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Una mod vi permette di esplorare Skyrim in tutta tranquillità

A distanza di ben otto anni, The Elder Scrolls V: Skyrim rimane uno dei titoli più giocati su ogni piattaforma, grazie anche e soprattutto al continuo supporto di modder che ampliano enormemente il titolo a costo zero.

Col passare degli anni Skyrim ha ricevuto grazie a Nexus Modes o Steam Workshop quest uniche e particolari, ri-bilanciamenti del gameplay, miglioramenti grafici e nuove feature che lo rendono spesso irriconoscibile. L’ultima trovata del modder PhysicsFish è stata pensata, però, per rimanere “coi piedi per terra”. Vi presentiamo la SkyTrek Mode

 

Le lande di Skyrim come non le avete mai viste

 

 

Uno dei pregi più belli di Skyrim è sempre stata l’atmosfera che si respira ogni volta che si accende il gioco: non importa se è la vostra prima o milionesima partita, se rientrate in un vecchio salvataggio o create un personaggio uomo, le distese innevate, le foreste, le città di pietra massicce e la classica steppa della regione settentrionale di Tamriel saranno sempre uno spettacolo per gli occhi e per le vostre orecchie.

Nonostante la qualità grafica ormai datata (se si escludono alcune mod capaci di abbellire l’engine con nuovi effetti particellari o texture ad alta definizione), è difficile trovare un mondo virtuale che regali una vista da cartolina ad ogni passo che si compie. Il problema di Skyrim, però, è la tentazione del fast travel che priva il giocatore di tutti questi spettacoli per una comodità che va a danneggiare lo spirito d’esplorazione del gioco.

 

 

SkyTrek Mode crea una soluzione alternativa al fast travel: la mod inserirà una sorta di pilota automatico per il personaggio, che inizierà a viaggiare a piedi, a cavallo o addirittura in groppa ad una viver-ehm, drago fino alla destinazione impostata. Potrete modificare in qualunque momento la velocità, il percorso, se permettere al pg di entrare in combattimento o fuggire, e perfino se seguire altri NPC o render tale il vostro personaggio, portandolo ad esempio a lavorare in una segheria o nelle fattorie.

Il tutto è ovviamente compatibile con una sfilza di altre mod molto popolari per Skyrim, come Convenient Horses, Gypsy Eyes Caravan, Dragonkiller Cart, Sounds of Skyrim, Improved Lighting e molte altre. Vi è addirittura una mod che sembra creata apposta in sinergia con SkyTrek, ovvero Audiobooks of Skyrim, che permette di ascoltare una voce narrante leggere i numerosissimi tomi all’interno del gioco.

SkyTrek è sicuramente una mod interessante per chi cerca di rilassarsi o vuole esplorare in tranquillità le lande di Skyrim, ma in questo modo il gioco diventerebbe più un “video” che un’esperienza interattiva. Perché mai qualcuno vorrebbe modificare così tanto un videogioco così ricco come Skyrim per creare una sorta di walking simulator?

 

L’importanza dei “Walking Simulator”

 

Spesso questo genere di videogioco è stato soggetto a numerose critiche da molti detrattori, spiegando soprattutto come un videogioco dove l’unica azione possibile è avanzare in uno spazio limitato e lineare non possa esser considerato un videogioco vero e proprio. 

Ciò è un pensiero in parte condivisibile: il videogioco deve avere come principale fulcro il gameplay, deve essere interattivo e deve portare il giocatore un minimo senso di sfida o un obiettivo specifico, cosa che molti dei walking simulator (specialmente quelli più datati) non offrono minimamente.

Ma proviamo a pensarla diversamente: se voi doveste imparare a dipingere un quadro partendo completamente da zero, senza alcuna esperienza o conoscenza al riguardo, partireste subito nel dipingere un capolavoro dettagliato e complesso come l’Ultima Cena o l’affresco della Cappella Sistina? La risposta più logica è no, poiché bisognerebbe iniziare per gradi con soggetti molto più semplici e alla portata di tutti.

 

 

I walking simulator possono esser considerati lo step introduttivo al videogioco: titolo con un grado di sfida assente o tendente al molto basso che introducono delle meccaniche di movimento, esplorazione o risoluzione di situazioni semplici e alla portata di tutti. Moltissima gente estranea al medium videoludico è infatti entrata in contatto coi videogiochi grazie a titoli come Dear Esther, Journey, Firewatch o What Remains of Edith Finch. 

In più, gli sviluppatori di questi titoli tendono ad ingegnarsi particolarmente nella costruzione di una narrativa intrigante e interattiva, o di un aspetto grafico di grande impatto artistico. Titoli come Gone Home, Soma o The Witness sono stati premiati e riconosciuti come videogiochi di alta qualità grazie alla loro progressione non lineare, ad una storia ben scritta densa di significato o al comparto artistico incantevole.

 

 

Ovviamente, se proprio lo si vuole fare, non vi è paragone tra un walking simulator ed un capolavoro come The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Eppure, una delle azioni più rilassanti e bellissime da compiere nel titolo Nintendo è anche quella della mera esplorazione o “camminata” nella Hyrule conquistata dalla natura.

La SkyTrek di Skyrim vuole proprio catturare questa sensazione di esplorazione presente anche in Skyrim, rendendola quindi più accessibile, più ricca e soprattutto facoltativa per chiunque abbia voglia di provarla, senza togliere nulla al resto del gameplay.

This post was published on 27 Aprile 2019 19:10

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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