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Borderlands 3: tutte le novità dalla livestream del Primo Maggio

La giornata di ieri è stata carica d’importanza per Gearbox Software, che ha mostrato per la prima volta al mondo intero il suo Borderlands 3 con una demo data in pasto a numerosi streamers e content creators del settore.

L’evento, durato ben 8 ore, ha rivelato gran parte delle novità dell’attesissimo terzo capitolo della serie di sparatutto più irruenta e sopra le righe di sempre, e ciò che abbiamo visto ci è piaciuto parecchio. Andiamo a sviscerare cosa ci attende nel sistema solare di Pandora.

 

Space, space, we’re in space

 

 

Esattamente come Borderlands 2 che sconvolse il mondo di Pandora con ambientazioni notevolmente più variegate rispetto ai deserti del primo capitolo, anche Borderlands 3 punta a variare ancor di più le mappe di gioco.

Come suggerito dal finale del secondo episodio, Borderlands 3 porterà i vecchi e nuovi Vault Hunters a visitare i numerosi pianeti del sistema solare di Pandora, ognuno largamente diverso dagli altri per geografia, biomi, fauna e soprattutto società e specie native.

Dai trailer di gioco rilasciati fin’ora possiamo vedere il ritorno di Pandora, la prima location di gioco, seguita poi da pianeti di foreste lussureggianti, paludi malsane, imponenti metropoli futuristiche e villaggi dallo stile orientaleggiante. Inoltre, Borderlands 3 prevede l’arrivo di 4 espansioni cariche di contenuti dopo il lancio, che probabilmente ci porteranno su nuovi mondi e luoghi inerenti alla storia di gioco.

 

 

Ma la vera novità di rilievo è la presenza di un nuovo hub centrale, la nave spaziale Sanctuary 3: la navetta ci servirà per gli spostamenti interplanetari, ma sarà anche un luogo di ritrovo per tutti gli NPC che potremo salvare e reclutare, andando ad ampliare così le stanze e le locations al suo interno, oltre che i servizi.

Avremo per esempio Moxxi con il suo Bar, Sir Hammerlock che collezionerà i nostri trofei di Caccia o il Mercato Nero di Crazy Earl. Avremo inoltre un’intera stanza dedicata al Cacciatore della Cripta scelto che potremo dedicare ed abbellire con le nostre armi più pacchiane e lussuose.

 

Un ramo delle abilità non vi basta? Prendetevene tre!

 

Nei precedenti Borderlands lo Skill-Tree era la maniera più efficiente per personalizzare e render unico il proprio personaggio, con tre rami diversi che andavano a specializzare la skill di base del Vault Hunter. Per Borderlands 3, la Gearbox ha voluto moltiplicare le opzioni a nostra disposizione.

Una volta sbloccato il primo punto abilità, potremo scegliere tra tre diverse abilità completamente diverse per il nostro Cacciatore della Cripta, ognuna con ulteriori potenziamenti passivi per ampliare il potere come visto su Borderland 2 ed il Pre-Sequel.

Nelle live stream di ieri abbiamo visto due dei quattro Vault Hunters: la nuova Sirena Amara e l’Agente Zane. Amara ha dalla sua il potere della Fase, che le permette di utilizzare tre diversi poteri della Sirena a scelta tra un lockdown di un nemico simile a quello usato da Maya in Borderlands 2, una proiezione di se stessa che avanza causando danni e una schiacciata al suolo stordente.

 

 

Zane ha dalla sua un kit di skill molto particolari, ovvero un drone volante simile a Bloodwing di Mordecai, uno scudo portatile ed un clone che si comporta in maniera simile a quello di Zero in Borderlands 2, e per di più Zane può utilizzare contemporaneamente ben due di queste tre skill. 

Come se non bastasse sono stati introdotti anche gli Augment, ovvero modifiche vere e proprie delle skill principali sbloccabili ed equipaggiabili con l’avanzamento nello Skill-Tree. Ci saranno anche delle skill passive che andranno a modificare perfino l’attacco Corpo a Corpo, anch’esse selezionabili ed intercambiabili a piacimento.

 

I numeri rimangono, ma lo shooting (ed il gameplay) migliora

 

 

Gearbox ha anche voluto sviluppare meglio una delle meccaniche più standard e basilari di Borderlands rimasta invariata in questi anni, ovvero il puro e semplice gun-play.

Già dalle livestreams è possibile notare un notevole miglioramento del sistema di movimento, che ora è più fluido e permette di arrampicarsi e saltare automaticamente gli ostacoli come mai prima d’ora. Il sistema di shooting e di puntamento è anch’esso più naturale e meno legnoso rispetto al passato, complice anche un’innovata fisica degli impatti con i nemici e delle esplosioni.

Ma il fulcro nevralgico dell’appagante gameplay di Borderlands sono un altro: le armi. Oltre alle armi che camminano e sparano ai propri nemici, Gearbox ha comunicato che in questo capitolo ci saranno idee mai viste prima per il loro sistema di armi procedurali. 

 

Abbiamo un nuovo elemento, la Radiazione, che farà esplodere i nemici abbastanza indeboliti andando poi ad infettare quelli vicini, in un circolo vizioso di ulteriori esplosioni e brodaglia gialla. Torneranno le armi laser e quelle di Ghiaccio dal Pre-Sequel, oltre a numerosissimi nuovi sistemi di ricarica, tra cui nuove armi Tediore che se lanciate creeranno effetti completamente fuori di testa come palloni rimbalzati, granate a grappolo, missili a ricerca e chi più ne ha più ne metta.

Ulteriori novità riguardo al gameplay è la presenza di numerose tipologie di veicoli già viste nei trailer, tra cui una nuova sorta di motocicletta monoposto. A grande richiesta è stata introdotta anche la possibilità di poter saltare addosso ai veicoli nemici e disarcionare i precedenti guidatori. Attenti però: gli Psycho potranno fare lo stesso con voi.

 

Un nuovo modo di connettersi al gioco

 

 

Oltre al nuovo sistema di gioco in split-screen (purtroppo però non disponibile sulla versione PC, almeno per ora), la novità che però ha esaltato di più i giocatori è il nuovissimo sistema di matchmaking, bilanciamento e gestione del loot.

Nei precedenti Borderlands il loot generava spesso molte faide interne al gruppo, poiché era unico e doveva esser condiviso manualmente con il party. Doppioni dello stesso equipaggiamento non potevano esistere, ed il loot unico legato a missioni speciali o bossfight richiedeva di rigiocare la stessa missione con un host diverso per riottenerlo, sempre se qualche compagno di squadra non lo arraffava rapidamente in preda ad una crisi cleptomane.

Oggi questo problema è stato completamente risolto, poiché Borderlands 3 introdurrà un nuovo sistema di loot sharing che permetterà a tutti i giocatori di ottenere una copia di ciascuna arma trovata dentro le casse o droppata dai mob, anche armi uniche e legate a missioni e boss.

 

Sia lode al Dio del Loot Sharing

 

In più il nuovo sistema di matchmaking permetterà a giocatori con diversi livelli di giocare e divertirsi senza problemi di bilanciamento: non appena un giocatore di livello superiore entrerà nella partita di uno di livello inferiore, infatti, questi determinerà le statistiche di danno di tutti i giocatori, in modo tale che anche un’Amara di livello 25 apporterà la stessa quantità di danni ad uno Psycho di livello 5 all’interno della partita di uno Zane di livello 7. 

Il loot, invece, scalerà col livello di ciascun personaggio indipendentemente dal livello dell’host, rendendo comunque divertente e conveniente giocare con i propri amici sottolivellati, invece di esser una tortura come nei precedenti capitoli.

La stagione delle livestreams di Borderlands 3 è solamente iniziata, ma già abbiamo un mare di novità e nuove meccaniche per l’ultimo capitolo del franchise. Non ci resta che aspettare in trepidante attesa il 13 Settembre, per provare con mano tutto ciò che Gearbox Software ci offrirà.

 

 

 

This post was published on 2 Maggio 2019 19:00

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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