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Yasumi Matsuno parla del futuro di Final Fantasy Tactics

Yasumi Matsuno è un nome che genera nostalgia e tanto affetto per chi è cresciuto durante l’epoca d’oro della prima Playstation o per chi ha amato il genere dei Tactical Role Playing Games.

Matsuno è infatti il papà di numerose saghe di TRPG, tra cui Ogre Battle, uno dei primi titoli di questo genere assieme ai primi Fire Emblem, ed ovviamente il molto più popolare Final Fantasy Tactics, una gemma confezionata da Square nel 1997 per PS1.

Per anni Matsuno si è limitato a lavorare a grandi progetti come Final Fantasy XII semplicemente come produttore, sceneggiatore o screenplayer, ma in una recente intervista a Dengeki Online ha rivelato la sua personale opinione sullo spin-off di Final Fantasy da lui creato.

 

Una vita da concludere con un altro capolavoro

 

 

L’intervista di Dengeki Online è avvenuta tra la rivista, Matsuno e il Director di Final Fantasy XIV Naoki Yoshida, per celebrare il secondo anniversario dell’espansione del pluripremiato MMO di Square Enix, Stormblood, il cui sviluppo è stato aiutato ed ispirato proprio dal papà di Final Fantasy Tactics.

Nell’espansione vi era infatti un particolare Raid molto popolare tra i fan del franchise chiamato Return to Ivalice. Per chi non lo sapesse, Ivalice è un continente in cui sono ambientate alcuni dei videogiochi di Square, tra cui Vagrant Story, Final Fantasy XII e soprattutto Final Fantasy Tactics. Inutile dire che questo mondo è stato creato ed ideato proprio da Matsuno assieme allo storico producer della serie di J-RPG Hiroyuki Ito.

Nell’intervista Matsuno e Yoshida spiegano come Return to Ivalice sia una sorta di scenario parallelo di Tactics, un mondo in cui Ramza ed il suo esercito non sono riusciti a sconfiggere il demone supremo Ultima. Nel Raid ci sono molti rimandi a mostri e nemici di Tactics, e l’intera mappa riprende il concetto di uno dei livelli finali del T-RPG. Inoltre, il Raid contiene moltissimi easter-eggs e riferimenti ai vecchi giochi di Matsuno, tra cui Battle Ogre e Tactics Ogre.

 

Come sempre, dove c’è Ivalice c’è lo stupendo tratto di Akihiko Yoshida, artista di Square Enix che ha lavorato anche a numerosi altri titoli come NieR: Automata e Bravely Default

 

Durante l’intervista, è poi arrivata la fatidica domanda: riuscirà mai Matsuno a sviluppare un nuovo Final Fantasy Tactics, visto l’enorme fan base che col tempo il titolo ha generato? L’artista ha poi risposto con un discorso parecchio malinconico:

Piuttosto che guardare al passato, sento di essere più una persona che ama provare nuove cose. Ma quando raggiungi la mia età (54 anni) inizi ad avere pensieri come “Quanto tempo mi rimane per sviluppare altri videogiochi?” E non sto parlando del pensionamento, parlo della morte. Recentemente sono stato a molti più funerali che matrimoni, e ciò mi ha fatto capire quanto il nostro tempo sia limitato. Ogni tanto su Twitter alcuni fan mi scrivono robe come “Vorrei tanto che facessi un nuovo Ogre o FFT!!” Quando leggo messaggi simili, una parte di me pensa “Forse ho davvero bisogno di fare un nuovo gioco prima di morire.” 

 

Pura Fantasia Finale o una solida realtà?

 

 

Final Fantasy Tactics, sebbene col tempo abbia raggiunto una certa fama tra il pubblico, non è mai riuscito a vendere abbastanza come altri capitoli del franchise. Visto il finale parecchio auto-conclusivo, Tactics ha ricevuto solo due seguiti non diretti, Tactics Advance e Advance 2, dei capitoli dalla storia e dallo sviluppo molto controversi sviluppati su Game Boy Advance. 

La sua formula di gioco è stata poi ripresa per uno spin-off di Final Fantasy XII su Nintendo DS chiamato Revenant Wings, gioco dalla qualità decisamente buona ma passato in sordina a causa della scarsa popolarità dodicesimo capitolo tra i fan, che all’epoca non apprezzarono affatto l’epopea di Vann e compagnia.

Square decise quindi di lasciar perdere momentaneamente Ivalice e le sue storie, oltre che ignorare l’intero genere dei T-RPG per molto tempo a venire, proponendo solo saltuariamente qualche revisione o porting dei titoli del passato su nuove console.

 

 

Negli ultimi anni c’è stato però un inversione del trend, e questo genere di videogiochi sono diventati parecchio popolari: il brand di Fire Emblem, che all’epoca veniva appunto considerato il rivale di FFT, è esploso a livello di popolarità e vendite anche qui in Occidente con il magnifico Awakening, e molti altri T-RPG del passato come Disgaea hanno ricevuto una nuova vita tramite porting di ottima qualità su PC, la nuova frontiera d’espansione dei videogiochi giapponesi.

Complice anche il successo di nuovi titoli occidentali come XCOM, Divinity: Original Sin, The Banner Saga e Pillars of Eternity, che condividono un’impostazione dei combattimenti molto simile a quella dei T-RPG, l’intera community di videogiocatori si è risvegliata amante di questo splendido genere di videogiochi, richiedendo a gran voce nuovi capitoli e nuovi titoli di brand associati a tal genere.

Col senno di poi, Square Enix potrebbe decidere in un qualsiasi momento a spolverare la licenza di Tactics o Ogre e tornare sulla cresta dell’onda con un nuovo T-RPG. Con la conoscenza accumulata nel corso di questi anni e l’opinione pubblica costantemente ascoltata grazie ad Internet e social media, sviluppare una nuova gemma come Tactics potrebbe rivelarsi molto più redditizio e semplice rispetto al passato.

 

 

D’altronde, lo stesso Matsuno sembra esser pronto e volenteroso a sviluppare un ultimo capitolo della sua amata saga ambientato nel suo bellissimo mondo. Square non avrebbe che di guadagnarci, ma non potremo averne la certezza finché non vedremo in azione un nuovo Tactics. E voi che ne pensate? Vi piacerebbe vedere un nuovo Tactics ambientato nella stessa Ivalice, o vorreste una qualche nuova IP che però condivida il genere con lo spin-off di Final Fantasy?

 

 

 

 

 

This post was published on 8 Maggio 2019 12:44

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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