per le più disparate console dell’epoca, arrivando addirittura allo schermo del primissimo Game Boy. Il titolo, forte di un notevole successo commerciale, finì per generare seguiti apocrifi che modificavano o rileggevano il concept originale: Rainbow Island e Puzzle Bobble (o Bust-A-Move che dir si voglia) sono perfetti esempi dell’eredità mitsujiana.
Il game designer Fukio Mitsuji, all’epoca ventiseienne con qualche titolo di poco conto alle proprie spalle, decise di mettere su un videogioco arcade per conto di Taito ragionando sull’importanza della cooperazione e sui finali multiplici. Il concept era tutto sommato semplice: un coppia di ragazzi tramutati in draghi spara-bolle deve salvare la coppia formata dalle rispettive ragazze, rapite dal cattivone di turno; per fare questo sarà necessario farsi strada attraverso cento livelli platform a schermata fissa popolati da un grandissimo numero di mostri, tutti diversi per pattern, possibilità d’attacco e implicazioni ludiche.
Per poter passare da uno schema all’altro del titolo è necessario eliminare tutti i mostri a schermo; per eliminare i mostri è necessario rinchiuderli all’interno di bolle generabili attraverso la pressione di un tasto. Queste stesse bolle rappresentanom, un po’, la chiave di volta attorno a cui ruota il gameplay del titolo e sono sia il motore della parte action che un complemento molto interessante del segmento più platform.
I draghi protagonisti del titolo possono camminare orizzontalmente in giro per gli schemi e saltare, la loro unica fonte di difesa proviene dalla possibilità di sputare le sopracitate bolle.
Queste ultime viaggiano in orizzontale sospinte dal respiro dei draghi e iniziano a fluttuare lentamente in giro per lo schermo, seguendo traiettorie ben precise (ma difficilmente prevedibili per un giocatore). Per abbattere i nemici è necessario catturarli con una bolla; una volta che queste ultime avranno al loro interno un avversario il giocatore avrà la possibilità di saltare sopra la bolla per farla scoppiare.
Come ogni buon arcade game che si rispetti, Bubble Bobble ha un sistema di classifiche e high score basato sull’ottenimento di punti attraverso le azioni in game.
Abbattendo i nemici rinchiusi dentro le bolle sarà possibile vederli trasformare in una lunga serie di differenti cibi (qui una lista completa), ognuno dotato del suo quantitativo di punti e della sua metodologia di spawn. Uccidendo in contemporanea il maggior numero di nemici o facendo scoppiare tantissime bolle insieme sarà possibile vedere il proprio punteggio volare altissimo.
I due draghi possono camminare orizzontalmente e saltare, e hanno come unica arma la loro capacità di sputare bolle, che viaggiano orizzontalmente per un breve tratto e poi fluttuano lentamente per lo schermo. Quando viaggiano orizzontalmente appena sparate, le bolle possono catturare i nemici e li rendono innocui e vulnerabili: una volta che il nemico è imprigionato all’interno, il giocatore può far scoppiare la bolla andandole addosso, eliminando così il mostro e guadagnando punti. I mostri uccisi in tal modo si trasformano anche in frutta che cade in luoghi casuali dello schermo e può essere raccolta per ulteriori punti. Le bolle tra loro vicine, vuote o piene che siano, si scoppiano tutte insieme in una reazione a catena; se in tal modo si uccidono più nemici insieme si ottengono molti più punti e frutta migliore.
Bubble Bobble, al giorno d’oggi, ha dietro di sé la nomina di un videogioco praticamente leggendario grazie ad una lunga quantità di segreti e all’importante impronta che ha lasciato nel mondo dell’intrattenimento digitale. Le stesse bolle che rappresentano il collante tra le varie componenti del gameplay esistono in differenti iterazioni, alcune volte al raggiungimento di punteggi elevatissimi, altre rivolte alla scoperta di livelli segreti dietro formule magiche. Lo stesso finale segreto (il good ending) del titolo è spiegato all’interno dei geroglifici presenti in particolari livelli segreti, un alfabeto che andava ricopiato su carta run dopo run.
Come si potevano raggiungere questi livelli dotati di messaggi speciali?
Per farlo è necessario ottenere un oggetto specifico, estremamente raro ed ottenibile soltanto in condizioni particolarmente delicate: completare i primi 20, 30 e 40 livelli del titolo senza mai morire, una prova d’abilità che lascia al giocatore la possibilità di squarciare il velo di maya che separa i draghetti dal good ending. Lo stesso Good Ending rilascia informazioni su altri segreti del gioco, il cosidetto codice per attivare la super mode che aumenta la difficoltà del gioco e aumenta ulteriormente la longevità.
Completando ancora una volta il gioco, in questa particolare Super Mode si scoprirà la vera natura del boss finale del titolo, finendo a dipingere una lore che per quanto semplicistica ha dimostrato di poter entrare nel cuore dei giocatori, in modi che all’epoca avevano lasciato tutti stupefatti.
Bubble Bobble va anche ricordato per aver usato al suo interno dei mostri e dei personaggi provenienti da un videogioco completamento diverso: nel 1983 Taito creò Chack n’ popo, un titolo non particolarmente somigliante a livello di gameplay con il gioco dei due draghetti ma che presenta dei nemici che ricompariranno nel titolo di Mitsuji; alcuni livelli della versione arcade di Bubble Bobble (il 29 ed il 43) si rifanno ad elementi del titolo Taito.
Purtroppo per noi difficilmente potremmo più rimettere mano sull’originale Bubble Booble perché è uno di quei giochi ad aver visto smarrito il proprio codice sorgente, come dichiarato da Taito nel 1996; al giorno d’oggi l’unico modo legale per poterci mettere le mani sopra è quello di avere in casa (o in una qualche sparuta sala giochi della penisola) il cabinato originale ed incrociare le dita.
This post was published on 16 Agosto 2019 16:07
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