I videogiochi sono sempre stati in mezzo a tantissime controversie, tra cui il problema della dipendenza videoludica, o ancora l’omicidio di Payton Leutner a causa del mito di Slenderman.
Ma in questi giorni bui, successivi al massacro avvenuto alla scuola superiore Marjory Stoneman Douglas di Parkland, un uomo si esprime a gran voce, ergendosi a nemico dell’intrattenimento videoludico.
In molti hanno incolpato i videogiochi di essere causa di violenza nella vita reale, ma questa volta è il turno di Donald Trump, il Presidente degli Stati Uniti d’America.
La sua posizione è stata chiara fin dal lontano 2012: la violenza nei videogiochi crea mostri e va fermata. Oggi, ricoprendo la carica più importante degli USA, porta la questione alla Casa Bianca: durante una discussione riguardo la violenza armata nel suo paese, ha preso in esame anche l’influenza di film e videogiochi.
“Dobbiamo fare qualcosa riguardo a cosa (i giovani) guardano e con i videogiochi” afferma Trump. “Sento sempre più persone dire che il livello di violenza nei videogiochi sta plasmando la mente dei giovani” continua.
Trump non è tuttavia l’unica figura politica a demonizzare i videogiochi: a lui si unisce il governatore del Kentucky Matt Bevin, il quale, durante numerose interviste, ha incolpato direttamente i videogiochi come fattore scatenante di questi tragici eventi.
“Ci sono videogiochi che celebrano la violenza e, nonostante siano destinati ad un pubblico maturo, vengono giocati da un pubblico giovane e non c’è alcun modo per non permettere loro di giocarli” afferma il Governatore durante una intervista radiofonica.
In seguito alle affermazioni di Trump, la CNN ha deciso di intervistare uno studente della scuola di Parkland, la stessa dove è avvenuta la sparatoria.
“Quella del presidente è soltanto una patetica scusa” afferma Chris Grady, 19 anni. “Sono cresciuto giocando ai videogiochi – Call of Duty e tanti altri sparatutto in prima persona – e non mi azzarderei mai anche solo ad immaginare di togliere la vita ai miei compagni. È patetico.” conclude lo studente.
I commenti peggiori di Donald Trump sono però riservati ad i lungometraggi. Il presidente ammonisce apertamente il sistema di classificazione dei film, gestito dalla Motion Picture Association of America, affermando che questo potrebbe essere inadatto alla categorizzazione delle scene di violenza nei film.
“Avete la possibilità di vedere alcuni film, film violenti e, nonostante ciò, anche ad un bambino è permesso vederli se non presenta scene di sesso, nonostante presenta scene di violenza e omicidi. Dovrebbero classificare i film anche in base a ciò.” afferma Trump.
La posizione di Trump è controversa, quanti di voi la appoggiano? chi invece è contrario?
Fatecelo sapere nei commenti!
This post was published on 23 Febbraio 2018 14:45
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