Il protagonista della storia di oggi è uno streamer conosciuto sul web con il nome di Jeremy Wang, per gli amici Disguised Toast, e di come sia diventato talmente ricco da potersi permettere di bloccare le donazioni a suo nome quando trasmette in streaming su Twitch.
Per chi non lo conoscesse Disguised Toast è un creatore di contenuti attivo sia su Twitch che su Youtube di notevole successo, con oltre settecentomila iscritti su Youtube e oltre ottocentomila followers in quel di Twitch.
Tutto questo nasce da un recente tweet in cui il content creator dichiara di aver bloccato la possibilità per gli utenti di donargli soldi, il tutto per un semplice motivo: non ne ha bisogno perché è già ricco.
Lo stesso content creator suggerisce ai suoi utenti di usare quei soldi in azioni di beneficenza o di donarli a qualche altro creatore di contenuti, certamente più bisognoso di lui dal punto di vista monetario.
Perché si, se non lo si fosse capito, diventare ricchi streammando è possibile e Disguised Toast è uno che ci è riuscito, insieme ad una folta lista di colleghi che fatturano annualmente dei bei milioncini di dollari.
Andiamo per punti.
Secondo quanto scritto nel tweet, Disguised Toast ha deciso di eliminare la possibilità di effettuare donazioni o usare i bit perché colpevole di dimenticarsi fin troppo spesso i nomi dei donatori, nullificando di fatto la gratificazione che questi potrebbero ricevere a sentire il loro nome all’interno della live. Questo accade perché il contect creator è generalmente molto concentrato sul titolo che sta giocando e tende a non guardare il resto.
La soluzione per Disguised Toast starebbe nel donare in beneficenza o ad altri streamer i soldi altrimenti a lui destinati, questo perché lui è già ricco e sottintende di non aver bisogno di altri denaro.
Ovviamente questa decisione, polarizzante per natura, ha visto reazioni molto diverse al di sotto del tweet: c’è chi apprezza il gesto e glorifica la personalità altruista di Disguised Toast, chi invece crede che il creator stia facendo un grave errore e che dovrebbe accettare tali soldi per poi donarli in beneficenza o in qualche altra live di sua spontanea volontà.
Cercando di glissare su qualsiasi tipo di posizione più o meno morale sulla vicenda quello che sorprende è un solo fatto: c’è finalmente qualcuno sulle piattaforme di video hosting e streaming che sta mettendo nero su bianco la sua posizione economica, cosa piuttosto inusuale in un mondo generalmente sempre molto restio a parlare di soldi e di condizioni economiche.
Disguised Toast analizza la situazione punto per punto, cercando di semplificare la questione per i meno avvezzi ai lavori. Twitch (o Mixer, volendo parlare di robe recenti) funzionano sostanzialmente nello stesso modo: un creatore di contenuti mette le sue trasmissioni e gli utenti possono foraggiare il suo conto in banca in differenti modi.
Il metodo più semplice è semplicemente quello di donare soldi: attraverso l’apposita funzione un utente può donare soldi con le piattaforme del caso (Paypal e simili) in modo da offrire una cifra specifica al suo beniamino. Ad esempio donando 10 euro al canale di Player.it sarò ricompensato osservando il mio nome comparire a schermo e sentendo la persona schermo ringraziarmi per il gesto fatto; facile e lineare anche per gli standard moderni.
Le piattaforme però, consapevoli di poter monetizzare in qualche modo sulla gentilezza degli utenti, hanno deciso di creare delle funzioni apposite per supportare dei creatori di contenuti ottenendo in cambio qualcosa: parliamo dell’iscrizione. Sia Twitch che Mixer permettono ai propri utenti di iscriversi e di supportare monetariamente i propri creatori di contenuti preferiti attraverso una serie di abbonamenti mensili.
Al momento della stesura di questo articolo Twitch possiede tre livelli di abbonamento mentre Mixer uno soltanto; in entrambi i casi il creatore di contenuti ottiene (almeno nel caso di Twitch) dal 50% al 70% del costo dell’abbonamento come stipendio mensile da parte della compagnia in questione; la percentuale di soldi dipende dai numeri che vengono fatti dal creatore; più questi sono alti, più è alta la percentuale.
Il nostro Wang, senza incentivare le donazioni, riusciva a racimolare circa duemilacinquecento dollari mensili; Ninja, uno degli streamer più popolari di Twitch e al momento punta di diamante del Mixer di Microsoft, nei suoi periodi di massima è riuscito a racimolare soltanto attraverso gli abbonamenti qualcosa come 423.000.000 dollari mensili guadagnando praticamente qualcosa come sei milioni di dollari l’anno attraverso una sola fonte di denaro.
Amazon, per ottenere questi numeri incredibili, ha comunque usato un’ interessante trucco: gli abbonati ad Amazon Prime hanno la possibilità di abbonarsi gratuitamente ad un canale a loro scelta di mese in mese senza dover pagare nulla ed ottenendo gli stessi vantaggi degli abbonati normali; questo per cercare di aumentare in ogni modo possibile la conversione degli utenti verso un determinato tipo di azione.
Questi modelli di business risultano incredibilmente più remunerativi dei normali introiti derivanti dalle pubblicità; secondo le parole di Wang queste ultime rappresentano una piccola parte degli introiti mensili di uno streamer. Questo perché su Twitch gli abbonati non guardano pubblicità (e fanno guadagnare comunque il content creator attraverso il supporto monetario) e perché le pubblicità vengono gestite dallo streamer stesso, avendo l’obbligo unicamente di tenere quella nel pre-roll.
Come sopra, Wang, senza applicare pubblicità extra ai suoi video, con oltre settecentomila followers riusciva a racimolare circa diecimila dollari mensili in introiti da pubblicità, il tutto basandosi sul cpm americano (solitamente un po’ più alto del nostro italiano). Il resto del business di uno streamer si basa sulle sponsorizzazioni da parte di altre aziende, pratica che (almeno in Italia) è la più remunerativa tra le tante.
Wang stesso ha dichiarato che queste ultime erano in grado di portargli introiti notevoli in cassa perché veniva pagato in base al numero di spettatori per ora; tenere attaccati diecimila spettatori in una singola ora permetteva lui di portarsi a casa una cifra compresa tra i mille ed i diecimila dollari, a seconda della natura dello sponsor. A questo vanno sommate le sponsorizzazioni non relative al mondo live, come quelle realizzate su Youtube. le presenze in fiere di settore o le collaborazioni con i brand mostrate attraverso Twitter o Instagram; cose più da influencer che da streamer (nonostante le due professioni si somiglino, sostanzialmente)
Parliamo ora di cifre: quali sono dieci streamer diventati particolarmente ricchi portando i videogiochi o i loro contenuti sulla piattaforma Twitch nel corso degli ultimi anni? Quanto riescono a guadagnare nel corso di un anno?
Risposta: molti riescono a fatturare anche più di un milione di dollari per anno cementificando un concetto: diventare uno streamer di enorme successo è solitamente un lavoro estremamente redditizio.
Prendiamo per esempio il mai troppo chiacchierato Ninja, streamer più pagato al mondo che recentemente ha firmato con Microsoft un contratto dalle cifre assolutamente incredibili. Secondo i calcoli fatti dal sito Mediakix, lo streamer nel corso del 2018 è riuscito a guadagnare quasi cinque milioni e mezzi di dollari. Di questi oltre quattro provengono dai proventi delle subscriptions e trecentomila dalle donazioni in bit, ovvero le donazioni interne a Twitch (non è possibile sapere quanti soldi sono stati ottenuti attraverso Paypal, per inciso).
A questo andrebbero aggiunte altre tipologie di entrate di cui non esistono dati pubblici: vendite del mercandising, donazioni dirette, subscribers relativi ad eventuali canali Patreon e simili; una volta che ci si è costruita una fanbase o che si è diventati qualcuno (cosa molto più difficile di quel che sembra) fare soldi non è impossibile.
A conti fatti, dopo questo enorme giro pindarico, la posizione di Disguised Toast diventa finalmente chiara: è davvero possibile fare cifre rispettabili una volta presa nota dei meccanismi e una volta creata una fanbase a cui mostrare dei contenuti.
Ovviamente la scalata al successo è particolarmente lunga e piena di momenti complicati da superare ma ora abbiamo aggiunto una speranza al nostro arco: quella di diventare abbastanza ricchi da non voler più donazioni da parte degli utenti.
This post was published on 8 Agosto 2019 15:35
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