La Entertainment Software Association ha annunciato un importante cambiamento a livello amministrativo: Stanley Pierre-Louis sarà il nuovo CEO dell’associazione. Pierre-Louis fa parte dell’ESA dal 2015 e da oggi ricoprirà il ruolo di amministratore delegato. Si tratta di una notizia molto importante perché l’ESA è una delle associazioni più influenti nel panorama dell’intrattenimento digitale.
Un recente rapporto ha illustrato i numerosi problemi che l’ESA ha affrontato negli ultimi anni, culminati con l’uscita dell’ex presidente e CEO Michael Gallagher. Con il morale basso all’interno dell’azienda, il nuovo boss ha certamente molto lavoro di cui occuparsi.
Ma esattamente, cosa fa l’ESA? Questa associazione ha molteplici scopi e si occupa a 360 gradi del mondo dei videogiochi.
L’Entertainment Software Association si dedica, ad esempio, a fornire i propri servizi alle aziende che pubblicano videogiochi per console, PC e dispositivi portatili. L’ESA offre una vasta gamma di servizi ai suoi membri, tra cui un programma globale per la sicurezza dei contenuti, ricerche e studi di settore per le imprese e i consumatori, si occupa di relazionarsi con i governi per regolamentare tutto ciò che riguarda il mondo dell’intrattenimento e della protezione della proprietà intellettuale. L’ESA, tra l’altro, gestisce l’E3, la principale fiera mondiale di videogiochi.
L’ESA si impegna, inoltre, con una serie di importanti partnership, a promuovere l’impatto positivo dei videogiochi su aree della vita quotidiana come l’istruzione, la salute e il luogo di lavoro.
L’ESA ha raggiunto anche obiettivi filantropici istituendo la Fondazione ESA nel 2000. La Fondazione ESA fornisce borse di studio alla prossima generazione di innovatori del settore e supporta organizzazioni e istituti di beneficenza che sfruttano software e tecnologie di intrattenimento per creare opportunità significative per i giovani americani.
Parliamo, dunque, di un sistema che i videogiocatori moderni devono assolutamente conoscere e supportare.
Stanley Pierre-Louis diventa amministratore delegato proprio quando l’industria dei videogiochi raggiunge picchi senza precedenti. Secondo l’ESA, infatti, oltre 164 milioni di adulti attualmente giocano ai videogiochi. L’industria ha guadagnato 35 miliardi di dollari di fatturato nel 2018, più degli anni precedenti, e nel suo complesso vale 43,4 miliardi di dollari. Un periodo florido, ma anche pieno di controversie.
L’ESA combatte varie battaglie in difesa dei consumatori e delle aziende, cercando di trovare compromessi tra il profitto di quest’ultime e i diritti dei primi. E non sempre è cosa facile.
Una delle controversie che maggiormente sta creando caos del mondo dei videogiochi è quella che riguarda le microtransazioni. Esistono varie proposte di legge che cercano di vietare loot box e microtransazioni nei videogame. L’ESA ha da subito chiarito la propria posizione dichiarando di non considerare le loot box al pari del gioco d’azzardo, allo stesso tempo ha detto di essere disposta a collaborare con il governo federale per risolvere la questione.
L’ESA ha anche dovuto fare i conti con l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha classificato la dipendenza da videogiochi come un disturbo mentale, senza contare le enormi polemiche quasi quotidiane sulla violenza nei videogiochi e del loro impatto negativo sui giovani.
Proprio in relazione a presunti effetti negativi dei videogiochi sui ragazzini, l’ESA ha pubblicato una ricerca molto interessante intitolata “Student attitudes to games-based skills development: Learning from video games in higher education“. In questo studio di Matthew Barr, viene rivelata una percezione ampiamente positiva dell’efficacia dei giochi sullo sviluppo delle competenze e vengono discussi gli aspetti del gioco che gli studenti ritengono contribuiscano allo sviluppo delle abilità. Questi aspetti includono la necessità di comunicare con i compagni di squadra per avere successo e la natura fluida e imprevedibile delle sfide del videogame.
Per leggere l’intera ricerca, cliccate qui.
Vi ricordiamo, inoltre, che l’E3, organizzato dall’ESA, inizia tra circa un mese, anche se negli ultimi mesi la rassegna è stata messa in discussione da più parti. Sebbene la maggior parte dei publisher stia ancora pensando di esibirsi alla convention, altri grandi nomi di alto profilo hanno deciso di saltare lo show, in particolare Sony, ormai sempre più decisa a puntare sul proprio State of Play.
L’E3 rimane uno degli eventi più seguiti sul mondo dell’intrattenimento digitale e noi personalmente lo attendiamo sempre con molto hype. Lo stesso vale per voi? Fatecelo sapere nei commenti.
This post was published on 14 Maggio 2019 11:53
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