Tempo fa avevamo parlato di come Nintendo si fosse alleata con Tencent per cercare di portare la sua bellissima Switch in Cina; l’alleanza era indispensabile perché le dimensioni di Tencent e la loro conoscenza del mercato cinese erano due caratteristiche indispensabili da trovare in un partner commerciale per iniziare una missione difficile come far approdare una console nel paese della grande muraglia.
Purtroppo, secondo quanto è possibile trovare all’interno di una trascrizione dell’ultima call con gli investitori, il presidente Shuntaro Furukawa ha ammesso che farsi strada nel mercato cinese con il lancio di Switch, nonostante la partnership con Tencent, sarà tutto meno che semplice.
Questa per Nintendo potrebbe essere una sfida di enorme importanza, vediamo insieme perché.
Nintendo vuole fare breccia nel mercato cinese
Nintendo, nel corso della conferenza con gli investitori, ha cercato di chiarire nel migliore modo possibile quelli che sono i pensieri del management riguardo l’ingresso nel mercato cinese. Il presidente Shuntaro Furukawa ha in primis ricordato a tutti come la compagnia sia già entrata all’interno del mercato attraverso la distribuzione del Nintendo DS e del 3DS, utilizzando il marcio iQue.
Purtroppo gli esperimenti fatti con iQue nel corso degli anni passati non hanno portato ad alcun tipo di importante ritorno economico, motivo per cui Nintendo stavolta ha deciso di cambiare strada e di cercare in Tencent il suo partner ideale. Nella mente di Furukawa e del consiglio d’amministrazione nemmeno questo probabilmente risolleverà la situazione, non almeno nell’immediato.
Secondo quanto scritto nella trascrizione il supporto di Tencent nell’operazione difficilmente farà esplodere la Switch all’interno del mercato cinese e non è detto che gli sforzi della compagnia vedranno un ritorno immediato, specie dal punto di vista finanziario.
Il mercato cinese è si grande e interessante, ma è un mercato dove espandersi è particolarmente difficile a causa della sua storia: America e Europa, ad esempio, hanno trenta anni di storia pregressa con il mondo delle console mentre la Cina possiede un tipo di pubblico molto meno attaccato al mondo delle console e molto più interessato al mercato prettamente mobile o al pc gaming, specie su multiplayer.
Queste importanti incertezze messe nero su bianco da Nintendo rendono la data di lancio della console ancora una chimera da scoprire per bene, motivo per cui sono state omesse dalle previsioni finanziarie del seguente anno fiscale tutte le eventuali cifre che Nintendo Switch sarebbe riuscita a generare. Furukawa ha in ogni caso dichiarato che, anche queste ultime fossero state incluse all’interno del report finanziario, non ci sarebbero stati importanti cambiamenti sui risultati finanziari complessivi del seguente anno fiscale.
“Discussioni riguardanti la nostra espansione nel mercato cinese, a questo punto, sono soltanto una parte di una strategia più complessa che cerca di muversi verso un potenziale pubblico che si espande rapidamente e non sono nei nostri mercati di riferimenti. Nintendo non vuole approcciarsi al mondo cinese con un piano a breve termine ma vuole lavorare in modo misurato e alacre sull’ingresso in tale mercato nel corso di più e più anni”
I precedenti fallimenti di Nintendo in Cina
Il precedente approccio di Nintendo al mondo cinese fu rappresentato dalla sua avventura con iQue, una compagnia sviluppata in collaborazione con un impresario cinese. iQue creò in primis una console omonima nel 2002 basata sull’hardware del Nintendo 64; tale console, chiamata iQue Player funzionava attraverso un impianto completamente digitale: per poter ottenere un nuovo videogioco era necessario raggiungere determinati chioschi sparsi in giro per le più grandi città cinesi e acquistare le licenze per i titoli che venivano poi convertite in giochi all’interno del supporto di memoria realizzato da Nintendo.
Dopo l’iQue Player, console non di particolare successo, la compagnia ci riprovò nuovamente creando delle versioni locali delle varie portatili Nintendo: iQue Gameboy Advance, SP e Micro furono le prime ad arrivare sul mercato e vennero poi seguite tre versioni del Nintendo DS (DS, DS Lite e DSi) e poi da una singola versione del Nintendo 3DS XL, canto del cigno della società.
iQue dal 2012 ad ora non ha più pubblicato console ne realizzato giochi in cinese tradizionale per le sue consoline; essa si è trasformata in una società che si occupa di gestire le traduzioni dei titoli in cinese semplificato per l’isola di Honk Kong, pur avendo sede all’interno della Cina continentale.
Il successo di Nintendo Switch in cina non è assolutamente scontato, come anche sottolineato da Furukawa; quello che è interessante sottolineare riguarda il parco giochi della console, molto più vicino ai gusti cinesi grazie alla presenza di titoli come Arena Of Valor, anch’esso presente sui vari marketplace mobile