Tetris. Anche chi non sa assolutamente nulla di videogiochi conosce Tetris. O, quantomeno, ha familiarità visiva con i tetramini “protagonisti” del titolo. E se non avete idea di cosa stiamo parlando, i casi sono due: siete finiti sul sito web sbagliato, oppure siete molto giovani e nessuno vi ha insegnato le basi. Non fuggite, perché siamo qua per commemorare la nascita di uno dei più famosi videogiochi mai creati.
Trentacinque anni fa, in Unione Sovietica
C’era una volta (anzi, c’è ancora, per fortuna) Alexey Pajitnov, un sorridente moscovita barbuto che oggi definiremmo nerd, cresciuto con due passioni: la matematica e l’elettronica. Divenuto ricercatore presso l’Accademia Russa delle Scienze, Alexey ricevette il compito di testare le possibilità degli hardware più recenti disponibili. Nacque così l’idea di Tetris, ispirato ai puzzle matematici e pensato per mostrare le capacità dei calcolatori sovietici.
La prima versione di Tetris, risalente al 1984, fu sviluppata in poche settimane su un computer Electronika 60 privo di capacità grafiche e, pertanto, con un’interfaccia “finta” simulata usando solo caratteri di testo. La grafica ed i colori apparvero per la prima volta un paio di anni dopo, quando alcuni colleghi di Alexey svilupparono una versione per computer IBM-compatibili.
Da lì in avanti, il gioco iniziò a diffondersi su varie piattaforme e sistemi operativi anche al di fuori dei confini dell’Unione Sovietica, fino a culminare con la sua apparizione nel 1989 come titolo di lancio per la console portatile di Nintendo più celebre di tutti i tempi, il Game Boy.
Il successo fu straordinario: Tetris, venduto in bundle con il Game Boy in Nord America ed Europa, divenne la killer app della piattaforma – il gioco che spingeva tutti a voler comprare un Game Boy per poter perdersi in quel passatempo interminabile anche fuori da casa e ufficio.
Da lì in avanti, il gioco si diffuse su praticamente qualsiasi dispositivo esistente con decine di versioni diverse. Nel 2010, fu stimato che le varie versioni del gioco (digitali e fisiche) abbiano venduto oltre 170 milioni di copie, un record superato solo da Minecraft (176 milioni di unità vendute).
Il successo non si è ancora fermato – basti pensare che il 2018 ha visto uscire Tetris Effect, un gioco puzzle-musicale per PlayStation VR, e Tetris 99, essenzialmente Tetris classico in formato battle-royale multiplayer contro altri 99 giocatori su Nintendo Switch.
L’eredità
Potremmo perdere ore a scrivere informazioni più dettagliate sulla storia di Tetris o sui mille fun-fact che la riguardano – come per esempio il fatto che fino a metà degli anni ’90 Alexey non vide un centesimo delle royalty di Tetris a causa del caos legale internazionale che circondava la proprietà intellettuale del titolo e le politiche dell’URSS. Non lo faremo: se volete sapere di più sulla storia dello sviluppo usate Google e Wikipedia, troverete qualsiasi noioso dettaglio aggiuntivo.
Il motivo per cui vogliamo ricordare Tetris si spiega nell’esistenza stessa di questo articolo: sono passati 35 anni, e ancora le persone ne parlano. In qualsiasi parte del mondo andiate, ci sarà sempre qualcuno o qualcosa che farà riferimento al gioco, anche solo usando i colori o le forme che lo contraddistinguono. Ironicamente, anche i brani musicali usati nel gioco vengono più facilmente identificati come “la musica di Tetris” piuttosto che come tradizionali canzoni popolari russe (quali essi sono) riadattati in formato elettronico.
Volete fare arrabbiare un russo? Chiamate questa canzone “la musica di Tetris”.
Tetris ha segnato un’epoca, dimostrando agli americani degli anni ’80 che anche i sovietici sapevano fare videogiochi, e in un certo senso contribuito alla fine della Guerra Fredda mostrando all’URSS il valore ($$$) del capitalismo. Ah, sì, ha anche probabilmente trasformato milioni di persone in videogiocatori, e distrutto la produttività di innumerevoli luoghi di lavoro.
E Alexey? Non ha mai davvero smesso di fare videogiochi: oltre a contribuire a svariate versioni di Tetris, ha creato svariati giochi puzzle in particolar modo per conto di Microsoft. Se avete avuto una Xboxc 360, c’è buona probabilità che abbiate accidentalmente giocato uno dei suoi giochi, ovvero Hexic HD, preinstallato su tutti gli hard disk come parte del servizio Xbox Live Arcade. L’ultimo gioco sviluppato da Alexey è Marbly, rilasciato per iOS nel 2013.
Non abbiamo idea di cosa Alexey stia facendo oggi: l’ultima volta che l’abbiamo visto, si è trattato un incontro casuale mentre il sottoscritto stava bevendo un cocktail (più precisamente un Long Island) nel retro del Nokia Theatre di Los Angeles, durante un’esibizione del Video Games Live tenutasi nei giorni dell’E3 2014 – ma questa è un’altra storia.
E adesso, andatevi a fare una partita nella versione web disponibile sul sito ufficiale. O ovunque altro vogliate.