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Suda51: nuovo gioco in arrivo dello scienziato pazzo dell’industria?

Da giovedì 23 maggio a domenica 26 maggio, si terrà ad Atlanta, in Georgia, presso il Georgia World Congress Center, il Momocon 2019. Uno degli ospiti illustri dell’evento sarà Goichi Suda, alias Suda51, un veterano dell’industria dell’intrattenimento dei videogiochi.

Famoso per i suoi titoli sempre fuori dall’ordinario, Suda51 ha stuzzicato i suoi fan ammettendo di avere un annuncio da fare. Non pochi sono convinti che possa trattarsi di qualcosa riguardante No More Heroes, uno dei suoi titoli più conosciuti e, allo stesso tempo, più ripresi dal game designer (Travis Strikes Again è stato rilasciato quest’anno su Nintendo Switch).

Altre voci di corridoio vorrebbero il remake di Killer 7, il suo capolavoro, come oggetto dell’annuncio e, francamente, non ci dispiacerebbe affatto. Come non ci dispiacerebbe un titolo nuovo di zecca, anzi, entrambe le cose sarebbero gradite… ma in questo caso stiamo tirando un po’ troppo la corda.

Non sono molti i personaggi in grado di attirare tutte queste attenzioni e Suda51 è uno di questi.

Goichi Suda: una vita passata tra killer e cheerleader

Suda51 è uno di quei personaggi che non riesci a inquadrare da subito, anzi, forse non ci riesci mai. Una mente geniale che fa a botte con la sua parte più fanciullesca e irrazionale, un vero e proprio scienziato pazzo dell’industria videoludica.

Goichi è game designer, sceneggiatore e produttore e attualmente è l’amministratore delegato della software house per cui crea videogiochi, la Grasshopper Manufacture. Una curiosità della sua vita privata riguarda il suo passato lavorativo in un’impresa di onoranze funebri, un trascorso che, con tutta probabilità, ha avuto delle ripercussioni sui suoi lavori.

Parliamoci chiaro, non tutti i suoi giochi sono capolavori, anzi, molti di questi non riescono ad assurgere a quel titolo, eppure, ce li ricordiamo tutti. Ci sarà un motivo. Proprio come uno scienziato pazzo che non sempre riesce nelle sue imprese, con invenzioni che spesso mettono a repentaglio la vita dell’umanità, anche Goichi Suda ha sempre sperimentato e continua tuttora a farlo.

Il primo titolo di cui abbiamo veramente memoria è The Silver Case del 1999 (è disponibile su PS4 una versione rimasterizzata), prodotto che all’epoca uscì solo in Giappone. Un gioco davvero particolare, una visual novel/avventura grafica in prima persona che ha generato la definizione di Window Film, infatti, la gestione di ogni singola meccanica è legata a finestre su schermo, come su un PC.

Passa qualche anno che Suda51 propone ai giocatori avventure molto diverse tra loro, ma collegate dal loro essere sperimentali e, a loro modo, innovative. Flower, Sun and Rain è un piccolo gioiello uscito su PS2 e poi convertito su Nintendo DS, mentre Michigan: Report from Hell, è un horror che non ha lasciato grandi impronte, nonostante fosse effettivamente intrigante dover impersonare il cameraman di supporto a giornalisti impegnati in reportage in luoghi terrificanti.

È nel 2005 che dalla mente di Suda51 scaturisce il capolavoro per cui tutti lo conoscono: Killer7. Uno sparatutto originale sia dal punto di vista del gameplay che del comparto narrativo, con uno stile grafico riconoscibile a chilometri di distanza. Un’organizzazione terroristica in grado di trasformare chiunque in un folle omicida e un gruppo governativo, più o meno, denominato Killer7 che ha lo scopo di fermarla: queste le due controparti che danno vita all’opera magna di Suda51.

Suda51 è evidentemente fissato con i killer a pagamento visto che li mette in mezzo in modo ossessivo, quasi a voler creare un unico universo narrativo. No More Heroes è difatti un titolo incentrato sulla scalata del protagonista, Travis, alla United Assassins Association, un vero e proprio club per killer di professione. Travis è un otaku, appassionato di manga, videogiochi e wrestling… dai, è Suda51 che dà sfogo alle sue fantasie personali, l’abbiamo beccato.

Nel 2011, Suda è direttore e sceneggiatore di un altro titolo che, personalmente, ritengo un capolavoro, ma che purtroppo non ha ricevuto la gloria meritata: Shadows of the Damned. Un titolo romantico, dissacrante, cupo, malinconico, fuori di testa, oscuramente psichedelico che tratta la discesa negli Inferi di Garcia Hotspur, una rockstar che di notte veste i panni di un demon hunter. Shadows of the Damned è una Divina Commedia dark e alienante.

Poteva poi non cimentarsi con l’apocalisse zombie? Un personaggio come Goichi Suda poteva non reinterpretare a modo suo un cliché dei videogiochi horror? Certo, e infatti, in Lollipop Chainsaw, abbiamo una cheerleader che massacra zombie con una motosega mentre porta a spasso, attaccata alla gonnellina, la testa parlante  del fidanzato. E che gli vogliamo dire?

Killer is Dead del 2013 è un altro gioiello un po’ dimenticato, perché gli scienziati pazzi passano all’onore della cronaca solo se fanno esplodere tutto. Nel 2016, invece, si cimenta nel multiplayer con Let it Die, gioco divertente, eh, ma una supplica si leva da queste pagine: Goichi, se annuncio sarà, fa’ che sia di un single player.

This post was published on 3 Maggio 2019 10:49

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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