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Konami è in positivo, ma a che prezzo per i giocatori?

La notizia potrebbe lasciare un po’ sorpresi, soprattutto i giocatori che non hanno ancora digerito le politiche societarie di Konami che l’hanno spinta ad abbandonare i suoi titoli di punta. Chi pensava che si stessero dando la zappa sui piedi, dovrà ricredersi. Konami è in attivo e non di poco.

Qualche ora fa, sono stati pubblicati i rapporti sull’anno fiscale e i numeri evidenziati sono impressionanti in senso positivo.

Alla fine del 31 marzo 2019, Konami ha registrato un fatturato di 2,37 miliardi di dollari, con un aumento del 9,6% rispetto allo scorso anno fiscale, con un utile netto di 404,1 milioni di dollari (+ 12,5% rispetto allo scorso anno).

I giochi che hanno trainato la società sono principalmente due: Pro Evolution Soccer 2019, quindi una delle serie che ha resistito al make up aziendale, e il gioco mobile Yu-Gi-Oh Duel Links. L’intrattenimento digitale ha generato 1,28 miliardi di dollari, con un aumento del 17,8% rispetto allo scorso anno fiscale. Sebbene Konami abbia vissuto la sua epoca d’oro con i giochi per console, oggi è la sezione mobile a farla da padrone.

La società ha anche condiviso le proiezioni per il futuro, in cui prevede un aumento del 2,8% del fatturato a 2,44 miliardi di dollari entro il prossimo anno fiscale, con la divisione giochi che aumenta dell’1,6% arrivando a 1,3 miliardi.

Un successo inaspettato

Come è possibile che Konami sia riuscita a tenersi sulla cresta dell’onda pur facendo tabula rasa dei suoi successi commerciali? L’azienda giapponese ha attraversato un periodo non certo positivo dal punto di vista dei feedback dei suoi fan, come successo a Capcom, d’altronde. Situazione che abbiamo trattato in un articolo in cui ci siamo soffermati sulla rinascita della software house di Resident Evil, mettendo il punto anche sulla mancata volontà di Konami di fare lo stesso.

Konami ha deciso di abbandonare la maggior parte delle sue saghe più amate per dedicarsi allo sviluppo di titoli mobile e ai pachinko, come vengono chiamate le slot machine in Giappone. Quando giunse la notizia dell’approdo di Konami nel mondo delle slot machine e si mormorò che questo potesse essere stato uno dei motivi dell’abbandono di Metal Gear Solid, molti addetti ai lavori avevano le idee chiare, anche il sottoscritto: la società videoludica nipponica è impazzita, si stanno scavando la fossa da soli.

Eppure, ora, rileggendo i rapporti economici ci rendiamo conto che Konami sta generando introiti come non mai. Potremmo sembrare cattivi dicendo questa cosa, ma dobbiamo essere sinceri: sotto sotto speravamo che le cose per Konami non andassero benissimo, in modo tale che potesse tornare sulle proprie decisioni. E invece no, la situazione economica è florida e non accenna a risentire di alcun calo.

I poco lungimiranti siamo stati noi, sono stati i milioni di giocatori che credevano in un dietrofront di Konami. Il loro continuo successo è inaspettato e fa un po’ male, ammettiamo anche questo pur facendo la figura dei cinici e dei “rosiconi”, perché significa che le grandi saghe che abbiamo amato non erano poi così importanti per Konami come lo erano per noi.

La vittoria di Konami… a quale prezzo?

Il caro prezzo lo stanno pagando i giocatori. Konami sta avendo grande fortuna con i giochi mobile, ma ai giocatori cosa rimane di questa nobile “decaduta”? Perlopiù ricordi. La serie Castlevania ha visto l’arrivo di una riedizione in HD di due episodi iconici, Rondo of Blood e Symphony of the Night, mentre gli ultimi due capitoli originali sono stati i Lords of Shadow.

Tutto sommato, i più l’avevano capito che la saga dei Belmont fosse arrivata al capolinea, si tratta probabilmente dell’addio meno inatteso. I veri colpi al cuore sono stati causati dalla cancellazione di qualsivoglia progetto serio riguardante Metal Gear Solid e Silent Hill. In entrambi i casi, l’evento che sembra aver scatenato tutto è la separazione tra Konami e Hideo Kojima. Nel primo caso, il padre della serie espionage stealth ha lasciato in eredità il suo ultimo lavoro, quel The Phantom Pain che a molti ha lasciato l’amaro in bocca. Dopo è arrivato Survive, un goffo tentativo di Konami di voler dimostrare di poter andare avanti senza il famoso game designer.

L’addio di Kojima ha dato una mazzata anche a Silent Hill, nonostante la saga horror non sia legata al suo nome. Hideo non ne aveva mai diretto uno, ma lo spaventoso P.T., il playable teaser ambientato nel corridoio infestato, ci aveva già fatto venire l’acquolina in bocca… e anche qualcos’altro da altre parti. I dissidi tra lui e l’azienda proprietaria del marchio hanno causato non solo la cancellazione di Silent Hills, ma la morte della saga intera.

Non siamo qui per dire chi sia stato il cattivo – se un cattivo c’è stato in questa faccenda – ma a rimpiangere ciò che poteva essere e che non è stato. Konami è in salute, ha messo alla berlina le sue stesse creazioni, ma il saldo è in positivo… ma a che prezzo per i giocatori?

This post was published on 10 Maggio 2019 11:32

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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