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Yuzo Koshiro tra Streets Of Rage 4 e l’influenza che ha nel mondo della musica

Molti anni fa Capcom rivoluzionò in modo praticamente permanente il genere dei beat em up a scorrimento orizzontale dando i natali a Final Fight, un videogioco dove tre allegri figuri andavano in giro per una mezza dozzina di stage coloratissimi e piuttosto interattivi prendendo a calci e pugni chiunque si parasse loro d’innanzi; SEGA qualche anno dopo provò a seguire quella scia creando il suo beat em up, altrettanto colorato e stiloso ma con un importante twist: una delle migliori colonne sonore della storia dei videogiochi. Così nacque Streets Of Rage e dopo tre capitoli di grande successo arrivò un silenzio che sembra eterno, sino al momento in cui Sega annunciò pubblicamente l’arrivo di Streets Of Rage 4.

Avere un beat em up nel 2019 è tutto fuorché una grande notizia: nel corso degli anni il genere ha fatto passi da gigante arrivando a toccare la terza dimensione trasformandosi in un genere videoludico diverso, estremamente più complesso e stratificato grazie ai vari Devil May Cry, Bayonetta e chi più ne ha più ne metta; le software house che propongono in tempo odierno tale genere si limitano a ripresentare il passato e poco più, attaccandosi alla nostalgia e a pratiche di gameplay non particolarmente comuni.

Ma fermi un attimo, oggi non stiamo parlando di Streets Of Rage 4 ma stiamo celebrando il fatto che Sega ha confermato il ritorno di Yuzo Koshiro (insieme a Motohiro Kawashima, Yoko Shinomura e Hideki Nakamura) per la creazione della colonna sonora; nonostante i nomi tra parentesi siano alcune delle più fulgide realtà musicali del giappone videoludico, il nome di Yuzo Koshiro svetta prepotentemente al di sopra di essi per una motivazione ben precisa: pochissimi altri musicisti nipponici sono stati così vicini alla musica che comunemente veniva passata nelle discoteche e così pochi sono riusciti a essere influenti sul tessuto musicale di oggi.

Cos’era la colonna sonora di Streets Of Rage?

Streets Of Rage fù la risposta di Sega alla mediocre (ma incredibilmente venduta) versione SNES di Final Fight.

La colonna sonora di Streets Of Rage venne data a quello che era uno dei compositori più promettenti dell’epoca, già autore di un paio di capolavori tra Super Nintendo e Megadrive: Yuzo Koshiro.
Il nome di Koshiro era abbastanza famoso già da meritarsi la presenza nel title screen dei videogiochi, quasi a voler simboleggiare l’impronta di uno che sapeva davvero il fatto suo; l’autore era stato già consacrato nell’olimpo dei compositori videoludici grazie ai lavori realizzati per Quintet (Actraiser) e per SEGA (The Revenge Of The Shinobi) realizzando colonne sonore estremamente variegate tra l’orchestrazione più ariosa ed il dinamismo più serrato.

Per Streets Of Rage Koshiro decise di innalzare nuovamente l’asticella, risolvendo alcuni problemi di gioventù con il mezzo (ad esempio la batteria ovattata di Revenge Of The Shinobi, a sua detta uscita così a causa della sua poca esperienza con il processore audio del megadrive) e studiando in modo meticoloso le tendenze musicali occidentali.

Perché un compositore si mise a studiare le tendenze musicali occidentali?
Sfortuna volle che la console di Sega non avesse avuto questo successo roboante in Giappone ma che, invece, fosse estremamente di grido in Europa e in America; questo portò Koshiro a pensare di realizzare una colonna sonora più occidentale per feeling, in modo da far contento il pubblico americano/europeo invece di puntare a quello giapponese.

Per fare questo Koshiro si mise a studiare la musica contemporanea nel migliore modo di tutti: iniziò a frequentare club di musica house e di musica techno, generi musicali non ancora mainstream in giappone e che invece iniziavano ad andare più che forte oltreoceano; oltre a ciò studiò con attenzioni gli sviluppi del pop elettronico e il successo crescente dell’hip-hop; tutti questi dati fecero da base per la colonna sonora di Streets Of Rage, chiaramente influenzata dal mondo della musica occidentale.

Streets Of Rage uscì ad Agosto 1991 in Giappone e arrivò qualche mese dopo in occidente riuscendo a essere fin da subito un grandissimo successo, con una colonna sonora in grado di rimanere nel cuore di moltissimi giocatori; questo fu grazie ad un gusto melodico spiccato e al formidabile melting pot di suoni e generi, senza disdegnare l’utilizzo dei samples ed una cura allucinante per la resa sonora.

Yuzo Koshiro realizzò una colonna sonora in cui le sonorità della musica house, della musica techno, del movimento hip-hop si mescolavano ritmicamente e timbricamente, suonando attuale in un momento in cui le console videoludiche non avevano i chip musicali necessari alla riproduzione della musica per come la intendiamo oggi.

Koshiro, insieme a pochi altri compositori, fù capace di portare avanti l’asticella di cosa fosse possibile fare con dei chip sonori per console di videogiochi, mostrando a tutti la possibilità di creazione di musica elettronica con tali strumenti.

Yuzo Koshiro tra passato, presente e futuro.

Koshiro non si limitò a creare le sue melodie ed i suoi timbri ma si divertì anche ad omaggiare e imitare gli artisti dell’epoca, in modo non dissimile da quello che già si faceva in passato con minore qualità sonora e con minore inventiva.  Soul 2 Soul, Technotronic, Black Box, Maxi Priest, vecchi dischi di samples house e chi più ne ha più ne metta; le produzioni di Koshiro finirono per dotarsi delle stesse modalità di creazione proprie della musica elettronica, con rudimentali samples a 16-bit e melodie immesse in altri flussi ritmici.
https://www.youtube.com/watch?v=VYUuCN3A0K0

Nella colonna sonora di Streets Of Rage i generi finiscono per amalgamarsi e per richiamare continuamente un artista o l’altro: basterebbe parlare del brano iniziale del primo capitolo di SOR, chiamato “The Streets Of Rage” per accorgersi del melting pot pixelloso realizzato dall’autore tra l’impianto ritmico di Sadness e la melodia pianistica di Get A Life

Ovviamente si potrebbe dire qualcosa del genere per praticamente ogni brano dela colonna sonora del titolo, perennemente in bilico tra il plagio ed il genio puro con un pout pourri continuo tra pezzi della musica di quegli anni ma non è questo ciò che è importante sottolineare dell’autore. Koshiro è al giorno d’oggi ancora considerato tra i migliori per la sua capacità di montare su vere e proprie hit da discoteca con i suoni limitati di un Sega Megadrive, utilizzando giusto un PC-88 in fase di scrittura per somiglianza di chip sonori tra le due macchine. Le canzoni realizzate da Koshiro, al giorno d’oggi, hanno ancora abbastanza forza da trascinare qualche migliaio di astanti dentro un locale francese per scatenarsi al ritmo degli anni passati davanti ad un tubo catodico.

Molti produttori moderni hanno dichiarato di essere stati pesantemente influenzati dai lavori di Koshiro e dalla sua capacità di creare musica realistica con mezzi limitati; basterebbe giusto dare un’occhiata al documentario (già citato in queste pagine altre volte) Diggin’ In The Carts realizzato da RedBull che mette a nudo l’importanza della musica videoludica (principalmente giapponese) all’interno del tessuto odierno fatto di produttori e musicisti.

Nomi importanti come Flying Lotus, Kode 9, Dizzie Rascal, Fatima al-Qadiri hanno citato decine di videogiochi tra le principali influenze dei loro lavori, tirando fuori continuamente il nome di Koshiro e lodandone la creatività e la potenza sonica.

Streets Of Rage 4, in sostanza, sarà musicato da quattro pesi massimi della musica videoludica; c’è un qualche altro motivo per non essere assolutamente molto felici quest’oggi?
Noi pensiamo di no.

This post was published on 19 Luglio 2019 16:35

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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