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Pubblicato in: News

[UPDATE] Google sta lanciando il suo Google Play Pass

Mentre qualcuno versa amare lacrime legate all’assenza di un abbonamento netflixiano per Google Stadia e le altre aziende si combattono a colpi di pass e servizi di streaming, sembra che il colosso di Mountain View abbia ancora qualcosa da dire nel mondo degli abbonamenti grazie ad una tipologia di offerta tutta nuova.

Secondo le ultime indiscrezioni raccolte dal sito google play pass, Google sta plausibilmente testando un servizio in abbonamento chiamato Play Pass legato allo store che anima il sistema operativo Android. L’obbiettivo di tale abbonamento sarebbe quello di offrire a tutti i suoi acquirenti una serie di prodotti in modo gratuito, lasciando da parte tutte le pubblicità.

[UPDATE] Google Play Pass arriva negli stati uniti.

Quanto tempo è passato dall’arrivo di Apple Arcade negli smartphone di molti utenti della mela morsicata?
Come dite, una settimana? E che fa Google nel frattempo, si riposa?
Decisamente no, visto che l’azienda ha tirato fuori davvero il suo abbonamento, il Google Play Pass di cui abbiamo tanto chiacchierato in questa pagina nel corso delle settimane passate.

A meno di una settimana dal lancio del primo grande abbonamento per uno store, il sopracitato Apple Arcade, Google ha annunciato ufficialmente l’arrivo del suo Google Play Pass. Per quasi cinque dollari al mese l’abbonamento permetterà di accedere ad una libreria di oltre 350 applicazioni differenti, divise tra videogiochi e programmi di altro genere. Il colosso di Mountain View ha fatto sapere che tutti i prodotti presenti all’interno dell’abbonamento non includeranno pubblicità, acquisti in app o paywalls di qualsiasi genere. Se cinque dollari al mese vi sembrano troppo potete approfittare di una particolare offerta che Google ha fatto nei confronti degli interessati: per il primo anno sarà infatti possibile pagare unicamente due dollari al mese per poter mettere le mani su tutto il catalogo di Play Pass!

Il catalogo, come abbiamo già detto in passato, include un buon numero di titoli videoludicamente interessanti: la versione mobile di Stardew Valley, i due Monument Valley, quel piccolo capolavoro di Terraria, Old Man’s Journey (di cui abbiamo recensito la versione Nintendo Switch), perle come Limbo o qualche vecchia gloria per hardcore gamer come Star Wars: Knighr Of The Old Republic.

Eccovi la lista completa dei giochi annunciati su Google Play Pass

.projekt: un puzzle game basato su giochi di prospettive e di geometria, con grafica minilae e colonna sonora ambient; perfetto per accompagnare i momenti noiosi della giornata.

60 Seconds! Atomic Adventure: un misto tra un libro game ed un curioso survival game in cui ci viene chiesto di sopravvivere all’olocausto nucleare accumulando oggetti utili all’interno di un bunker. Con l’olocausto nucleare in corso sarà nostro compito guidare la famiglia attraverso i giorni di sopravvivenza, il tutto con uno stile estremamente scanzonato e leggero.

80 Days: il giro del mondo in ottanta giorni diventa un libro game e approda sugli smartphone dove il giocatore si dovrà districare tra risorse e scelte pur di completare l’eroica impresa della circumnavigazione del globo durante gli ultimi anni del diciannovesimo secolo.

Absolute Drift: avete guardato una volta l’anime Initial D o siete rimasti affascinati dal mondo del Drift? Questo è il titolo che fa per voi, permettendovi di driftare su piste astratte lunghe decine di minuti per raggiungere il punteggio più alto in assoluto.

AccuWeather: nota applicazione di previsioni meteo americana ma con servizi in tutto il mondo, alimentata dal gigante omonimo

Agent A: A Puzzle in Disguise: un adventure game basato sulla risoluazione di semplici enigmi ambientali con una leggera storia di sottofondo, animato in modo ottimo con richiami all’animazione moderna americana.

The Battle of Polytopia: siete alla ricerca di un videogioco che assomigli a Civilization sul telefono ma non trovate nulla? Battle Of Polytopia è uno dei prodotti che maggiormente assomiglia alle epopee di Sid Meier

Bridge Constructor: Portal: la serie di Bridge Constructor si ibrida con il mondo di Portal per un videogioco in cui la fisica viene a volte rispettata in modo integerrimo, altre volte in modo molto più lascivo. Anche questo rischia di rubarvi molto tempo sulla tazza del cesso.

The Bug Butcher:  due ex sviluppatori Blizzard hanno deciso di portare nuovamente il gameplay di pang alla riscossa, inserendo il tutto all’interno di un ambientazione fantascientifica/cartoon con insetti rimbalzosi, boss fights ed un protagonista destinato a morire in una grande varietà di differenti modi.

CamToPlan: questa è l’appliaczione perfetta per misurare oggetti, stanze e distanze attraverso l’intercessione della realtà aumentata. Camtoplan è un applicazione che attraverso la fotocamera del cellulare stima misure e distanze di oggetti nel mondo reale.

Chameleon Run: il titolo di Needlecake Games è un auto runner blocchettoso pieno di piattaforme e ostacoli da superare salto dopo salto. Dotato di una grafica leggera e minimale, aiutato da un grande senso di velocità, questo è il titolo adatto per una pausa veloce o per staccare un secondo il cervello dal mondo intorno a sé!

Death Squared: un puzzle cooperativo per quattro giocatori dove sarà necessario posizionare cubi in precisi punti dello spazio per poter risolvere livelli via via più complicati.

Door Kickers: avete mai sognato di far parte di uno speciale corpo di polizia dedito alla risoluzione di casi molto complicati in cui è necessario saper usare tanto il cervello quanto la pistola? Door Kickers è un videogioco che vi mette esattamente all’interno di moltissime di queste situazioni, con un piglio da puzzle game niente male.

ELOH: un particolare puzzle game molto veloce basato sulla fisica ed in minima parte sull’aspetto musicale, animato splendidamente con una grafica bidimensionale che sembra disegnata a mano.

Evoland: la storia dei giochi di ruolo giapponesi in un gioco di ruolo, un videogioco che guarda direttamente al giocatore e scherza con lui nei modi più disparati numerosissime volte senza mai calcare troppo la mano. Per tutti gli appassionati di Final Fantasy e Dragon Quest che vogliono farsi quattro risate.

Framed: avete mai sognato di poter cambiare il corso degli eventi gusto spostando delle vignette all’interno di un fumetto? Framed vi permette di fare esattamente quesot, chiedendovi di cambiare le storie azzeccando l’ordine delle vignette a schermo in un puzzle game leggeroe e graficamente ispirato.

Game Dev Tycoon: volete fare gli sviluppatori di videogiochi ma non avete le conoscenze tecniche necessarie? Sognate in grande con questo game dev tycoon che vi mette nei panni di una software house alle prime armi, alle prese con il triste mondo dello sviluppo videoludico tra crunch, pirateria e tutte le problematiche che abbiamo imparato a odiare in anni di giornalismo.

Grim Legends: The Forsaken Bride: se vi piacciono le avventure grafiche vecchio stile e potete fare a meno della pixel art e dello stile classico dei videogiochi lucasarts, questo Grim Legends è esattamente ciò che fa al caso vostro. Oggetti da recuperare e combinare per qualche ora di spasso e divertimento.

Hidden Folks: se durante le vostre letture infantili vi siete mai incappati in un quadro di Where’s Waldo sarete sicuramente felici di sapere che Hidden Folks è esattamente quello ma con una miriade di altri figuri, il tutto con una grafica minimale e dolcissima.

Hoplite: alla guida di un oplita nella sua discesa verso il tartaro, il titolo in questione mischia meccanica roguelite allal inea di pensiero di molti strategici dove muoversi su di un esagono piuttosto che su di un altro esagono può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

ISS HD Live: View Earth Live: Se avete la certezza di non poter viaggiare nello spazio attraverso quest’applicazione potrete godervi un frammento di stazione spaziale internazionale direttamente dal vostro smartphone senza dover prendere una navicella e diventare astronauti!

King’s League: Odyssey:  Uno dei più popolari videogiochi strategici dell’epoca flash, uno dei pochissimi ad accumulare più di 10 milioni di utenti arriva su Play store con numerosi contenuti extra, una grafica rinnovata in alta definizione ed un personaggio esclusivo in grado di soprendere anche i giocatori più navigati.

Lichtspeer: tirare giavellotti a orde di nemici non era considerato universalmente molto divertente prima dell’arrivo di questo titolo, dotato di un gameplay immediato e di un concept di fondo estremamente interessante tra divinità capricciose ed eterna reincarnazione.

Limbo: uno dei videogiochi più importanti di tutto il mondo indipendente, dotato di un comparto grafico d’immediato impatto nonostante la limitatezza tecnica ed il gameplay ormai datato. Se non l’avete mai provato è decisamente arrivato il momento di rimediare.

Lumino City: qualcuno ha avuto la splendida idea di prendere numerosi diorami e di trasformarli in piccoli puzzle da eslporare e risolvere, posizionando oggetti in giro per il mondo e nascondendo segreti quà e là; dallo stile grafico imbattibile e dalla difficoltà morbida, Lumino City è il gioco perfetto per introdurre i giocatori più piccini al nostro media preferito.

Mini Metro: creare linee metropolitane di città realmente esistenti all’interno di un videogioco è possibile se parliamo di Mini Metro, caratterizzato da un graphic design praticamente perfetto e da una pulizia visiva invidiabile. Se soffrite di OCD è chiaramente il gioco perfetto per voi.

Monument Valley 2: il seguito di uno dei grandi nomi del mondo mobile, con più livelli, una grafica incredibilmente affascinante ed un gameplay tanto semplice quanto efficace. Monument Valley 2, esattamente come il suo predecessore gioca con le prospettive, con le figure impossibili e con le aspettative del giocatore facendolo roteare all’interno di mondi che non sembrano mai quel che sono a prima vista.

Old Man’s Journey: accompagnare un vecchio signore all’interno di un viaggio estremamente importante per la sua vita, in un videogioco semplice, rilassato e dall’interessante impatto emotivo.

One More Line: un po’ endless runner, un po’ flappy bird, One More Line farà viaggiare la mente del giocatore all’interno di circuiti psichedelici tra un nodo e l’altro a gran velocità, facendo roteare la propria navicella in cerca della sopravvivenza.

Photo Studio Pro: se siete aspiranti fotografi ma non avete voglia di impazzire facendo la post produzione sul proprio PC con Photo Studio Pro avrete la possibilità di arrabattarvi direttamente sullo schermo del proprio smartphone, con un buon numero di impostazioni differenti.

Pic Stitch: se siete stanchi di dover litigare sempre con Instagram e Layout con questo programma avrete a disposizione una enorme quantità di combinazioni differenti, per un collage in grado di far contenti davvero tutti una volta ogni tanto.

Pocket City: siete cresicuti a pane e Simcity e non avete voglia di abbandonare questa vostra dipendenza tanto presto? Ecco un videogioco che arriva ad aiutarvi nei momenti di astinenza più bui, con un gameplay appositamente semplificato ma ugualmente divertente.

Reigns GOT: l’ibrido tra Reigns e Game Of Thrones rimane al giorno d’oggi uno dei videogiochi su licenza più interesanti e divertenti da giocare, specie se avete consumato la serie televisiva basata sui romanzi di George R. Martin.

Risk: il buon vecchio Risiko in versione mobile è sempre una manna dal cielo quando non si sa che cosa fare e ci si vuole infangare all’interno di difese impenetrabili costruite con dadi a sei facce.

Sago Mini Pet Cafe: un titolo educativo dedicato ai più piccini, con animali, colori e tantissime piccole sfide basate sul riconoscimento di forme o pattern.

Shadow Fight 2 Special Edition: un picchiaduro ad incontri legato al mondo orientale, caratterizzato da un sistema di combattimento semplice ed efficace e da animazioni di pregevole fattura.

Slow Motion Video FX: volete registra re un video in slow motion ma non sapete bene come fare? Con quest’applicazione potrete risolvere il problema e generare video divertenti da riguardare con gli amici ogni volta che volete, senza dover comprare costose fotocamere ad alto framerate. 

Sorcery: un po’ librogame, un po’ gioco di ruolo, questo è il titolo adatto per tutti quelli interessati ad immergersi in una storia tipicamente fantasy senza dover per forza usare i propri riflessi e la propria abilità motoria per vincere sull’altro.

Star Wars: KOTOR: uno dei più importante giochi di ruolo occidentali di sempre legato ad una delle più importanti licenze e brand di sempre; serve dire altro?

Stardew Valley: se avete voglia di abbandonare le mondanità della vita moderna e di gettarvi alla ricerca dell’idillio contadino, questo è il titolo che fa per voi. Tra verdure da coltivare, animali da accudire ed una nuova vita da mettere insieme in un luogo più che unico, Stardew Valley saprà rubarvi decine di ore di vita.

Suzy Cube: un carinissimo platform tridimensionale tutto poligoni squadrati e colori piatti in cui ci ritroveremo ad impersonare un cubo (o cuba che dir si voglia) di nome Suzy, mentre esplora un mondo pieno di piattaforme e di ostacoli da superare.

Swordigo: un action rpg molto semplice con uno stile grafico poligonale reminescente dei videogiochi epoca playstation, adatto per tutti quei giocatori che non ne possono più di ignorare la profondità (visiva almeno) nei videogiochi con cui interagiscono.

Terraria: uno dei più grandi successi della storia indipendente videoludica, con il suo carico di crafting, nemici, sopravvivenza e platforming bidimensionale. Un titolo che se giocato con amici diventa incredibilmente longevo e rigiocabile, grazie anche alla generazione procedurale di livelli.

Thimbleweed Park: che succede quando alcuni dei massimi luminari dell’avventura grafica si mettono insieme e ne fanno una al giorno d’oggi? Il risultato è un capolavoro come Thimbleweed Paark, un videogioco pieno di citazioni e riferimenti alla cultura videoludica e alla cultura pop, che strappa tante risate quanto fa divertire il giocatore con le sue situazioni assurde.

This is the Police: uno strategico in tempo reale mischiato a elementi da gestionale ambientato nel mondo della polizia. Come farà un poliziotto ad accumulare mezzo milione di dollari negli ultimi sei mesi di carriera senza il nostro aiuto?

Thomas and Friends: Race On!: una simulazione ferroviaria all’acqua di rose ispirata al mondo di Thomas And Friends (conosciuto da noi come Thomas The Tank Engine). Titolo adatto ai videogiocatori più piccoli grazie alla difficoltà bassa e alla presenza dei personaggi del brand di cui sopra.

The Tiny Bang Story: un videogioco d’avventura atipico con grafica disegnata a mano reminescente dello stile di Amanita Design, senza avere i twist oscuri e deliranti delle produzioni ceche.

Tiny Guardians: un po’ tower defense, un po gioco di ruolo; Tiny Guardians metterà il giocatore alla prova proponendogli una lunga serie di orde da affrontare piazzando strategicamente le proprie risorse in giro per i quadri di gioco.

Titan Quest: uno degli Hack And Slash più sottovalutati della storia videoludica, uno dei pochi ad avere un ambientazione mista tra lo storico ed il fantasy per un videogioco che quando ingrana non lascia scampo al giocatore più interessato al loot.

Toca Mystery House: un adventure game dedicato ai più piccoli con una leggera venatura horror per tutti i videogiocatori che si stanno avvicinando ai dieci anni; livello di difficoltà un po’ più altino dei classici videogiochi per bambini, con uno stile grafico in grado di attecchire anche nei cuori dei più grandicelli.

Toca Nature: una specie di buffo misto tra un god game alla popolous ed un giardino zen da coccolare con infinita cura, piantando alberi, creando laghi, osservando il ciclo della vita e la dolcezza degli animali. Dedicati a grandi e piccini.

Tunable: Music Practice Tools: un’ applicazione dedicata a tutti quei musicisti che vogliono nel loro smartphone un compagno di iochi ed un aiutante fidato, tra accordatore, encicploedia sulla teoria musicale e listone infinito di accordi da cui attingere

Wayward Souls: uno dei migliori action rpg sul mercato mobile, con una narrativa interessante e sette differenti eroi da giocare e portare al massimo delle loro potenzialità.

Quando uscirà il Google Play Pass?

Google Play Pass diventerà disponibile su tutti i dispositivi americani durante il corso di questa settimana mentre ancora non si hanno date precise per il resto del mondo. L’abbonamento Google Play Pass prevede anche la presenza di un sistema di famiglie con cui poter condividere un singolo account per poter espandere i privilegi dell’abbonamento fino ad altri cinque persone

Il servizio sarà acquistabile attraverso un’ apposita tab del google Play Store; i giochi appartenenti al servizio compariranno all’interno della tab stessa ed avranno un simbolo sullo store generico. Per il momento gli sviluppatori che vogliono appartenere a questo genere di programma verranno invitati direttamente da Google ma è possibile contattare l’azienda per trovare un accordo.

 

A far storcere il naso sembra sia il sistema di remunerazione Google Play Pass icompenserà gli sviluppatori basandosi sull’engagement, ovvero con la capacità di creare una relazione solida e duratura con il proprio utente. Ovviamente un sistema di questo tipo predilige un tipo di giochi in grado di generare assuefazione o in grado di rinnovarsi continuamente, grazie ad una struttura roguelite o qualcosa di simile.

Il sistema ad abbonamento, in sostanza, per quanto funzioni bene per i giocatori non riesce ancora a centrare pienamente il punto del ricompensare lautamente lo sviluppatore per il lavoro fatto e questo genere di sistema ne è la prova assoluta poiché premia semplicemente una tipologia di videogiochi ed una filosofia di sviluppo, non incentivando in alcun modo la libertà creativa o d’epressione ludica.

Xbox Game Pass, diversamente dal Google Play Pass utilizza un sistema certamente più meritocratico dove gli sviluppatori vengono pagati in anticipo ed ottengono una royality in base al numero di download/di ore/altri traguardi.

Un abbonamento per domarle tutte (le applicazioni).

Il Play Pass è un abbonamento made in Google che è stato leakato sul sopracitato Android Police e che dovrebbe diventare la risposta made in Android ad Apple Arcade, il servizio di Apple realizzato per il mondo iOS annunciato durante il mese di marzo che non ci aveva fatto proprio impazzire.

Secondo le immagini che sono trapelate il Play Pass avrà un costo mensile di quasi cinque dollari (quattro e novantanove per la precisione) e permetterà agli utenti paganti di avere accesso a centinaia di applicazioni e videogiochi di carattere premium senza bisogno di fare acquisti aggiuntivi, togliendo (nel frattempo) tutte le pubblicità veicolate attraverso Google ad. Non è tutto perché, secondo le indiscrezioni trapelate il Google Play Pass avrà anche una sua versione gratuita e da una versione per famiglie; per entrambe queste opportunità i costi ed i numeri non sono ancora stati chiariti dal colosso americano.

È importante notare come il servizio non finirà per includere soltanto videogiochi al suo interno ma sarà espanso su più fronti; una delle pagine informative leakate sul sito riporta dichiarazioni come

“esplora un catalogo curato che parte dai puzzle games fino alle applicazioni di musica “premium” potendo usufruire di tutto ciò che c’è in mezzo! Dai videogiochi action ai tracker per l’attività fisica ed il fitness, con Google Play Pass puoi avere accesso a centinaia di applicazioni premium e a centinaia di videogiochi senza doverti preoccupare della presenza di pubblicità, di costi legati al download o senza dover compiere acquisti all’interno dell’app stessa”

Nonostante non siano stati fatti grandi nomi da Google stessa alcuni screenshot lasciano presupporre la presenza, all’interno del passo, di titoli come Stardew Valley, Marvel Pinball, Monument Valley, Star Wars: Knight Of The Old Republic e Limbo; cinque titoli tra indie e mainstream capaci di riscuotere un grande successo che potrebbero rappresentare in modo abbastanza onesto la direzione che l’azienda di Mountain View vuole prendere con tale abbonamento.

Cosa vuole fare Google con questo nuovo servizio?

 

È lecito pensare che Google abbia intenzione di azzeccare i costi di pagamento delle app ed i costi di utilizzo delle stesse, rimuovendo tutti i blocchi mentali che sono connessi alla spesa di denaro non fisico attraverso le carte di credito; un concetto praticamente opposto a quello delle microtransazioni che ottenere gli stessi risultati del gioco d’azzardo stimolando gli stessi recettori.

Mentre Apple ha per il suo Apple Arcade un impressionante serie di publisher come Lego, Annapurna Inteactive, Cartoon Network, Sega pronti a rilasciare in esclusiva titoli, Google non ha dichiarato niente a tal riguardo; è lecito aspettare che al Play Pass non verrà associato nessun investimento videoludico in tal senso e che il pass funzionerà semplicemente in base alle scelte della compagnia.

Il problema principale legato a questo pass è in realtà relativo alla tipologia di giochi che è possibile trovare all’interno del Google Play Store: parliamo di videogiochi indipendenti e di titoli dalla scarsa durata che cozzano mortalmente con le revenue generate secondo un programma ad abbonamento. La cosa era stata già analizzata con dovizia di particolari dal nostro Marco in un articolo specifico; i videogiochi indipendenti hanno una rigiocabilità ed una longevità generalmente bassa dovuta ai fondi con cui sono stati costruiti, motivo per cui un sistema di revenue basato sul numero di ore giocate potrebbe premiare altre tipologie di giochi come quelli tripla a.

In tal senso, secondo quanto dichiarato da Teddy Dief una monetizzazione classica come quella che si basa sul numero di copie vendute ancora rimane la migliore per il mercato indipendente. Peccato che tale tipo di sistema di ripartizione ricavi non sia semplicemente compatibile con il mondo degli abbonamenti.

Le prime avvisaglie dell’abbonamento in made in Google erano nell’etere già da mesi e mesi; i primi rumour risalgono al giugno 2018 quando il developer Kieron Quinn trovò all’interno dell’APK del Play Store dei riferimenti ad una funzione chiamata per l’appunto Play Pass; già allora lo sviluppatore suggerì che tale funzione potesse essere il nome del servizio in abbonamento di Google.

Qualche mese dopo gli XDA Developers misero insieme una serie più corposa di prove che si andavano già a sommare a vari frammenti trovati in giro per il web. Secondo quanto dichiarato da Quinn, uno dei suoi amici durante l’estate del 2018 ricevette un sondaggio di Google (attraverso Google Opinion Rewards) riguardante l’eventuale inclusione di un abbonamento all’interno dei servizi dell’azienda. Tale servizio, chiamato genericamente pass veniva descritto come in grado di offrire migliaia di dollari di videogiochi e applicazioni all’utente previo pagamento di una quota mensile.

Perché Google ha tanto lavorato per ottenere un simile risultato?

Nonostante la piattaforma di Google registri, trimestre per trimestre, record sempre nuovi sulla quantità di download che vengono fatti, non può fregiarsi di un simile risultato su di un altro parametro, molto più importante dal punto di vista monetario: i soldi spesi sulle singole applicazioni. Un servizio in abbonamento potrebbe mettere in contatto un pubblico molto vasto con una serie di applicazioni dotate, al loro interno, di qualche sistema di monetizzazione.

Secondo delle ricerche fatte da siti come AndroidAuthority nonostante il Play Store abbia, più o meno, il doppio di download rispetto all’app store, genera la metà dei ricavi e pochissime applicazioni riescono ad essere veramente remunerative da questo punto di vista.

Su 2.6 milioni di applicazioni esistenti sullo store, “soltanto” 1697 applicazioni sono riuscite a portarsi a casa, nel corso del 2017, almeno un milione di dollari; di queste soltanto 330 sono riuscite a raggiungere l’ambito traguardo dei dieci milioni di dollari di ricavi nel corso di un anno. Parliamo di applicazioni come Netflix e poche altre.

In prospettiva soltanto qualcosa come lo 0.00013% delle applicazioni sono riuscite ad essere particolarmente remunerative; con l’arrivo di un abbonamento nasce la possibilità per moltissime altre applicazioni di incontrare un eventuale pubblico pagante.

Google Play Pass riuscirà a risolvere i problemi legati alla monetizzazione delle applicazioni?

Il problema più grande a cui si può pensare avendo in mente la stazza del Play Store è legato al dover far accettare, nuovamente, ad una grandissima quantità di publisher e di sviluppatori dei termini d’uso e servizio rimodellati. Queste modifiche andranno fatte in modo da permettere a chiunque di far parte del sistema d’abbonamento Play Pass.

Sono mesi che l’azienda di Mountain View sperimenta metodi alternativi per poter portare a casa qualche soldo in più o per aumentare il numero di euro/dollari spesi sulle singole applicazioni. In Giappone (nazione dove si spende moltissimo pro-capite sulle semplice applicazioni), ad esempio, Google ha introdotto i Google Play Points, ovvero un sistema di punti che si ottengono acquistando dal play store servizi e applicazioni.

L’azienda aveva già provato, durante la scorsa estate, ad inserire un sistema di demo riguardante i videogiochi a pagamento presenti sulla piattaforma; con l’arrivo di un sistema da abbonamento tutte quesete neo funzioni potrebbero smettere di avere valore all’interno della piattaforma.

 

This post was published on 24 Settembre 2019 1:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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