Si sa, andare in vacanza a Los Santos a fine luglio non è certo una gran trovata, soprattutto con questo caldo asfissiante: insomma, arrivare in città, trovare un taxi, muoversi in quella giungla di clacson e schiamazzi (per non parlare delle pallottole che volano…) non è certo l’ideale (almeno per chi, come scrive, preferisce passare le ferie fra gli struggenti tramonti di Red Dead Redemption II, ma questi son gusti personali), tuttavia Rockstar Games sembra aver trovato il modo di attirarci nuovamente nel capitale del vizio mondiale attraverso un’esperienza da sogno, un vero e proprio soggiorno in un hotel 5 stelle coccolati e rilassati. Il Diamond Casino & Resort, nuova attrazione del mondo virtuale, ha finalmente appena aperto i battenti grazie a un’espansione gratuita, e ciò ha reso l’esperienza di GTA Online ancor più simile a quella di una “second life” dai contorni spiccatamente criminali.
Essendo un’espansione gratuita per il comparto multiplayer del kolossal Rockstar, o per meglio dire un pacchetto di aggiunte all’esperienza videoludica offerta da GTA Online, The Diamond Casino & Resort inserisce nel gioco una nuova versione dell’hotel, ristrutturato per l’occasione, una nuova serie di missioni e vicende narrative da affrontare in prima persona (come spesso accade in questi casi in GTA dovremo servire una fazione criminale, in questo caso quella dei proprietari dell’albergo di lusso) e ovviamente accedere a una serie di attività e mini-giochi interni alla faraonica struttura.
Fra le tante ovviamente il gioco d’azzardo di gruppo e non, che siamo certi porterà via ore, ore e ore ai party di tutto il mondo, la possibilità di accedere a un meraviglioso attico sulla cima dell’edificio e di personalizzarlo, andare in spa, dal parrucchiere, fare shopping… insomma, di fare tutto quel che faremmo nel caso fossimo dei miliardari con la possibilità di frequentare un 5 stelle in una grande città della California.
Ed è sotto questo piano che quest’espansione fornisce spunti di riflessione.
Nei suoi ormai quasi nove anni di vita, GTA Online ha ormai dato chiaramente l’idea, oltre che di essere un gioco di successo e ancora diffusissimo e pienamente supportato dalla community, di essere riuscito a raggiungere l’obiettivo fondamentale che Rockstar si era prefissata, ovvero creare una realtà alternativa nella quale una vastissima community di giocatori si ritrova ogni giorno da ogni parte del mondo non solo per giocare, quanto per vivere una vita alternativa.
Gli utenti del gioco non sono semplicemente dei partecipanti a una serie di attività ludiche e ricreative pensate dai programmatori di volta in volta, ma indirettamente vanno a rappresentare una cittadinanza virtuale di una metropoli californiana che, tolti ovviamente gli eccessi ludici di cui parlavamo sopra (sparatorie all’impazzata, corse in auto/moto, traffici illeciti), presenta molte dinamiche proprie dei veri centri urbani, fra trasporti pubblici che passano, aree diversificate e dagli scopi specifici (la spiaggia per i turisti, il quartiere d’affari per i colletti bianchi e così via) e, ultima ma non ultima, l’esistenza di poli attrattivi come alberghi, ristoranti, bar, cinema e così via.
Fosse l’ennesima espansione in single player, saremmo di fronte all’ennesimo perfezionismo di un team di sviluppo in grado di immergere i suoi utenti in un’atmosfera perfetta, una “semplice” tela dipinta con mano magistrale per far godere al meglio la giocata, ma parlando di un’esperienza in rete appare chiaro che questa dinamica abbia dei risvolti molto più imprevisti, da un punto di vista “sociologico”.
Il lavoro portato avanti da Rockstar in questi anni sul suo mondo ricorda infatti molto quello che farebbe una pubblica amministrazione sulla circoscrizione territoriale da essa curata. Ecco quindi che il team dispone di una sezione sviluppo a livello di gameplay e realizzazione (una sorta di assessorato ai lavori pubblici) che ha il compito di inventare sempre nuove features per aumentare il divertimento dei giocatori (leggi: edificare nuove strutture pubbliche per migliorare la vita dei propri cittadini), e questi sviluppi continui devono poi essere comunicati alla cittadinanza da un buon dipartimento comunicazioni istituzionali in grado di presentare ai cittadini i miglioramenti, il sempre ottimo comparto marketing di Rockstar Games. Il tutto per un solo scopo: soddisfare i propri cittadini ed essere rieletti alla prossima tornata elettorale (leggi: l’uscita di GTA VI, fra qualche anno).
Gli accessi sempre più numerosi, una community di modder e giocatori entusiasti, il fatto che a tanti anni di distanza siamo ancora qui a parlare di GTA Online nella sua prima incarnazione dimostra senza dubbio il valore escapistico dell’esperimento sociale di Rockstar. Quasi come in Second Life, che citavamo prima, la community di GTA Online ama abitare Los Santos e “usare” (termine che vale anche per le attrattive di una vera metropoli) i suoi mille balocchi.
Tuttavia, la complessità della creatura Rockstar ha ormai superato di gran lunga quella di SL, e per un motivo fondamentale.
A rendere più forte il suo tentativo è il condimento della second life, ovvero la vita criminale. In un film degli anni ’80, Atto di Forza, il personaggio di Schwarzenegger aveva la possibilità di diventare un’altra persona attraverso la realtà virtuale, distaccandosi da una vita monotona e triste. Quale fu la molla a fare accettare la sfida al personaggio? La possibilità, per esempio, di andare a prostitute? No. Quello di essere un agente segreto in missione su Marte.
E’ esattamente quel che succede nella città di Rockstar: non ci viene data solamente la possibilità di essere un’altra persona. Ci viene data la possibilità di vivere un’altra storia personale, perdendoci in un luogo virtuale dannatamente simile al reale ma da una prospettiva dannatamente insolita.
This post was published on 25 Luglio 2019 11:46
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