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Wolfenstein: in Germania i nuovi giochi saranno rilasciati senza censure

Nonostante nel 2019 possa sembrare strano parlare di censura nel mondo dei videogame, è ancora possibile trovare casi, spesso anche celebri, di contenuti tagliati da opere più o meno famose. Uno degli esempi più celebri di ciò che abbiamo appena detto è senza dubbio rappresentato da Wolfenstein, la celebre saga di shooter in prima persona targata id Software.

I giochi appartenenti a questo franchise hanno sempre subito una censura in Germania, in cui veniva messa in commercio una “versione tagliata” rispetto a quella diffusa negli altri paesi europei. Motivo della censura? La presenza di svastiche, totenkopf ed altri elementi della simbologia nazista, di cui i videogame in questione sono pervasi, in quanto ambientati in un universo narrativo distopico in cui, appunto, la Germania del Terzo Reich ha vinto la Seconda Guerra Mondiale, con tutte le conseguenze del caso.

Ebbene, sembra proprio che, dopo anni di censure, l’orientamento degli organi di rating tedeschi stia per cambiare. I prossimi giochi della serie Wolfenstein, Youngblood e Cyberpilot, saranno infatti immessi nel mercato tedesco completamente privi di censure, adeguandosi, dal punto di vista dei contenuti, alle altre versioni europee.

Wolfenstein: niente più censura in Germania

Come può un logo di una band incappare nella censura di simbologie naziste?

Diciamocelo chiaramente e senza giri di parole: nonostante siano passati più di 70 anni, l'”eredità” lasciata dal nazionalsocialismo in Germania è quanto di più difficile da gestire ci sia al mondo, e se ci riflettiamo, non potrebbe essere altrimenti. Si tratta del periodo più buio della storia recente europea a cui, purtroppo, non mancano schiere di “nostalgici” pronti ad indossarne le effigi con sfoggio.

C’è da sottolineare, però, come la posizione della Germania sia sempre stata molto netta nei confronti del suo passato, censurando qualsiasi possibile riferimento, più o meno involontario, alla simbologia nazista. Si pensi, per fare un esempio, ai KISS, la celebre rock band americana che, per distribuire i propri dischi in terra tedesca, fu costretta a cambiare il proprio logo, in quanto le due “S” erano troppo simili a quelle delle SS, l’organizzazione paramilitare istituita dal partito nazista.

È quasi logico pensare che, se una band “inoffensiva” come i KISS aveva scatenato queste reazioni, una saga come Wolfenstein avrebbe suscitato censure ancora maggiori, data l’onnipresenza di soldati e simboli nazionalsocialisti.

Le ragioni dietro al cambio di idee dell’USK

Nonostante i nazisti, in qualsiasi gioco del franchise Wolfenstein, siano sempre stati gli acerrimi nemici di B. J. Blazkowicz, e siano stati spesso dipinti in maniera estremizzata e chiaramente parodistica, l’USK, l’organo di rating videoludico tedesco, aveva sempre imposto delle censure alla serie. Nelle versioni tedesche dei vari capitolo della saga, erano state rimosse tutte le svastiche ed i simboli nazisti, arrivando persino a rimuovere i celebri baffi quadrati di Adolf Hitler, spesso presente in qualità di villain, per renderlo meno riconoscibile.

Ebbene, questo inaspettato cambio di rotta è dovuto al cambiamento delle politiche nazionali tedesche che di fatto, in occasione dello scorso Agosto 2018, hanno consentito l’uso di simboli nazisti qualora la loro presenza fosse giustificata dal contenuto dell’opera. In questo modo, i videogame saranno, di fatto, equiparati ai film e ad altre opere di intrattenimento, che già avevano beneficiato di questo provvedimento.

Dopo anni di censura, quindi, sia Wolfenstein: Youngblood che Wolfenstein: Cyberpilot arriveranno nei negozi tedeschi in “versione integrale”, senza tagli di alcun genere, e probabilmente la scure della censura, in futuro, risparmierà sempre più videogame

Ricordiamo ai nostri lettori che Wolfenstein: Youngblood uscirà il prossimo 26 Luglio 2019 per Playstation 4, Xbox One, PC, Nintendo Switch e Google Stadia, mentre Cyberpilot sarà rilasciato lo stesso giorno, ma su Playstation 4 e PC.

Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti in merito.

This post was published on 28 Giugno 2019 19:25

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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