Nonostante tutte le tante voci di corridoio, e nonostante possa sembrare strano esprimersi come segue parlando di un survival horror basato sugli zombie: Dead Island 2 non è morto! Il gioco in questione è ancora nei piani di Deep Silver e THQ Nordic, che invitano la propria fanbase a rimanere sintonizzata, in attesa di ulteriori novità in merito.
Ricordate il comunicato con cui il publisher austriaco dichiarava di essere al lavoro sullo sviluppo di 80 videogame, di cui 48 ancora da annunciare ufficialmente? Bene, sembra proprio che il nuovo capitolo della saga di Dead Island rientri in questa enorme lista, per la felicità di tutti gli appassionati, soprattutto di quelli che stavano iniziando a perdere le speranze.
Dire che il titolo in questione abbia avuto uno sviluppo travagliato è un eufemismo; tuttavia, chi segue l’industria videoludica, con tutte le sue bizzarre ed assurde evoluzioni, saprà benissimo che Dead Island 2 è in ottima compagnia.
Nelle righe che seguono, vi parleremo delle storie di cinque giochi che sono entrati in produzione perdendosi tra le nebbie dello sviluppo, per poi uscirne all’improvviso totalmente cambiati e stravolti, nella migliore delle ipotesi.
Mettetevi comodi, state per leggere la storia di Dead Island 2 e dei suoi “fratelli”.
Dead Island 2, il gioco che non c’è
Alzi la mano chi, a quasi cinque anni di distanza dalla presentazione del trailer di gioco alla conferenza Sony dell’E3 2014, avrebbe scommesso che Dead Island fosse ancora vivo, o quantomeno “non morto”. Scherzi e giochi di parole a parte, in molti hanno temuto che del titolo si fossero definitivamente perse le tracce, soprattutto dopo il brusco cambio di rotta operato da Deep Silver che, dopo aver inizialmente affidato lo sviluppo del progetto a Techland, ha poi optato per Sumo Digital, distintasi per aver creato LittleBigPlanet 3.
In tantissimi pensavano che il gioco fosse oramai cancellato, ma THQ Nordic, nella persona del suo CEO Lars Wingefors, ha affermato a chiare lettere che Dead Island 2 si farà, che è ancora in sviluppo, ma che vedrà la luce. A questo punto, non ci resta che attendere fiduciosi… sempre se una “vera” apocalisse zombie non devasti il pianeta prima!
Duke Nukem Forever: tra tamarragine ed obsolescenza
Che ci crediate o no, il primo annuncio di Duke Nukem Forever risale al lontanissimo 1997, ben 22 anni fa! Il titolo sarebbe dovuto arrivare sul mercato nel 1998, ma qualcosa non è andato per il verso giusto, dilatando all’inverosimile il tempo che hanno dovuto attendere i fan del Duca.
Le cause di un ritardo di quasi 14 anni sono le più varie: cambi del motore grafico da utilizzare, problemi circa l’acquisizione di determinati diritti e licenze e, soprattutto, la decisione di ricominciare il progetto da zero, avvenuta nel 2002. Risultato di cotanta attesa? Un gioco che trasuda tamarragine da tutti i pori (o da tutti i pixel) ma che, con un Benjamin Button digitale, nasce purtroppo già vecchio.
Ad oggi, Duke Nukem Forever rappresenta l’ultima apparizione del Duca che, stando alle parole di Gearbox, avrà bisogno di design del tutto nuovo, prima di poter tornare sulle scene. L’unica certezza è che, neanche a dirlo, ci sarà da attendere ancora.
Kingdom Hears III: ogni favola ha il suo lieto fine
Per tanti, tantissimi anni, parlare di Kingdom Hearts III ha significato parlare di una chimera, di un miraggio, del sogno proibito di qualsiasi gamer. Il gioco cominciò ad essere in progettazione nel 2007, subito dopo l’uscita di Kingdom Hearts: Birth By Sleep, quando Disney contattò Tetsuya Nomura, dicendosi interessata al terzo capitolo di una delle saghe RPG più amate di sempre.
La ragione del ritardo del gioco, stavolta, è chiara e ben delineata: Square Enix, ai tempi, era totalmente concentrata sullo sviluppo di Final Fantasy XV, che aveva assorbito gran parte delle sue risorse. Un ulteriore sbaglio, stando alle parole di Nomura, fu poi iniziare a parlare troppo presto di Kingdom Hearts III, generando hype nei fan, che non riuscivano ad accontentarsi dei tanti spin off della serie.
Tuttavia, questa interminabile favola ha poi avuto un lieto fine: il 29 Gennaio 2019, infatti, Kingdom Hearts III è stato finalmente rilasciato, con sommo gaudio di pubblico e stampa di settore. Non ci credete? Leggete la nostra recensione e cambierete idea!
The Last Guardian: quando l’attesa si estende a due generazioni di console
Genio e follia spesso corrono sullo stesso binario, e la linea di confine tra l’uno e l’altro è assai sottile. Chiunque ami le opere di Fumito Ueda sa benissimo di cosa stiamo parlando, e conosce altrettanto bene l’interminabile attesa che ci ha separata da The Last Guardian, una delle esclusive per Playstation 4.
I lavori relativi al gioco sono iniziati nel 2007, mentre la sua uscita era prevista per il 2011, su Playstation 3. Ebbene, anche in questo caso, le fumose nebbie dei tempi di sviluppo hanno avvolto il titolo e, per anni, non se ne è saputo più niente, complice anche la rottura tra Sony e Ueda, che rimase però a capo del progetto.
Il gioco è poi riapparso all’E3 2015, accompagnato da un vero e proprio boato del pubblico all’annuncio della data di uscita, prevista per Dicembre 2016.
Così come avvenuto per Duke Nukem Forever, la gestazione così lunga e travagliata ha dato alla luce un videogame con una grafica non al passo coi tempi, ma che ha toccato vette altissime grazie ad un gameplay unico nel suo genere e ad una trama sapientemente narrata. Per poter giocare a The Last Guardian, ora abbiamo qualche capello bianco in più, ma ne è valsa decisamente la pena.
Deep Down: vaporware allo stato più puro
Se per Dead Island 2 ed i suoi fratelli un lieto fine c’è stato, o ci sarà a breve, lo stesso non può dirsi di Deep Down. Il gioco targato Capcom è comparso la prima volta nel 2013, in occasione della conferenza di lancio di Playstation 4. Il videogame si presentava come MMORPG, in cui i giocatori avrebbero dovuto affrontare dei dungeon procedurali, con tutti i pericoli in essi contenuti.
Da quel momento, al di là di una beta, del gioco non si è saputo più nulla, se non che il progetto si è espanso in una maniera tale da richiedere una sua rivisitazione. Troppo poco per soddisfare tutti coloro che lo attendevano, e che lo attendono tuttora.