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I nuovi AMD Ryzen hanno convinto davvero tutti.

Il mondo dei videogiochi è caratterizzato da un impressionante numero di battaglie: le console war, la gara a chi è il miglior titolo in un determinato genere, la gara al brand con il miglior componente e così via. Durante la prima settimana di questo infuocato luglio abbiamo visto l’arrivo delle nuove schede video di AMD, le RX 5700 con una grande serie di novità.

Quello che però è davvero interessante è l’arrivo dei nuovi processori AMD Ryzen, appartenenti all’architettura Zen 2 e costruiti con il processore produttivo a 7nm, la vera novità del piatto. La serie Ryzen 3000 sarà, in sostanza, la prima serie di CPU dedicate al mondo mainstream ad utilizzare tale processo produttivo, abbassando i consumi e migliorando le prestazioni.

Le prove fatte dalle riviste specializzate hanno confermato quello che era possibile dedurre dai dati: AMD, dopo un vita passata ad inseguire Intel, ha finalmente assestato un colpo da campioni al colosso di Santa Clara con prodotti di qualità incredibile, unendo gli sforzi fatti con le passate generazioni al fine di ottenere un importante vantaggio sul suo avversario.

Cosa aveva fatto AMD nel corso degli scorsi anni? Come si piazzano i Ryzen 3000 ora nel mercato?
Vediamolo insieme.

AMD Ryzen 3000: di cosa stiamo parlando?

Zen 2 aggiunge ai processori Amd Ryzen una cospicua quantità di novità interessanti, tutte piuttosto tecniche ma riassumibili sotto l’ottica dell’aumento prestazione. La Cache L3, ad esempio, ha visto la sua dimensione raddoppiare, esattamente come le prestazioni in virgola mobile per le istruzioni AVX; anche il bandwidth è aumentato ed è stata ridotta la multiplication latency da 4 cicli a 3. Tutto questo ben di dio è stato realizzato mantenendo compatte le dimensioni, permettendo agli ingegneri di AMD di mettere insieme processori 6-core/12-threads su di un singolo chiplet e di usarne due per i top di gamma assoluti come il Ryzen 9 3950X da 16-core/32-thread in arrivo per settembre.

Quello che AMD doveva però risolvere era legato alle sue prestazioni nel mondo del gaming: da anni e anni l’azienda si ritrovata dietro i benchmark contro Intel a causa del numero di istruzioni per ciclo e al complesso ecosistema dietro ogni processore. AMD tentava di risolvere il problema vendendo processori con più cores e con meno clock, facendosi però ostacolare dall’imperfetta ottimizzazione per il multi threading dei videogiochi moderni. Con l’arrivo della serie Ryzen molti dei problemi di AMD si erano pian piano risolti, grazie a processori più performanti, meno esosi dal punto di vista delle risorse e più attenti al portafogli del consumatore. Con l’arrivo dell’ultima generazione di CPU Intel, costrette su una piattaforma costosa come la X299,

AMD si era ritrovata nella situazione perfetta per fare uno scatto e per la prima volta posizionarsi davanti al suo avversario.

I risultati sono decisamente esaltanti: i nuovi processori AMD non riescono a stare sempre dietro le prestazioni degli intel, specie in situazioni single thread ma vincono per quanto riguarda le performance di potenza bruta, abbattendo praticamente qualsiasi risultato della compagnia avversaria. L’AMD Ryzen 3900X risulta essere, sommando prestazioni gaming e non, circa il 20% più veloce del suo avversario i9-9900K costando di meno grazie alla presenza del dissipatore integrato, cosa che fa risparmiare qualche decina di euro sulla spesa finale.

Al momento tra AMD e Intel è generalmente più saggio scegliere AMD: le prestazioni in ambienti multithread sono migliori, le performance legate al mondo gaming sono estremamente simili a quelle di Intel e mostrano il fianco solo in ambienti estremi, con GPU come la RTX 2080 Ti (il cui modello Asus Rog Strix è passato sotto le nostre abili manine). A questo sommiamo dei prezzi maggiormente vantaggiosi e alla possibilità di sfruttare la quarta generazione di PCI Express, esattamente come Nvidia ha dalla sua il supporto al Ray tracing; il tutto senza disdegnare nemmeno i consumi (che rimangono generalmente più bassi) o la sicurezza dei processori, che non supportano la possibilità di attacchi come Spectre, Foreshadow, MDS e Fallout.

Brava AMD, adesso è il momento di Intel di correre.

AMD e Intel: la lotta infinita.

La rivalità tra AMD e Intel è una delle faide che proseguono da più tempo all’interno dell’intera storia dell’informatica. Durante gli ultimi anni novanta AMD presentò i suoi processori Athlon, i primi a superare la barriera del gigahertz all’interno del mondo delle CPU consumer per desktop. La situazione dagli anni settanta in poi era stata, per Intel, di assoluto predominio sul mercato e l’arrivo di AMD fu come un fulmine a ciel sereno. Dopo i primi Athlon AMD riuscì a rosicchiare del market share ad Intel grazie alle ottime prestazioni degli Athlon XP e gli Athlon MP (questi sul lato server).

Il primo superamento di AMD nei confronti di Intel sulle quote di mercato arrivo con un successo ed un fallimento accaduti in modo ravvicinato: l’arrivo degli AMD Athlon 64 e i problemi legati ai Pentium 4 di Intel. Questi ultimi erano processori di potenza incredibile, con clock vicini ai 3GhZ ma pericolosamente calorosi, con temperature da stufa (chi ha posseduto un Pentium 4 saprà a cosa ci stiamo riferendo); tutto colpa del processo produttivo a 0.13 micron, estremamente difficile da gestire per l’epoca.

Con l’arrivo degli Athlon 64 l’azienda stava approfittando del raggiungimento del limite dei 3GB di Ram per processore a 32bit; l’arrivo dei processori a 64 bit permise all’azienda di ottenere qualcosa come il 30% di share nel segmento CPU casalinghe durante il 2004, portando Intel a quello che fu oggettivamente il punto più basso della sua storia.

Con l’arrivo dei processori FX AMD rimarcò nuovamente la sua posizione nel settore delle CPU consumer, grazie al moltiplicatore sbloccato e grazie all’aver portato l’overclock a portata di tutti. Gli AMD FX più potenti riuscivano sostanzialente a superare i Pentium Extreme Edition senza particolari problemi grazie a queste caratteristiche.

L’azienda indietreggiò unicamente con l’arrivo delle tecnologie legate al multicore, non riuscendo a coniugare correttamente consumi, clock per singolo core, temperature e consumi. Nonostante si fosse lanciata nel mercato attraverso gli Athlon X2 e X4, la compagnia si ritrovò incapace di gestire il consumo energetico (nonostante fosse all’epoca leader di settore) e incapace di offrire prestazioni soddisfacenti. Intel, con i core duo duo e con i Core duo offriva prestazioni decisamente superiori, anche con distacchi vicini al 50%. L’assenza di grandi errori da parte di Intel con le versioni core dei processori i3,i5,i7 solidificò nuovamente la sua posizion all’interno del mercato, grazie anche alla presenza dei processori Intel all’interno dei computer di Apple

Leggi anche: Il Computex di AMD tra Ryzen3 e le nuove GPU

This post was published on 8 Luglio 2019 19:27

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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