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Le cinque bastardate peggiori dei videogiochi

Diciamocelo chiaramente: il livello di difficoltà dei videogiochi degli ultimi anni si è decisamente abbassato. Salvo rarissime eccezioni, infatti, è possibile completare gran parte dei tripla A presenti sul mercato; anche chi volesse dedicarsi all’ottenimento di tutti gli obbiettivi e trofei avrà ben poca fatica da fare. Tutto è ottenibile con uno sforzo abbastanza relativo.

Eppure, basta risalire con la memoria a qualche anno fa per rendersi conto non solo di quanto un videogame fosse difficile da completare ma, soprattutto, di quanto una scelta tecnica, o addirittura un semplice bug, potesse compromettere irrimediabilmente l’esperienza di gioco.

Nelle righe che seguono, andremo a rivisitare le cinque peggiori “bastardate”, le cinque fregature più cocenti che il nostro medium preferito ci ha riservato nel corso degli anni, ripercorrendo il nostro passato videoludico e, soprattutto, imparando ad apprezzare tutte le migliorie tecniche apportate ai videogiochi negli ultimi anni.

Bastardata #1: Alex Kidd e la combinazione finale

Dite la verità: quanti di voi si sono bloccati in questa stanza?

Questa prima “fregatura” è rivolta ai gamer di vecchia data, magari già con qualche capello bianco in testa. Chiunque abbia comprato il Sega Master System II, non potrà non aver giocato ad Alex Kidd in Miracle World, in quanto il gioco era preinstallato nella console. Nonostante si trattasse di una “copia” di Super Mario piuttosto evidente, il videogame in questione era abbastanza godibile, se non fosse per un piccolo particolare che, di fatto, rendeva praticamente impossibile completarlo.

Uno degli stage finali richiedeva l’inserimento di un codice: dovevano essere messi in sequenza dei simboli, il cui ordine era determinato dalle fasi di gioco in cui li avremmo notati nei vari livelli.

Sta di fatto che questi simboli era talmente ben camuffati da poter essere notati solo dagli sguardi più attenti e, inoltre, ogni errore nell’inserimento della combinazione avrebbe generato un fantasma immortale che, di fatto, avrebbe ucciso il nostro eroe. Inutile poi aggiungere che, una volta esaurite le vite, si era obbligati a ricominciare il gioco dall’inizio.

Bastardata #2: Final Fantasy XII e le casse invisibili

Le casse invisibili sono state un problema per tantissimi giocatori.

Facciamo un salto indietro fino al 2006, anno in cui fu pubblicato il dodicesimo capitolo della saga di Final Fantasy, che andrà ad apportare non poche novità al gameplay di uno degli RPG per eccellenza. Anche in questo caso, però, è presente una “bastardata” non indifferente.

Nel titolo targato Square Enix erano presenti ben quattro armi nascoste, riposte all’interno di bauli “invisibili”. Proprio così, avete capito bene: si trattava di casse del tesoro che, semplicemente, non apparivano su schermo e che, quindi, non erano visibili ad occhio nudo. Va da sé che le armi in questione, tra cui figuravano la Zodiac Spear ed il Seitengrat, erano le più forti presenti nel videogame.

Al giorno d’oggi, il problema sarebbe facilmente aggirabile consultando una videoguida, ma nell’oramai lontano 2006, l’unica soluzione disponibile per capire come trovare quelle armi era comprare la guida cartacea ufficiale del gioco.

Bastardata #3: Fallout e le missioni secondarie

I bug… i bug non cambiano mai!

Sui bug presenti nei giochi targati Bethesda si è oramai detto e scritto di tutto, ma una delle bastardate più “recenti” che abbiamo da mostrarvi riguarda proprio la saga post apocalittica per eccellenza. Chiunque abbia giocato ad almeno un capitolo della serie saprà benissimo quanto articolato sia il sistema di missioni in esso presente.

Se per la main quest difficilmente sorgevano problemi, le missioni secondarie erano tutto un altro paio di maniche. Come in ogni RPG che si rispetti, le side quest vengono assegnate parlando o interagendo con determinati personaggi; nel caso di Fallout però, come ben sappiamo, quasi tutti i personaggi presenti nel gioco possono essere uccisi, anche accidentalmente.

Nel caso in cui doveste “accidentalmente” uccidere un personaggio che aveva il compito di assegnarvi una missione secondaria, sappiate che, senza un salvataggio precedente a “portata di mano”, potreste esservi preclusi intere side quest. Sotto questo aspetto, quindi, viva i checkpoint!

Bastardata #4: Metal Gear Solid e la frequenza radio

Il codec di Metal Gear Solid ci rievoca dolci ricordi.

Se avete giocato al primo capitolo della saga che reso Hideo Kojima celebre nel mondo, non potrete non ricordare le lunghissime chiacchierate sul Codec. Attraverso quella trasmittente, infatti, era possibile compiere tutta una serie di azioni, tutte effettuate parlando con degli specifici personaggi. La conditio sine qua non era una soltanto: conoscere la frequenza da contattare!

Nella gran parte dei casi, queste frequenze ci venivano fornite automaticamente con la progressione nella trama di gioco; tutte tranne una: quella di Meryl! Il colonnello Becker ci dirà, infatti, che la frequenza era scritta… “sul retro del cd!“. Ebbene si, si trattava di uno dei sistemi anti pirateria più originali che siano mai stati concepiti: senza la copia autentica del gioco, si era costretti ad andare a tentativi.

Tuttavia, anche possedendo il cd originale, non era chiaro dove fosse esattamente posizionato il codice. Semplicemente, in una delle immagini sul retro della confezione, si vede una conversazione via Codec tra Snake e Meryl, con tanto di frequenza in bella mostra.

Bastardata #5: Le Tartarughe Ninja ed il salto impossibile

Le Tartarughe Ninja sono una parte essenziale dell’infanzia e / o dell’adolescenza di ogni gamer, soprattutto di quelli non più giovanissimi. Il franchise ha ricevuto tanti adattamenti videoludici, tra cui uno per MS – DOS che è diventato noto per un bug che, di fatto, ne impediva il completamento.

In uno degli stage, infatti, era richiesto che il giocatore effettuasse un salto su una determinata piattaforma che, a causa di un errore di conversione, era di fatto irraggiungibile. Quel salto era però necessario per raggiungere il boss di fine livello e progredire nel gioco.

Nel video in allegato, è presente sia il bug in questione che un glitch che consentiva di poter bypassare tutta la parte rimanente del livello. C’è da aggiungere che il bug fu poi corretto in una versione successiva del gioco, ma è proprio in casi come questo che bisogna letteralmente benedire la presenza delle odierne patch, che consentono una risoluzione “rapida ed indolore” di questo genere di problemi.

 

This post was published on 14 Maggio 2019 16:24

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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