Quando parliamo di musica per videogiochi è impossibile evitare di citare Nobuo Uematsu, un allegro vecchietto della prefettura di Kochi che, attraverso il suo trentennale lavoro con Square Enix, ha modificato per sempre il mondo delle colonne sonore. Nobuo Uematsu è uno che viene definito dal Guardian come il Beethoven della musica dei videogiochi, non a caso diciamo.
Questa settimana ha visto l’ingresso di moltissime composizioni di Nobuo Uematsu e delle colonne sonore di Final Fantasy all’interno di Spotify, la nota piattaforma di streaming dedicata alla musica.
Non stiamo parlando di dieci canzoni o di due album completi: su Spotify ci sono praticamente le colonne sonore di praticamente tutti i videogiochi più importanti della saga, dal primo Final Fantasy sino arrivare alla colonna sonora di World Of Final Fantasy, lo spin off uscito un paio di anni fa su Playstation 4 e portato poi su Pc e Nintendo Switch.
Tutta queste serie di album e di musiche meravigliose sono ascoltabili attraverso Spotify, cliccando su questo link!
Ora che Nobuo Uematsu è finito all’interno di Spotify, virtualmente, non c’è più alcun motivo per rimanere ignoranti e non ascoltare alcune delle colonne sonore più importanti della storia dei videogiochi vecchi e moderni.
L’arrivo di Uematsu all’interno del mondo delle colonne sonore ha fatto fare un passetto in più al mondo del sonoro videoludico, passando dalla riproposizione di tracce già note alla creazione di nuovi pezzi prendendo gli stilemi della musica classica e passandoli attraverso un filtro fatto di onde quadre e limitazioni tecniche.
Nobuo Uematsu, in se, non ha inventato nulla: molte delle armonie e delle melodie che usa potrebbero essere riconducibili al mondo dell’impressionismo musicale e della musica romantica diventata famosa durante i primi anni del ventesimo secolo con Debussy o Ravel, senza contare alcuni richiami alla musica barocca. Alcuni dei suoi pezzi, come il tema di Aeris di Final Fantasy VII, hanno armonizzazioni che odorano di Satie, o momenti che sembrano usciti da un opera di Edvard Grieg.
Anche in Final Fantasy X ed in Final Fantasy I è possibile trovare importanti richiami al mondo della musica classica. Basta paragonare To Zanarkand, colonna sonora della splendida apertura del decimo capitolo all‘Humoresque No. 7 di Antonin Dvorak; discorso simile è possibile fare per il Battle theme del primo capitolo con la Slavonic March di Tchaikovsky.
Attraverso l’opening di Final Fantasy VIII, la famosa Liberi Fatali, Uematsu ha messo in piedi una specie di Carmina Burana videoludico aggiungendoci il latino ed un video in sottofondo in grado di stamparsi in modo semidefinitivo nella corteccia di chi guarda. Lo stesso Carmina Burana è stato usato come base per i testi di One Winged Angel, la leggendaria soundtrack dello scontro finale di Final Fantasy VII.
Forse il più grande merito di Uematsu, in tal senso, è di aver puntato talmente in alto con la sua musica da aver bucato lo schermo ed essere arrivato al cuore dei giocatori con idee e temi geniali.
Durante l’epoca dello Snes, in mondo controllato dal limitato spazio delle cartucce, Uematsu condensò due opere che al momento non sfigurano all’interno delle rappresentazioni con orchestra conosciute con il nome di Distant Worlds: parliamo di Aria di mezzo carattere e di Dancing Mad; questi due pezzi sono stati tra i primi pezzi chiptune ad aver preso e declinato le regole della musica classica all’interno di un videogioco, dividendosi in movimenti e sezioni o portando una rappresentazione teatrale in un mondo fatto di Pixel.
L’arrivo di Uematsu all’interno di Spotify è un passo in avanti verso un’ ulteriore popolarizzazione della musica per i videogiochi, che sta lentamente passando da musica con uno scopo a musica da ascoltare. Invece che sonorizzare unicamente i livelli per cui tale musica è stata scritta, stuoli di musicisti stanno pian piano facendo tesoro di tali lezioni armoniche e stanno declinando quelle lezioni e quelle melodie in altre direzioni.
Alcuni esempi potrebbero essere portati da enti come quelli dietro come Insareintherain o dalla Swedish Radio Symphony Orchestra, che portano la musica dei videogiochi all’interno di ambienti jazzistici, di scuole musicali o di importanti teatri internazionali. Anche musicisti di caratura internazionale come Flying Lotus o Fatima Al Qadiri stanno iniziando a mostrare nei loro spettacoli scampoli di produzioni videoludiche, allargando nuovamente la portata di tale musica.
Nel frattempo speriamo che le condizioni di salute del maestro siano in qualche modo migliorate e che torni presto a comporre musica.
This post was published on 7 Giugno 2019 16:22
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