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Denuvo rimosso anche da Rage 2: altro insuccesso?

Dopo un periodo di “calma apparente“, Denuvo ha incassato un altro colpo: il celebre software anti-pirateria è stato rimosso da Rage 2, lo shooter recentemente pubblicato da Bethesda. Lo si apprende da un post pubblicato dal team di sviluppo su Steam, in cui si annuncia che, tra i vari fix e modifiche apportati al gioco, rientra anche la rimozione, non si sa se temporanea o definitiva del DRM.

Non sono ancora chiare le ragioni di questa scelta, e non è detto che la rimozione possa essere definitiva; tuttavia, quanto accaduto non si discosta molto da quanto si verificatosi in precedenza su tutta una serie di altri tripla A, che si sono visti costretti a rimuovere il software in questione non tanto per un eventuale aggiramento dei suoi sistemi di sicurezza, quanto per il sempre paventato peggioramento delle prestazioni dei giochi che avrebbe dovuto “proteggere”.

I casi in cui Denuvo è stato violato, spesso in tempi assai brevi, sono numerosi, e non sono mancate neanche lamentele sul vociferato appesantimento delle perfomance videoludiche. Nelle righe che seguono, elencheremo i casi più eclatanti, ripercorrendo la storia del software anti-pirateria più discusso del momento.

Denuvo: la storia di un software nell’occhio del ciclone

Il software anti pirateria finisce di nuovo al centro delle polemiche.

Lanciato per la prima volta sul mercato il 23 Settembre 2014, Denuvo si presentava come il “difensore videoludico” più avanzato dal punto di vista tecnologico, che avrebbe dovuto alzare un muro sui videogame tutelati, così da garantire una protezione invalicabile “a prova di pirata”. Ebbene, a qualche anno di distanza, possiamo dire che la realtà è stata ben diversa da quella prospettata.

Nonostante il fatto che la società austriaca non abbia mai effettivamente rivelato il funzionamento del suo software, a pochi mesi di distanza dal rilascio della sua prima versione si erano già verificate le prime violazioni da parte di gruppi di hacker.

Se è pur vero che “Ogni gioco protetto prima o poi viene craccato”, stando alle parole utilizzate da Denuvo in persona, la lista di titoli in cui il software è stato violato sembra accrescersi ogni giorno di più. Da Fifa 15 a Doom, da Titanfall 2 a Mass Effect Andromeda, passando per Tekken 7, violato appena quattro giorni dopo la sua release ufficiale. L’unica eccezione è stata rappresentata da Assassin’s Creed: Origins, che ha resistito ai “pirati” per alcuni mesi, prima di essere craccato.

L’unica reazione possibile alla pirateria consiste nell’elaborare nuove versioni del software anti-tamper il più velocemente possibile, ma non sono stati pochi i casi in cui alcune software house hanno addirittura scelto di rimuovere il DRM, ma per motivi spesso slegati alla pirateria.

Il “caso RiME” e le reazioni delle software house

Mai arrendersi alla pirateria informatica.

Quanto avvenuto con RiME ha gettato non poche ombre sull’effettivo funzionamento di Denuvo che, secondo un gruppo di hacker, andrebbe a sovraccaricare la CPU andando, di fatto, a peggiorare la performance del videogame, soprattutto per quanto riguarda il frame rate, rendendolo quasi ingiocabile.

Nonostante questi sospetti siano sempre, di fatto, rimasti sempre soltanto delle voci di corridoio mai ufficialmente confermate, Tequila Works decise ugualmente di rimuovere il DRM da RiME, rendendolo molto più esposto alla pirateria informatica. Anche nel caso di Assassin’s Creed: Origins fu riscontrato un problema simile, dovuto però alla presenza di una “doppia protezione”, costituita sia da Denuvo che da MVProject.

Tuttavia, al di là dei casi ora riportati, occorre ricordare che, ad oggi, Denuvo rappresenta il sistema di protezione informatico più sicuro, aggiornato ed affidabile attualmente disponibile sul mercato. Come sottolineato anche dalle dichiarazioni rilasciate da Square Enix, il software in questione è l’unico vero argine contro la pirateria videoludica, l’unico vero deterrente al cracking più selvaggio.

Proprio per questa ragione, nonostante alcuni passi falsi, è più che legittimo che gli sviluppatori continuino ancora a riporre fiducia nella società austriaca per la tutela delle loro opere, nella speranza che la pirateria informatica possa essere quantomeno ridimensionata nel prossimo futuro.

This post was published on 17 Maggio 2019 15:13

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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