Il ventesimo anniversario del lancio di Dino Crisis sul mercato europeo si accinge ad arrivare e quale migliore occasione per celebrarlo, se non l’annuncio di un remake sviluppato dai fan?
Il Team Arklay, uno studio di sviluppo indipendente, ha reso pubblici alcuni filmati di gioco in versione alpha, dove è possibile intravedere gli ambienti di gioco rimodellati nei minimi dettagli attraverso l’utilizzo dell’Unreal Engine 4.
C’è da dire che gli sviluppatori non hanno lasciato trapelare molto, dal momento che gli ambienti sono stati ricreati molto fedelmente e minuziosamente, ma non sono stati mostrati ancora ne modelli di personaggi, ne tanto mento modelli di dinosauri. Per tanto non sappiamo nemmeno se il progetto vedrà mai veramente la luce o se si è trattato solo di un tributo romantico a una saga che ha contribuito a segnare la storia dei videogiochi, che è stata purtroppo ingiustamente sottovalutata e accantonata dalla stessa Capcom.
Inoltre sembra anche alla Capcom, almeno per il momento, non siano tanto interessati a produrre un remake o un sequel della serie di Dino Crisis, considerato forse anche il flop del terzo capitolo (semi-sconosciuto ai più per ovvi motivi).
Ma andiamo con ordine e spieghiamo bene qualcosa in più sulla, almeno per il momento, sfortunata saga di Dino Crisis.
Nato come “esperimento”, concepito inizialmente come esclusiva PlayStation (convertito successivamente per Sega Dreamcast e PC) e partorito dalla geniale mente di Shinji Mikami (padre della saga di Resident Evil), il primo capitolo di Dino Crisis viene concepito come un coraggioso survival horror dove al centro della scena, al posto dei classici zombi e mostri mutanti, troviamo i dinosauri.
La trama del primo capitolo gira attorno al personaggio di Regina, agente del S.O.R.T. (Secret Operation Raid Team), inviata sulla fittizia isola di Ibis assieme all’agente Rick, per recuperare l’agente infiltrato Tom e mettere agli arresti il dottor Edward Kirk, scienziato di fama mondiale creduto morto che sta conducendo pericolosi esperimenti con la misteriosa “Terza Energia”, un’energia talmente potente da piegare lo spaziotempo.
Un incidente di laboratorio causa una distorsione spaziotemporale, trasportando sull’isola dei dinosauri dal Mesozoico, il che costringerà i nostri protagonisti a sfruttare tutte le risorse possibili per sopravvivere all’attacco di velociraptor e di un tyrannosaurus rex che si aggira pericolosamente per l’isola.
La particolarità del videogioco è che per la prima volta al posto degli sfondi pre-renderizzati di Resident Evil, il motore grafico di Dino Crisis consentiva l’elaborazione in tempo reale di ambienti 3D.
Il secondo capitolo cambia notevolmente rotta: stavolta il testimone passa da Shinji Mikami a Shu Takumi, il quale trasforma il concept originario da survival horror a sparatutto in terza persona, pur mantenendo delle meccaniche degli enigmi ambientali, strettamente dipendenti dall’equipaggiamento in dotazione ai due personaggi giocabili.
Il gioco richiese oltre un anno di sviluppo e stranamente il team decise (forse per risparmiare tempo) di tornare a utilizzare sfondi pre-renderizzati, al posto degli scenari 3D visti nel primo capitolo, un insolito passo indietro, che però permise di aumentare i personaggi visibili a schermo e di rendere le animazioni più fluide, dal momento che il precedente motore di gioco appesantiva maggiormente l’hardware della prima PlayStation.
La trama del sequel è ambientata un anno dopo il primo Dino Crisis, il governo continua gli esperimenti con la terza energia nella città fittizia di Edward City, la quale a un certo punto sparisce nel nulla e la squadra speciale della T.R.A.T. (Tactical Reconnoitering and Acquisition Team), guidata da Regina e dal suo partner Dylan Morton, viene inviata nel futuro a indagare nel periodo in cui è stata trasportata l’intera città.
Dopo che il campo base è stato attaccato e annientato da un branco di velociraptor e dall’assalto di un T-rex (accecato da un colpo di RPG sparato dal sergente David Fork), i restanti membri della squadra indagano sull’accaduto e su come trasportare la città nel suo tempo.
Nonostante il cambio di rotta, il gioco riscosse un enorme successo di vendite, con oltre 1,2 milioni di copie vendute su PlayStation. Dopo questo capitolo e un piuttosto anonimo spin off intitolato Dino Stalker, un gun survival per PlayStation 2, giunse il gioco che pose la pietra tombale sulla serie: Dino Crisis 3, in esclusiva sulla prima Xbox.
Il gioco era previsto originariamente anche per PlayStation 2, solo che lo sviluppo fu abbandonato a metà, probabilmente per le perplessità di SONY riguardo la dubbia qualità del titolo.
La storia si svolge nello spazio, attorno al 2500, con l’entrata in scena di nuovi personaggi, l’abbandono inspiegabile della storica Regina e l’introduzione di nuovi nemici: dinosauri cibernetici geneticamente modificati, a rimpiazzo dei dinosauri più classici e sicuramente più accurati dal punto di vista paleontologico.
Il gameplay totalmente stravolto, l’ambientazione fantascientifica e per nulla survival horror e i dinosauri cloni cyborg così anni ’80, conditi da un comparto grafico decisamente mediocre, hanno decretato la fine inesorabile della saga.
Visti i recenti cambiamenti all’interno di Capcom e la loro volontà di rispolverare le loro vecchie glorie, speriamo prima o poi che tornino sui propri passi anche con Dino Crisis, facendolo tornare ai fasti di un tempo.
<<Leggi anche: Capcom non sta pensando a Dino Crisis Reboot>>
<<Player.it consiglia: Capcom, la rinascita di una software house>>
This post was published on 22 Luglio 2019 16:47
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