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Ancora rimpianti per Silent Hills: parla il mangaka Junji Ito

Più si torna sull’argomento della cancellazione di Silent Hills, più crescono i rimpianti dei giocatori e delle persone che erano coinvolte nel processo creativo del gioco. Le personalità che stavano lavorando al progetto facevano parte non solo del mondo dei videogiochi, ma anche del cinema e, come vedremo, del fumetto. I nomi che tutti ricordano solo i soliti tre: Hideo Kojima, e qui non ci piove, il regista messicano de Il Labirinto del Fauno e La forma dell’acqua Guillermo Del Toro e l’attore statunitense Norman Reedus – ora coinvolto in Death Stranding.

A far parte del team di lavoro, ovviamente, c’erano molti altri personaggi legati al mondo dell’intrattenimento, tra cui un fumettista giapponese, Junji Ito. Chi è Ito? È considerato uno dei principali autori di manga horror, il creatore di Tomie, opera del 1987 con protagonista una studentessa che torna in vita dopo essere stata mutilata dai propri compagni di classe. Il suo apporto si sarebbe dovuto manifestare nei disegni dei mostri che avremmo incontrato durante l’avventura.

Junji Ito: non ho mai giocato a Silent Hill

Proprio Junji Ito ha deciso di tornare sulla dolorosa questione durante il Toronto Comics Art Festival. La sua prima indiscrezione è molto particolare, infatti, ammette candidamente di non conoscere quasi nulla del mondo dei videogiochi:

Non so nulla dei videogiochi. Io non li gioco. Ho paura, diventando giocatore, di mancare le scadenze dei miei lavori. Non ho mai giocato a Silent Hill. Conosco Hideo Kojima da 20 anni. È tipo un fratello maggiore.

Continua poi dicendo che Del Toro aveva le idee ben chiare su Silent Hills e sul livello di orrore che avrebbe dovuto raggiungere:

Kojima era a Konami allora. Sono andato a un incontro e Del Toro mi ha abbracciato. È venuto fuori che Del Toro è un grande gamer. Del Toro voleva che il gioco fosse ambientato in un’unica location e che l’horror fosse buttato in faccia al giocatore.

L’ultima dichiarazione è quella che forse fa più male, perché Ito, come abbiamo detto, avrebbe dovuto disegnare le mostruosità presenti nel mondo di gioco. Purtroppo, non c’è nulla, lui non è mai arrivato a disegnare qualcosa perché il progetto si è arenato:

Una volta finita la riunione su Silent Hills, siamo andati al karaoke. Dopo questo non ho sentito nient’altro. Ho sentito da fonti esterne che il progetto era stato cancellato. Ho continuato a vedere Kojima e Del Toro. Non ho mai iniziato a disegnare i mostri. Non esiste nulla. Non ci sono bozze o schizzi.

Silent Hills abbandonato troppo presto

Quest’ultime parole lasciano davvero l’amaro in bocca perché sembra proprio che Silent Hills sia stato gettato nel cestino senza rifletterci neanche poi così tanto. Il team era affiatato, ascoltando le dichiarazioni di Ito, tutti avevano un proprio ruolo definito e delle idee interessanti, ma P.T. è l’unica traccia che rimane.

Ancora oggi non abbiamo tutti gli indizi per capire cosa sia successo davvero tra Konami e Kojima di così grave da portare alla cancellazione di Silent Hills, e alla morte stessa della saga, ci verrebbe da dire, visto che un nuovo capitolo sembra utopia. Quel che è certo è che, come spesso accade, sono stati i giocatori e i fan più accaniti ad avere la peggio. Difatti, come abbiamo descritto in un precedente articolo, Konami è in salute grazie a titoli mobile e pachislot.

C’è ancora qualcuno che spera che la serie di Silent Hill possa avere un futuro? E come si potrebbe venirne a capo?Fatecelo sapere nei commenti.

This post was published on 13 Maggio 2019 11:28

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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