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Il nuovo film su Mortal Kombat sarà il più violento di sempre

La saga di Mortal Kombat rappresenta un caposaldo per tutti gli appassionati di picchiaduro tecnici e competitivi, assieme a Street Fighter, King of Fighter, le sage di DarkStalker, Guilty Gear e al pioniere del 3D Virtua Fighter, che da fin dal loro esordio, si sono rivelati acerrimi nemici dello stile di gioco del button masher.

Dopo oltre 20 anni di assenza dal grande schermo, è arrivata appena un mese fa come “un fulmine a ciel sereno”, una notizia bomba: il nuovo film di Mortal Kombat è previsto per il 2021.

Fin qui nulla di troppo entusiasmante, considerato anche il fatto che gli ultimi film tratti da videogiochi, specialmente da picchiaduro, non sono stati proprio dei migliori, basti vedere gli ultimi film di Tekken e Street Fighter.

Ma questa volta due notizie ci hanno convinto a ben sperare per questo film.

Qualche dettaglio in più

La prima delle due notizie è la conferma di un nome come Joe Taslim (The Raid – Redenzione, Fast & Furious 6, Star Trek: Beyond) nella parte di Bi-Han, meglio conosciuto come Sub Zero, Gran Maestro del clan ninja Lin Kuei dopo la morte del vecchio gran maestro, avvenuta per mano di suo figlio, il ninja Sektor (ci chiediamo a questo punto se nel film assisteremo o meno alla scalata al potere da parte di Sub Zero all’interno del Lin Kuei o se lo vedremo già come Gran Maestro).

La seconda notizia, quella che ci ha fatto sussultare più delle altre, è trapelata da un twit di Greg Russo, il regista del film, il quale afferma con una certa sicurezza che il nuovo film di Mortal Kombat avrà le fatality e sarà classificato come un film splatter di arti marziali, con tanto di classificazione “R-Restricted” in America.

 

 

Il twit di Greg Russo ci fa ben sperare per il risultato finale della pellicola

Ma cerchiamo di capire innanzitutto quando e come nasce la saga di Mortal Kombat.

L’ascesa della saga

Tutto ebbe inizio a Chicago nel 1991, dove l’azienda fondata da due giovani e promettenti programmatori di nome Ed Boon e John Tobias, la Williams Electronics, venne acquisita da un’azienda produttrice di flipper e cabinati da sala giochi, quell’azienda era la Midway.

In quello stesso anno Boon e Tobias iniziarono a programmare un picchiaduro del tutto nuovo nel genere, realizzato con sprite bidimensionali realizzate per la prima volta tramite impiego di attori in carne e ossa, ripresi tramite con un green screen (si può dire che Boon e Tobias siano stati i precursori della tecnica del motion capture), il tutto condito da una violenza mai vista prima in un videogioco.

Il primo capitolo fu un vero e proprio successo di incassi per l’epoca e altrettanto bene andarono il secondo e terzo capitolo della serie.

Dal quarto capitolo, il primo a sperimentare il 3D, a causa anche dei pessimi voti da parte della critica giornalistica, complice una grafica non all’altezza per le produzioni dell’epoca, comandi eccessivamente legnosi e poco intuitivi e fatality sotto tono, la serie conobbe un lento e progressivo declino, che contribuì in parte al progressivo fallimento della Midway, a nulla valse lo sviluppo di spin off dedicati ad approfondire le storie personali di Jax Briggs e Sub Zero, sequel più o meno decenti, o l’accordo concluso nel 2008 per la realizzazione del crossover Mortal Kombat VS DC.

Tutto cambiò nel 2010, con il fallimento per bancarotta della Midway, le cui licenze furono acquistate da Warner Bros, che trasformò il team di WB Games Chicago in Netherrealm Studios, sotto la direzione del solo Ed Boon, dal momento che John Thobias lasciò il progetto di Mortal Kombat e la Midway nel 1999 per fondare Studio Gigante, fallito anche esso nel 2005.
Anche la serie risentì del cambio di casacca, tanto che nel 2011 venne rilasciato quasi a sorpresa Mortal Kombat, reebot della serie, ambientato subito dopo le vicende di Mortal Kombat: Aramageddon, dove Shao Kahn conquistò il regno della terra e Raiden, prima di esalare il suo ultimo respiro, inviò un messaggio al se stesso del passato per consentirgli di cambiare il futuro (probabilmente intenzionato ad evitare lo sviluppo di sequel deludenti).

Il successo del gioco fu clamoroso e i suoi due seguiti furono addirittura meglio, sia dal punto di vista tecnico che di vendite, tanto che Mortal Kombat 11 risulta uno dei picchiaduro più scaricati sulla piattaforma steam, con 35.000 utenti connessi assieme contemporaneamente nel periodo post lancio, quasi il doppio di Tekken 7 che nel suo picco massimo di utenti online in contemporanea, arrivò a malapena a 18.000 giocatori connessi.

Mortal Kombat al cinema

Nel 1995, appena 2 anni dopo la disastrosa trasposizione cinematografica di Super Mario Bros con Bob Hoskins (Chi ha incastrato Roger Rabbit; Il Nemico alle Porte; Doomsday), il regista Paul W.S. Anderson portò sul grande schermo, coinvolgendo anche Christopher Lambert (saga di Highlander; Duello tra i Ghiacci; Il Siciliano), la prima trasposizione cinematografica di Mortal Kombat prodotta da Threshold Entertainment e distribuita in Italia da Cecchi Gori Group, che nonostante la discutibile qualità della pellicola, dove un picchiaduro splatter venne stravolto e riproposto come film di arti marziali per famiglie, ha riscosso un notevole successo, arrivando ad incassare al solo botteghino oltre 122 milioni di dollari, a fronte di una spesa di produzione di 18 milioni.

Il successo del primo film, complice anche il brano Thecno Syndrome, una delle colonne sonore che entrò nella storia del brand, convinse i produttori a sfornare un sequel, con un budget ancora più pompato, ma con un cast quasi totalmente stravolto e un nuovo regista subentrato ad Anderson.

Nacque così Mortal Kombat: Distruzione Totale, pellicola diretta da John R. Leonetti, che costò la cospicua somma di 30 milioni di dollari, incassandone stavolta poco più di 50 e decretando di fatto la fine della saga cinematografica, almeno fino a ora.

In redazione siamo tutti molto curiosi di sapere cosa ci aspetta da questo reboot cinematografico, invece voi? Credete che Greg Russo riuscirà a far “rinascere” questa saga sul grande schermo? Noi ci speriamo sul serio.

Get over here!

 

<<Leggi anche: Mortal Kombat 11 | Recensione per niente sobria>>

This post was published on 13 Luglio 2019 12:05

Marco Battiato

Sono tre le più grandi passioni della mia vita: il vino, la DC comics e i videogiochi. Sommelier da oltre sei anni e videogiocatore praticamente da sempre, i miei generi preferiti sono FPS, Action-GDR, Picchiaduro e qualsiasi titolo partorito da Rocksteady, non disdegnando giochi di guida e platform.

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