Prima di parlarvi del fatto che Konami abbia rivelato durante l’E3 di star lavorando al PC Engine mini, versione miniaturizzata dell’omonima console, è bene raccontarvi un po’ di storia.
Siamo abituati a pensare all’idea di console war come uno scontro fra i soliti tre nomi noti – Xbox, Nintendo, PlayStation. Non è sempre stato così, naturalmente, e fino ai primi anni ’90 i contendenti erano ben più di tre: molti ricordano probabilmente Sega e Atari tra i nomi più popolari, ma c’erano anche molti altri produttori, come ad esempio NEC ed il suo PC Engine.
Non particolarmente nota in Europa, PC Engine è una console con processore a 8 bit arrivata a cavallo di terza e quarta generazione di console (quelle di NES prima e SNES dopo, per intenderci) facendosi notare per la sua prodezza tecnica: racchiusa in uno chassis di piccole dimensioni, la CPU di PC Engine era dotata di un clock di 7,2Mhz che poteva visualizzare fino a 512 colori con supporto audio stereo; per fare un paragone, il super-popolare NES di Nintendo, nonostante le generose dimensioni, era dotato di un processore da 1,7Mhz, era in grado di elaborare 25 colori e offriva solo audio mono. Che dire poi delle cartucce? Mentre tutti conosciamo quelle ingombranti di Nintendo, le cartucce HuCard di PC Engine erano poco più grandi di una carta di credito e in grado di contenere fino a 2,5 MB (il gioco più “ingombrante” del NES non superava il singolo MB). Come se non bastasse, successive espansioni e ri-edizioni della console permettevano di usare i CD, rendendola la prima console a supportare il formato.
Sulla carta, questo piccolo gioiello tecnologico sembrava avere tutte le premesse per sfondare. Ma allora perché oggi ci ricordiamo solo di Nintendo e Sega? Il motivo è più banale di quello che sembra: i giochi. Mentre le popolari console Nintendo e Sega potevano godere del supporto di molti giochi ormai diventati veri e propri brand, PC Engine offriva titoli generalmente meno interessanti per il pubblico occidentale (tanto è vero che ben oltre metà del catalogo non è mai stato rilasciato in Nord America o Europa), e molti porting di titoli attraenti arrivarono solo in formato CD per le versioni revisionate della console, quando ormai SNES e Genesis erano disponibili. Tuttavia, molti dei titoli disponibili su più piattaforme, come ad esempio Street Fighter II o Castlevania: Dracula X, giravano sensibilmente meglio sulla piattaforma di NEC, la quale inoltre si ritagliò un pubblico di fan tra gli amanti degli sparatutto a scorrimento, dei quali era florida.
Tornando ai giorni nostri, pare che chi è fisicamente all’E3 abbia potuto mettere occhio alla versione mini della console, annunciata oggi da Konami. La console sarà rilasciata in 3 formati diversi con 3 diversi nomi a seconda della regione di distribuzione – esattamente come l’originale, chiamata PC Engine in Giappone, PC Engine Core Grafx in Europa, e Turbo Grafx 16 in Nord America. La versione mini, oltre ai soliti connettori HDMI e USB comuni a tutte le mini-console, godrà di una funzionalità di “salvataggio facile” che permetterà di salvare lo stato dei giochi in qualsiasi momento si desideri (utile, dal momento che si tratta di una piattaforma principalmente arcade), una doppia modalità schermo con possibilità di giocare a risoluzione maggiorata oppure in 4:3 con simulazione di un tubo catodico, e supporto fino a 5 controller tramite multi-tap (accessorio venduto separatamente).
La lista dei giochi, apparentemente, è diversa per ogni versione regionale della console. Per il momento, il Core Grafx europeo conterrà:
Lista completa dei titoli, prezzo e data di uscita della mini-console saranno resi noti nei prossimi mesi. Nel frattempo, se volete valutare l’acquisto di una mini-console, potete leggere la nostra opinione su questo articolo.
This post was published on 12 Giugno 2019 17:41
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