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Twin Mirror rimandato al 2020: c’è davvero da gridare allo scandalo?

Le notizie che arrivano su Twin Mirror da queste caotiche giornate di E3 sono principalmente due: la prima è che il prossimo gioco di Dontnod, lo studio di sviluppo di Life is Strange e Vampyr, sarà, su PC, esclusiva di Epic Games Store, ma solo temporale. Il gioco poi arriverà anche sulla piattaforma Steam.

La seconda notizia riguarda il suo rinvio a una data da destinarsi del 2020. Twin Mirror è un’avventura story driven dall’atmosfera rarefatta, tra l’onirico e il soprannaturale, che sarà distribuita a episodi.

Il rinvio sta già facendo storcere il naso a molti, ma chi vi scrive ora sta per dare la sua modestissima, e impopolare, opinione e ve la dà sotto forma di domanda: siamo sicuri che rinviare un gioco sia un problema?

Aspettare per avere il meglio

La posticipazione di un videogioco non è un problema, a meno che questa non venga reiterata. La mia tesi non è assolutistica perché ci sono tantissimi motivi per rinviare un gioco, ad esempio effettivi problemi nello sviluppo e nella programmazione che possono spaziare da fondi carenti a uno staff numericamente non adeguato a un progetto ambizioso, da sbagliate previsioni a un cambio in corsa del team di sviluppo.

Non sempre però bisogna pensare al peggio. Se una software house decide di rinviare un gioco, non lo fa di certo per fare un dispetto ai fan, e possiamo essere sicuri del fatto che agli stessi sviluppatori non fa piacere. I videogiochi moderni hanno bisogno di tantissima forza lavoro e il rischio di incappare nel crunch time è sempre alto (per sapere il significato di questa definizione, leggete il nostro speciale).

Spesso ci si lamenta di giochi poco ottimizzati che hanno bisogno di una caterva di patch (quella del day one è praticamente una tassa “da pagare” sempre) per essere ritenuti giocabili. Ebbene, i rinvii spesso servono proprio a offrire un prodotto di qualità al consumatore, garantendo un’esperienza ludica e narrativa di alto livello che non avrà bisogno di ulteriori imponenti correzioni in futuro.

Twin Mirror è senza dubbio un progetto più “piccolo” rispetto a un Red Dead Redemption 2 o a un God of War, ma è anche vero che lo staff di Dontnod non può competere dal punto di vista quantitativo con Rockstar Games e Santa Monica Studio. Il suo rinvio non dovrebbe destare preoccupazioni, anzi, io personalmente sono molto tranquillo sulla qualità finale del titolo.

 

Ringraziano anche i nostri portafogli

Parliamoci chiaro: non tutte le conferenze E3 sono state entusiasmanti, ma possiamo dare la vittoria a Nintendo e mettere al secondo posto del podio Microsoft, soprattutto grazie all’intervento quasi divino di Keanu Reeves. Questa qualità altalenante però non nega un’evidenza: dal mese di ottobre (con un picco nel mese di novembre) del 2019 fino a buona parte del 2020, ci saranno tantissimi videogiochi da provare… e comprare.

Ora, immaginate se avessero ufficializzato Twin Mirror proprio per novembre 2019 o per aprile 2020 (e non è detto che non accada, ma Cyberpunk 2077 fa già la faccia truce), i soldi per comprare tutto dove li prenderemmo? Se siete milionari, buon per voi, ma credo che la maggior parte dei gamer non abbia i fondi per comprare tutto tutto all’uscita.

Spalmare le uscite è fondamentale sia per i publisher che, in questo modo, possono non fare la guerra a titoli più forti, sia per i giocatori che possono avere il tempo di risparmiare e recuperare tutte le uscite che gli interessano.

Voi lettori di Player.it cosa ne pensate?

This post was published on 12 Giugno 2019 14:52

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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