Nel corso della nostra ancora breve storia ci è capitato di parlare più volte di Ubisoft e dei numerosi titoli con cui è venuta alla ribalta nel corso degli anni; se al momento la compagnia è conosciutissima grazie alla saga di Assassin’s Creed o di Watch Dogs, negli anni passati il nome di Ubisoft era accompanato da brand videoludici molto diversi: parliamo di Rayman e dei suoi platform bidimensionali di alta qualità, parliamo delle avventure dell’amatissimo Prince Of Persia e della sua capacità di giocare con le sabbie del tempo, parliamo di Sam Fisher e della saga di Splinter Cell.
Sono anni ormai che Ubisoft non rilascia un qualche tipo di informazione sulla saga stealth che l’aveva incoronata rivale principale di Hideo Kojima, di Konami e della saga di Metal Gear Solid; il brand, fermo al sesto capitolo, era riuscito con il tempo ad ottenere una sua nicchia di pubblico particolarmente interessato agli intrecci fantapolitici scritti da Tom Clancy.
Qualche dichiarazione sparsa qua e là ha lasciato intendere che Sam Fisher stesse soltanto riposando, in attesa di tempi migliore. Il motivo di questo torpore è stato, fortunatamente, spiegato in giornata direttamente dal capo supremo di Ubisoft: il CEO Yves Guillemot.
Vediamo insieme cosa è successo e dove si trova al momento Sam Fisher.
“Quando, in Ubisoft, creiamo un gioco vogliamo sempre costruire un ecosistema diverso da quello che ha regolato precedentemente un nostro titolo. L’ultima volta che abbiamo provato a fare una cosa del genere all’interno del brand di Splinter Cell abbiamo ricevuto una pressione enorme da parte dei fan che volevano meno cambi possibili rispetto alla formula originale fatta di silenzi, di visori e di gameplay stealth. Con il successo crescente di Assassin’s Creed e di numerosi altri brand, Ubisoft si è trovata costretta a concentrarsi sui titoli che non erano appartenenti al brand di Splinter Cell.
Non preoccupatevi comunque, prima o poi mostreremo qualcosa perché il titolo è in buone mani ma al momento non posso dire più di questo!”
Il CEO di Ubisoft Yves Guillemot è stato intervistato da IGN nel corso dei giorni passati; in tale occasione il CEO ha motivato alcuni degli aspetti che hanno caratterizzato la lunga assenza di Splinter Cell dagli scaffali dei negozi.
Secondo il CEO della compagnia, uno dei problemi principali che hanno ostacolato maggiormente sino a questo momento il ritorno del brand nei negozi è legato alla di discrepanza tra la visione di gioco pensata dagli sviluppatori e l’aspettativa del pubblico intorno a cosa vuole vedere in un gioco marchiato Splinter Cell. Nelle intenzioni di Ubisoft c’è la voglia di modificare la serie per farla evolvere in direzioni del tutto nuove.
Queste intenzioni si scontrano brutalmente con quelle che sono le aspettative che il pubblico ha mostrato nei confronti di un eventuale seguito della serie, motivo per cui Ubisoft stessa si è sentita sempre meno sicura nel gestire e sviluppare un eventuale nuovo capitolo del brand.
Un altro dei motivi per ancora non abbiamo visto un capitolo di Splinter Cell sugli scaffali dei negozi è legato alla popolarità degli altri franchise di Ubisoft come Assassin’s Creed o Watch Dogs. Questi titoli, date le loro dimensioni, hanno bisogno di un grande quantitativo di forza lavoro per essere realizzati e tolgono risorse ad un eventuale nuovo capitolo del brand di Sam Fisher.
Qualche tempo fa dei portavoce di Ubisoft avevano già scambiato quattro chiacchiere con la stampa riguardo il ritorno di serie molto apprezzate in passato come Splinter Cell o Prince Of Persia, definendo la loro assenza un problema collegato alla mancanza di risorse. Al momento c’è ancora la speranza di vedere il nuovo capitolo di Splinter Cell annunciato ad un qualche evento visto che Ubisoft ha dichiarato un paio di mesi fa di aver pronti tre videogiochi tripla A per la fine dell’anno fiscale ad aprile 2020.
Siete pronti a indossare nuovamente i panni di Sam Fisher?
This post was published on 9 Aprile 2019 16:28
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