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Twitch, Ninja e Mixer: storia del triangolo più costoso della recente storia

Il prepotente ritorno di Mixer sul piano delle piattaforme di streaming che contano potrebbe essere il primo vero scossone che il mondo degli streamer vive da anni e anni, più o meno da quando, un paio di anni fà, Twitch ha fagocitato numericamente il resto delle piattaforme diventando il re indiscusso della catena alimentare.

Il ritorno di Mixer non è però qualcosa che è avvenuto gradualmente o in modo non particolarmente pirotecnico, bensì è il risultato di una campagna marketing di Microsoft che ha messo sotto un contratto multi milionario uno dei creatori di contenuti più popolari e più importanti della piattaforma di Amazon: Ninja.

A questo andrebbe anche sommato un’ altro fattore: il ritorno, sulla piattaforma, di una serie di personalità che a causa dei ban hanno dovuto abbandonare il mondo di Twitch e che potrebbero tornare in pompa magna utilizzando un sistema nuovomeno stringente come Mixer stesso.

Mixer ed i content creator bannati da Twitch.

Come plausibilmente sappiamo, per una grande quantità di tempo se qualcuno era interessato a godere di contenuti in streaming relativi al mondo del gaming, siano essi gameplay o programmi di intrattenimento con al loro centro i videogiochi, la piattaforma da puntare era Twitch. Twitch ha permesso ad un grandissimo numero di persone di crearsi il proprio stream, fidelizzando pian piano una community e creando relazioni umane in grado di sorreggere una carriera.

Twitch ha anche, dalla sua, una serie di regole piuttosto stringenti con la quale cerca di confinare i propri contenuti dietro dei concetti morali/legali che mettono al sicuro gli utenti più piccoli e rassicurano, invece, gli inserzionisti interessati a sfruttare le basi d’utenza come destinatari di messaggi pubblicitari; alcuni utenti, ovviamente, non sono riusciti a rispettare questi limiti ed hanno subito il ban.

Un tweet da parte di Matt Salsamendi, co-founder di Mixer, lascia intuire che la piattaforma potrebbe tranquillamente ospitare questi utenti bannati aiutando a rimpolpare ulteriormente il suo catalogo di proposte incentrate sul gaming

Ovviamente non tutti l’hanno presa particolarmente bene, con decine di utenti pronti a ricordare al co-founder della piattaforma le accuse di razzismo che hanno portato Ice_Poseidon al ban su Twitch. Al momento non ci sono state dichiarazioni da parte della piattaforma in merito, ne sono ancora particolarmente chiare le posizioni di Mixer su temi delicati come razzismo, black humour, allusioni sessuali e via dicendo.

L’esistenza di Mixer ed il suo ritorno all’interno del mercato delle piattaforme streaming potrebbe comunque essere una importante seconda possibilità per tutti quegli utenti che si sono fatti bannare da Twitch senza remora. Soltanto il tempo ci potrà far sapere se la piattaforma sarà in grado di generare un successo simile a quello di Twitch e se questo permetterà la nascita di un nuovo ecosistema dedicato agli streaming gaming-based.

Cos’è Mixer e da dove esce fuori

C’era una volta Beam, un servizio di Streaming lanciato sul mercato durante il Gennaio del 2016 dotato di stoffa e potenzialità per combinare qualcosa sul mercato. Nel giro di sei mesi il servizio stesso riuscì a vincere alcune competizioni nel campo delle startup e finì per farsi acquistare, per una cifra ancora sconosciuta, da Microsoft stessa che si impegnò per integrare il servizio nella divisione Xbox, quella dedicata al gaming.

Beam è stato successivamente integrato all’interno dei servizi di Windows 10 e all’interno dell’ecosistema di Xbox One tra il 2016 ed il 2017, arrivando perfino a cambiare nome a Maggio 2017. Microsoft rinominò il servizio Mixer a causa di conflitti legati al nome precedente e nel rebranding potenziò ulteriormente le feature della piattaforma, permettendo agli utenti di co-hostare sul proprio canale sino a tre streaming in contemporanea senza dimenticare lo sviluppo della companion app per mobile chiamata Mixer Create.

Microsoft, in sostanza, con Mixer ha voluto sfidare la supremazia di Twitch cercando di sfruttare nel miglior modo possibile la playerbase posseduta attraverso la piattaforma Xbox One, non riuscendo però a scalfire lo stradominio della piattaforma di Amazon.

Questa è, plausibilmente, la motivazione dietro la mossa storica di cui andiamo a parlare ora.

Ninja su Mixer, successo o fallimento?

Microsoft ha pensato di fare le cose in grande portando sulla sua piattaforma, in esclusiva, un creatore di contenuti talmente forte da poter capitalizzare quanta più utenza possibile.

L’unico nome possibile per un operazione del genere era quello di Tyler Blevins, conosciuto anche come Ninja sul web; praticamente volto pubblico della professione di streamer e punto di riferimento per un grandissimo numero di creatori di contenuti. Ninja ha dalla sua un cursum honorem incredibile, con tanto di protagonismo assoluto per eventi come i 667 mila spettatori in contemporanea su Twitch o per aver giocato fianco a fianco con una superstar della musica mondiale come Drake.

Lo streamer, in occasione del lancio di Apex Legends, si era dimostrato comunque amichevole nei confronti delle campagne pubblicitarie legate al gaming ma non aveva mai lasciato presagire l’abbandono della sua piattaforma di riferimento nei confronti di qualcos’altro.

I primi giorni di Ninja su Mixer sembrano essere roboanti come poche altre cose, grazie al potere della novità. Attraverso un tweet lo streamer ha rivelato al pubblico di aver toccato qualcosa come oltre cinquecentomila iscritti paganti, praticamente il doppio del suo massimo ottenuto su Twitch durante Marzo 2018. Poco prima di abbandonare la piattaforma di Amazon lo streamer era arrivato a quota quindicimila.

Un numero così elevato, ovviamente, deriva da una precisa manovra di Microsoft ma lascia presagire il seguito che lo streamer si è portato con se. Nel corso di uno weekend, grazie anche alla sua presenza al Loolapalooza di quest’anno, egli ha racimolato 3.8 milioni di visualizzazioni arrivando a 640.000 followers sulla piattaforma; numeri impotanti che faranno sicuramente gola ad un grande numero di inserzionisti che potrebbero decidere di aumentare la lista di piattaforme su cui investono.

Questo rinnovato interesse nella piattaforma Mixer ha anche fatto sussultare i mercati legati alle applicazioni per mobile, con tanto di prima posizione per mixer all’interno dell’app store di Apple.

Ninja ha annunciato giusto qualche giorno fa di aver cambiato piattaforma di riferimento, con un video satirico che motteggiava quelli legati al circuito NBA. In tale video Ninja paragonava se stesso (con merito, almeno dal punto di vista degli ingaggi monetari) ad una superstar del basket che si vede costretta a cambiare team in seguito ad uno scambio. Ninja ha poi, in un video successivo, ulteriormente motivato la sua scelta lasciando però delle informazioni più importanti dal punto di vista umano: per lui si trattava di tornare alle radici della sua carriera di streamer, una cosa a lui molto personale e che Twitch non poteva più evidentemente dare.

Certo, lo streamer dovrà fare anche i conti con la nuova programmazione che aveva lanciato, molto più legata alla sua presenza nel mondo reale che a quello di un personaggio da schermo televisivo. Nel corso dei suoi ultimi mesi su Twitch, lo streamer aveva ridimensionato la sua presenza online iniziando a viaggiare per il mondo al fine di partecipare ad una lunga serie di eventi, facendo anche accordi con sponsors o giocando ad eventi del tipo invitational; cose che mai avrebbe potuto fare agli inizi della sua carriera vista l’assenza di un grande seguito e di un’ immagine pubblica.

I problemi per così dire sono altri: Ninja è si un giocatore ed una personalità di profilo, ma l’investimento fatto da Microsoft basterà a far rinsavire la propria piattaforma?

Milioni e milioni di dollari

Non ci sono al momento informazioni sulle quantità di denaro che sono circolate intorno all’accordo tra Microsoft e Ninja ma è legittime pensare che siano volati milioni e milioni di dollari. Alcuni rumour mettono sul piatto cifre spaventose come 50 milioni di dollari ma che risultano quasi sensati se pensati nella strategia a lungo termine di Microsoft.

Perché si, è vero che Mixer potrebbe non ottenere mai un successo spaventoso soltanto grazie alla presenza dello streamer americano ma così facendo ci stiamo dimenticando di una cosa: le altre grandi aziende hanno tutte delle piattaforme di successo (o di previsto successo) legate al mondo dello streaming.

Secondo Tom Warren, senior editor presso The Verge, l’accordo di Microsoft ha come obbiettivo sia Mixer che Xcloud, la piattaforma di Streaming di Microsoft che ha tra le sue features la possibilità di avviare un titolo direttamente guardandone una trasmissione, in modo non diverso da quello di Google Stadia. Stadia stessa rappresenta un grande rivale per Microsoft, che in questa guerra delle trasmissioni si trovava priva di una piattaforma di successo.

Google è in possesso di una combo di grande potenza che aspetta solo di esplodere: Youtube + Google Stadia
Amazon ha dalla sua la piattaforma di streaming più popolare sulla faccia del pianeta: Twitch
Microsoft ha ora dalla sua una piattaforma di streaming con lo streamer più popolare del pianeta in esclusiva, una console di nuova generazione in arrivo e una piattaforma di streaming videoludico pronta a sbocciare.

L’accordo tra Ninja e Microsoft è stato, essenzialmente, qualcosa che ha portato ad una situazione di win-win per entrambe le parti; ora bisogna semplicemente aspettare del tempo per vedere che succederà.

[Update] Il tuo Ninja è in un altro castello!

Con la dipartita di Ninja da Twitch verso Mixer, il sito di Jeff Bezos ha deciso di ironizzare sulla vicenda aggiungendo alla pagina dell’ex-superstar un immagine che riassume con garbo e ironia la situazione. Visto che l’argomento principale del canale di Blevins erano i videogiochi, i creativi al lavoro sulla questione hanno ironizzato nel migliore dei modi, citando direttamente il buon vecchio Super Mario Bros.

“The ninja you’re looking for is in ather castle” recita il banner sulla cima della pagina relativa all’account dello streamer; Ninja è in un altro castello.

Per evitare di iniziare a soffrire di crisi d’astinenza, il sistema mette a disposizione dell’utente una serie di canali che potrebbero interessare il pubblico dell’ex-superstar di Twitch, consigliando altri canali relativi all’enorme (a livello numerico) mondo di Fortnite su Twitch.

Nonostante dall’account di Ninja sia stato rimosso il check symbol viola che indicava lo status di Partnership, Twitch ha comunque ritenuto corretto mantenere intatto l’archivio di video e di trasmissioni create dall’americano per il momento. Oltre novecento video, ognuno con una quantità di visualizzazioni che va dal centinaio di migliaia alle milioni. Non sappiamo se questo archivio durerà i sessanti giorni classici degli utenti turbo o se sarà prolungato in modo indefinito per cercare di non scontentare nessuno.

This post was published on 5 Agosto 2019 18:04

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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