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Assassin’s Creed Unity inondato da recensioni positive dopo l’incendio di Notre Dame

Il tragico incendio che ha colpito uno dei simboli più importanti non solo della Francia, ma dell’intera arte ed architettura europea, ha sconvolto e sorpreso tutti noi. Notre Dame non è crollata del tutto, ma avrà bisogno di tempo, supporto e fondi per venir restaurata a dovere e tornare a splendere.

In questo accaduto, tra filantropi e milionari, a fare la sua parte vi è anche Ubisoft, software house ed azienda di origini francofone che ha donato ben 500,000 euro alla ricostruzione della cattedrale.

Oltre a ciò, per sensibilizzare il più possibile i suoi consumatori, ha reso disponibile al download gratuito su Uplay Assassin’s Creed Unity, un capitolo bistrattato del franchise ambientato nella Francia Rivoluzionaria. E sembra proprio che Unity stia piacendo parecchio ai videogiocatori, tanto da ricevere il primo boom di recensioni positive della storia del medium.

 

L’Assassino sbagliato nel momento sbagliato

 

 

Assassin’s Creed Unity è stato il primo Assassin’s Creed dedicato esclusivamente all’ottava generazione videoludica, e sarebbe dovuto essere una sorta di step evolutivo successivo per il franchise, introducendo nuove meccaniche come un nuovo sistema di movimento, un nuovo sistema di crescita ed equipaggiamento del personaggio e addirittura una modalità cooperativa online.

Purtroppo, però, le cose non andarono proprio alla perfezione: all’alba della data di lancio, si scoprì che il nuovo motore grafico di Unity era un ricettacolo di bug, problemi tecnici ed errori d’ottimizzazione su qualsiasi console, rendendo spesso impossibile la fruizione per molti giocatori.

Come se non bastasse, il titolo venne fortemente criticato per l’assenza di una forte componente narrativa e personaggi memorabili, cosa che invece aveva caratterizzato quasi tutti i capitoli precedenti della serie.

 

 

Oltre a ciò, un invadente sistema di microtransazioni che si sposava fin troppo perfettamente con un acerbo sistema di crescita del personaggio ed i nuovi controlli decisamente imprecisi e caotici furono fattori che influenzarono pesantemente le recensioni negative del titolo.

Ciò fu dovuto ad uno sviluppo affrettato di Unity, che non riuscì ad ottenere le risorse adeguate per esser completato in tempo a causa dello sviluppo parallelo di un altro Assassin’s Creed, Rogue, pensato come titolo “gemello” e collegato a livello di trama a Unity ma distribuito all’epoca solo su PS3 ed Xbox 360. Nonostante Ubisoft abbia cercato di correre ai ripari il più velocemente possibile, Unity si macchiò indelebilmente come il peggior titolo dell’intera saga a causa dei suoi numerosi problemi.

 

La fenice che risorge dalle ceneri

 

 

Uno degli aspetti più positivi di Unity e che è sempre stato decantato da critica e pubblico è la brillante ed accurata ricostruzione del centro storico di Parigi, con i suoi monumenti e la sua topografia del 1789 completamente mappata e modellata a regola d’arte.

In mezzo a tutto ciò, il fiore all’occhiello della produzione è la Cattedrale di Notre Dame, protagonista di gran parte della campagna marketing dell’epoca ed uno dei lavori di modellazione digitale più complesso e ben realizzato all’interno di un videogioco.

Il team dietro alla ricostruzione della cattedrale lavorò per ben due anni alla mappatura completa dell’interno e dell’esterno di Notre Dame, comunicando anche con numerosi storici e riuscendo così a ricreare uno dei lavori digitali più precisi che raffigurassero l’imponente edificio.

 

 

Oggi, quei dati di Ubisoft sono divenuti oro colato per i restauratori, in grado di capire come e dove andare ad agire per riportare al massimo splendore l’edificio. Proprio per questo motivo i numerosi videogiocatori che hanno avuto modo di giocare o rigiocare al titolo gratuito dopo cinque anni stanno inondando di recensioni positive dovute proprio all’importante donazione e contributo che Ubisoft sta portando alla ricostruzione di Notre Dame.

Assassin’s Creed Unity è dunque, effettivamente, il primo titolo recente a ricevere un boom di reviews positive dopo il lancio, una pratica che ultimamente prospetta l’esatto opposto.  A causa di ciò, Valve sta sviluppando un sistema di filtrazione ed auto-eliminazione di recensioni su Steam che seguono un picco di crescita (negativa o positiva) anormale, e Unity potrebbe addirittura venir privato di questa fama postuma.

Ad ogni modo, questo imponente gesto di Ubisoft non rende solamente giustizia ad un monumento culturale della storia dell’umanità, ma anche al lavoro di tutte quelle persone che hanno cercato di portarci un titolo d’intrattenimento, e che finalmente dopo cinque anni potrà esser apprezzato per ciò che è davvero, e non per i bug che lo infestavano al lancio.

 

 

This post was published on 20 Aprile 2019 10:30

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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