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Cyberpunk 2077: pronti a diventare Don Giovanni?

Lo sentite questo rumore, proveniente da fuori la vostra finestra? No, non sono le macchine, né il chiacchiericcio dal bar sotto casa. No, vedete, questi sono i rumori della tempesta di notizie, indiscrezioni, speculazioni, discussioni filosofiche che si è scatenata attorno a Cyberpunk 2077 a partire dallo scorso E3, una tempesta che è destinata a non placarsi e che oggi porta alle nostre orecchie indiscrezioni sostanziose su un comparto del gioco che incuriosisce tutti: ragazzi, oggi parliamo di come il kolossal di CD Project Red tratterà le romance, in base ad alcune gustose informazioni trapelate nelle ultime ore!

Francamente speriamo in relazioni molto più tranquille di questa…

In Cyberpunk si rimorchia!

Sì, non c’è modo migliore per dirlo: dalle dichiarazioni di alcuni membri del team, il potenziale ludico e narrativo di quello che è previsto essere uno degli action-rgp più immersivi e completi degli ultimi decenni farà della possibilità di intrecciare relazioni amorose uno dei suoi perni fondamentali.

CD Project ha infatti dichiarato che “il romanticismo sarà qualcosa di profondamente presente in Cyberpunk” e che i giocatori potranno avranno la possibilità di gestire le romance con i png tanto intrecciando con loro delle relazioni stabili quanto avendo l’occasione di fare una botta e v… ehm, volevo dire (scusate la brutalità) di passare con essi una notte d’amore in qualche stanza d’albergo.

Secondo le affermazioni di Paweł Sasko, lead quest designer del progetto, questo sistema di relazioni sarà gestito in maniera non diversa da quello di The Witcher 3, con tutta una serie di possibilità di dialogo che possono portare al corteggiamento di una persona, ma con una differenza sostanziale data dal soggetto di Cyberpunk, nettamente diverso da quello del predecessore. Quale?

Semplice: il sistema di relazioni di Cyberpunk 2077 è stato pensato per permettere al giocatore di vivere una vita romantica molto più attiva di quella del sempre sommo Gerlat di Rivia, con la possibilità di stabilire l’orientamento sessuale del nostro protagonista in modo non diverso da quanto accadeva in altri titoli narrativamente molto sofisticati, come i giochi BioWare. Questa differenza ha un motivo molto chiaro, legato al plot dei due titoli. Se infatti in The Witcher il giocatore era chiamato a impersonare un personaggio già pregenerato, oltretutto dalla lore molto definita, in Cyberpunk 2077 la possibilità di costruire il proprio personaggio da zero e di averne il controllo totale permetterà i programmatori di approcciarsi molto più liberamente alle scelte romantiche del PG.

E questa notizia ci dice molto su quanto il progetto di CD Project Red potrebbe alzare l’asticella del gaming nei prossimi anni.

Team Yennefer tutta la vita! (ops…)

Simulatore di vita in arrivo!

Dalle notizie che il nostro Michele ha raccolto negli scorsi giorni in merito alle caratteristiche della demo mostrata alla stampa negli scorsi giorni e sull’assenza di un sistema morale binario, l’impressione è che lo studio polacco voglia creare un ambiente di gioco in cui perdere ore, ore, ore, ore e ancora ore a costruire la nostra storia in uno scenario sapientemente pensato da CD Project per mettere alla prova la nostra fame di libertà narrativa. Potremo decidere come muoverci, a quali fazioni affiliarci e a quali no, potremo imbarcarci in una serie di quest e attività che, già ci sentiamo di dirlo, non ci deluderanno in quanto a divertimento e varietà.

Insomma, noi vivremo a Night City, la assaporeremo, alla fine di una run riusciremo persino a ricordare le differenze di costruzione dei gabinetti pubblici fra la zona ricca e i ghetti più malfamati della città.

In quest’immersività, la possibilità di intrecciare tante relazioni amorose ha un ruolo fondamentale, poiché possiamo già immaginare come molte delle scelte che faremo a livello sentimentale potranno cambiare la nostra permanenza in città e la nostra storia. Ancora, certo, non possiamo prevedere quanto ognuna di queste linee narrative sarà approfondite, se ci saranno cutscene dedicate a narrare alcuni passaggi oppure no, ma trattandosi di CD Project ci sentiamo di sbilanciarci e immaginare un ambiente narrativo complesso e ricco di sfumature, grazie soprattutto alla solida scrittura alla quale ci hanno abituati.

Narrazione totale

Lo scenario che le ultime notizie sulla realizzazione di Cyberpunk stanno delineando lascia quindi intendere come questo titolo possa ridefinire le coordinate del medium videoludico, raggiungendo nuovi standard di complessità.

Non pensiamo di esagerare: se davvero il nostro controllo dell’esplorazione del mondo di gioco sarà così profondo, supportato dal cavallo di battaglia della narrativa, rischieremo davvero di ritrovarci davanti a una splendida fabbrica di storie interattive, in grado di consentirci un’immersione pressoché totale. La possibilità di intrecciare tante relazioni diverse, infatti, non stuzzica tanto per la nostra voglia di intraprendere una carriera da playboy a Night City (bugia: chi scrive non vede l’ora di farlo!), ma per il fatto che ognuna delle situazioni che queste storyline ci metteranno davanti potrebbe incidere fortemente sulla trama e rendere ogni run diversa dall’altra. E se per esempio decidessi di tradire un mio alleato con sua moglie? Non potrebbe vendermi ai nostri nemici, spinto da gelosia e rabbia? Intrecciare una relazione omosessuale in alcuni quartieri magari “retrogradi” non potrebbe darmi una cattiva fama?

In un contesto narrativo di questa portata le relazioni giocano un ruolo chiave, e la cornice cyberpunk, genere che pone la ricerca della propria identità  (anche sessuale) fra i suoi punti fondamentali, non fa che rendere davvero interessante questa notizia.

“Facciamoci bella per l’appuntamento col moroso…”

C’è qualche rischio?

Ci sentiamo tuttavia di smorzare l’entusiasmo con qualche ragionamento critico (assolutamente non richiesto e forse anche un po’ antipatico).

Sappiamo perfettamente che CD Project Red riuscirà a portare a termine la sua missione e a donarci un progetto innovativo e coraggioso: dalla loro hanno infatti una conclamata attenzione al dettaglio e una spiccata originalità nel trattare generi e situazioni. Tuttavia, il rischio è nei dettagli; se, nel caso di The Witcher, il team polacco aveva dalla sua la possibilità di sfruttare un immaginario da dark fantasy realistico ancora non ben sviscerato nel videogioco immersivo, regalandoci un’esperienza narrativa richissima di emozione, ripetere l’operazione col cyberpunk potrebbe nascondere qualche rischio.

Il genere che CD Project si appresta a far atterrare nei nostri device è infatti ricco di splendide storie cariche di contenuti filosofici e morali di altissimo livello, in grado di costituire persino dei punti di riferimento per la filosofia contemporanea e ambiti come la bioetica. Intraprendere un percorso di sotrytelling simile a quello di The Witcher 3, ricco di quest e sottoquest che dovranno apportare qualcosa di nuovo a questo genere, qualcosa di emblematico, alza incredibilmente la posta in gioco. Data la fama dei polacchi di essere ottimi narratori, un confronto fra il loro nuovo kolossal e altre opere letterarie e cinematografiche sarà inevitabile. La sfida, allora, sarà quella di evitare i clichè, esplorare in profondità il genere, far sì che ogni singola relazione intrapresa e che voglia dar vita a un’emozione o una riflessione sia unica e inimitabile.

Noi però conosciamo bene i regali che CD Project Red ci ha già fatto. Li ricordiamo, pensiamo a quel che presto potremmo trovarci davanti. E fremiamo per l’emozione.

This post was published on 26 Giugno 2019 18:29

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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