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Devil May Cry 5 & Capcom: rinascita di un brand, riaffermazione di una casa madre

A circa due mesi dallo stiloso rilascio di Devil May Cry 5, il Game Director Hideaki Itsuno tira le fila del suo progetto, dichiarando apertamente che il quinto capitolo della leggendaria saga di ammazza demoni è riuscito a soddisfare ampiamente le aspettative di Capcom. 

Cosa può significare ciò per noi videogiocatori? Capcom è forse riuscita a ritornare sulla cresta dell’onda dopo una Settima Generazione quasi tutta da dimenticare? Cosa ci aspetta nel futuro della casa di Osaka? Scopriamolo insieme.

 

Smokin’ Sexy Sales

 

 

Partiamo con i dati empirici: in sole due settimane dal suo rilascio, Devil May Cry 5 è riuscito a vendere e distribuire ben 5 milioni di copie, un traguardo che si pensava inarrivabile per il franchise di Dante&Co. Il fallimento di pubblico del reboot da parte di Ninja Theory aveva infatti scoraggiato Capcom nel produrre non solo ulteriori Devil May Cry, ma anche nuovi action hack’n slash che il pubblico non avrebbe gradito. 

Per capire l’enormità di questi dati, basti pensare che il solo Devil May Cry 4, ultimo capitolo della saga sviluppato da Capcom prima del 5 e rilasciato nel 2008 agli inizi della Settima Generazione, ha venduto complessivamente solo 3 milioni di copie in questi 11 anni, di cui solo 200.000 provengono dalla Special Edition sviluppata e rilasciata per PS4 e XBOX One nel 2014 e PC nel 2015. 

L’incredibile successo di Devil May Cry 5 non è stata solo una riaffermazione della nuova politica di sviluppo di Capcom, che già con Resident Evil 7 e Monster Hunter World era riuscita a riemergere come una delle software house più competitive del momento, ma anche un chiaro segnale che il pubblico desidera ardentemente nuovi hack’n slash in puro stile Capcom, se sviluppati con cura e a dovere.  

 

Il futuro di Dante, della Umbrella e dei Rathalos

 

 

Prima di ogni altra cosa, Capcom è e rimane un’azienda che deve fatturare e generare un certo guadagno. Ora che ha trovato una formula e degli elementi sui quali poter sviluppare liberamente e che soprattutto vengono apprezzati dal pubblico, l’unico limite per la software house è l’immaginazione ed il tempo. 

L’incredibile biennio che Capcom ha vissuto le ha permesso infatti di ingrandire ampiamente il proprio team di sviluppo, portando al proprio nido giovani talenti e nuove tecnologie di sviluppo. I primi risultati di questa crescita si sono già visti con l’estrema qualità di Resident Evil 2 e appunto Devil May Cry 5, che come detto in passato dal senior producer Jun Takeuchi sono stati il fulcro del lavoro dei dipendenti assieme ad un ulteriore progetto segreto ancora non rivelato.

I due titoli sono stati sviluppati quasi contemporaneamente, e sempre secondo Takeuchi con la nuova impostazione del team Capcom potrebbe esser capace in futuro di sviluppare anche tre o addirittura quattro titoli AAA. Ciò aiuterebbe la casa a riproporre, magari, alcuni remake di vecchie glorie come un ipotetico Onimusha 2 con un trattamento molto simile a quello di Resident Evil 2, e nel frattempo riproporre nuove IP o capitoli di saghe pre-esistenti.

 

 

Per il 2019 un’altra importante tappa sarà ovviamente il rilascio di Iceborn, la prima grande espansione per Monster Hunter World che andrà ad ampliare la storia dell’ultimo capitolo della saga assieme al gameplay ed ai contenuti. L’espansione, prevista per il 6 Settembre, potrà essere una seconda vittoria per il brand preistorico di Capcom, che finalmente è riuscito ad affermarsi anche in Occidente proprio grazie al rilascio su home console di ultima generazione.

Come se non bastasse, Itsuno ha annunciato già alla GDC 2019 che Capcom è intenzionata a continuare l’ottimo lavoro compiuto con Devil May Cry 5, e che quindi il titolo di Marzo potrebbe non esser l’ultima volta in cui vedremo Nero e la sua famiglia. Nel corso dell’anno continueranno gli aggiornamenti per Devil May Cry 5, che nel frattempo ha già ottenuto la modalità aggiuntiva Bloody Palace, mentre una sorta di porting per Nintendo Switch del primo indimenticabile Devil May Cry è stato annunciato per quest’estate (e chissà, potrebbe esser un indizio sul successivo Lottatore di Super Smash Bros. *wink wink*)

Come tralasciare poi gli innumerevoli indizi e frecciatine che Capcom ha lasciato nel remake di Resident Evil 2 riguardo ad un futuro progetto del brand? Dalle dichiarazioni di insider di team third party al lavoro sul progetto passando poi per tweet che indicano muri distrutti dal Nemesis, sembra proprio che qualcosa bolle in pentola ad Osaka, e dalla puzza di Virus-T potrebbe trattarsi di un nuovo remake del terzo capitolo. 

 

 

Insomma, si prospetta uno dei futuri più rosei degli ultimi tempi per Capcom, e sicuramente una vagonata di giochi di qualità altissima per noi videogiocatori. Speriamo solo che tutto vada per il meglio, ed auguriamo a Capcom buona fortuna per i loro progetti. Incluso quel progetto segreto che speriamo venga mostrato alla prossima E3…

 

This post was published on 12 Maggio 2019 16:21

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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