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Arrestato giocatore autore di minacce di morte a Square Enix

C’è chi prende con molta filosofia il drop rating degli MMO, cercando di non farsi condizionare o demoralizzare qualora non si ottenesse l’oggetto del desiderio dopo un lunghissimo raid. Altri sono molto più inclini alla rabbia. Alcuni, invece, arrivano perfino a minacciare i CEO dell’azienda produttrice del titolo. 

Quest’ultimo caso è proprio quello che è successo ai dipendenti di Square Enix.

L’estorsione di Yojimbo in confronto è la paghetta della nonna

 

 

La famosissima casa sviluppatrice e publisher di Tokyo ha ricevuto in questi giorni una particolare lettera minatoria che ha fatto rizzare i peli a tutti i dipendenti di Square Enix.

“Dipendenti di Square Enix! Domani vi ucciderò! Lavatevi il collo e state a vedere!”

Curioso il particolare del “lavarsi il collo”, un modo di dire giapponese che indica la decapitazione fin dal periodo Sengoku, nel XVI secolo, in cui le decapitazioni erano molto in voga. A quanto pare è stato proprio questa particolare minaccia a far allertare l’intero edificio di Square Enix.

La sicurezza è stata immediatamente messa in moto, sorvegliando giorno e notte gli studi del publisher. Contemporaneamente è stata avvertita la polizia di Shinjuku, il quartiere di Tokyo in cui si trovano gli uffici.

In poco meno di una giornata, la polizia è riuscita a risalire all’autore della lettera minatoria: si è rivelato essere un comune infermiere giapponese di 25 anni che viveva dall’altra parte del paese.

 

 

Il giovane è stato immediatamente arrestato ed interrogato sul perché avesse scritto ed inviato una minaccia così particolarmente cruenta. La sua risposta è stata la seguente:

“Ho speso più di 200,000 Yen (circa 1600 euro) per ottenere l’oggetto che volevo tramite lootboxes, ma non sono riuscito ancora a trovarlo. Così ho inviato la lettera come vendetta nei confronti di Square Enix.”

La polizia non ha trovato alcun tipo di prova o strumento che possa dimostrare effettivamente l’intenzione del giovane. Il fatto stesso che non si sia presentato il giorno scritto nella lettera agli uffici Square Enix, in teoria, è una prova che dimostra la sua semplice intenzione di spaventare i dipendenti.

Nonostante ciò, in Giappone una lettera minatoria simile è considerato un grave crimine, perciò l’infermiere è stato arrestato con accuse di intimidazione criminale e blocco forzato degli affari. Square Enix ha inoltre evitato e bloccato qualunque tipo di notizia riguardo al gioco in questione, per evitare ulteriore pubblicità negativa.

 

La dura vita di un publisher

 

 

Purtroppo, la minaccia del mancato samurai affetta teste non è stata l’unica ricevuta da Square Enix.

Da Settembre scorso fino ad oggi, infatti, il publisher nipponico ha ricevuto ben trenta minacce di morte e lettere intimidatorie indirizzate a tutti i dipendenti o anche a specifici sviluppatori.

Molte di queste, ad esempio, erano indirizzate al team dietro allo sviluppo di Kingdom Hearts 3: la paura era un eventuale ritardo, la cancellazione istantanea del titolo o semplicemente una qualità inferiore alle aspettative.

La polizia sta aiutando Square Enix a scovare i mandanti anonimi delle minacce, ma purtroppo ciò non ferma il flusso continuo delle lettere minatorie. La polizia è però sicura del fatto che tutte le lettere siano casi isolati come quello più recente, e che non ci sia alcun tipo di collegamento o intento di attuare le varie minacce.

 

 

This post was published on 4 Aprile 2019 2:18

Riccardo Liberati

Classe 1997, cresciuto immerso dai libri, cartoni e videogiochi, ho sempre desiderato e provato fin dalla tenera età a creare storie fantasiose che rendessero un po' più brillante la mia vita monotona. Ho trascorso l'infanzia in solitaria, giocando a quanti più titoli possibili, spaziando dai vecchi J-RPG di Square Enix fino ai più violenti sparatutto su PC, non disdegnando nel frattempo RTS, platform e giochi di corse automobilistiche. Alle superiori riesco finalmente ad aprirmi e a trovare dei compagni con i miei stessi gusti e sogni, e capisco che non amo tanto i videogiochi, quanto la cultura ed i messaggi dietro di essi, gli stessi che ho sempre trovato nei libri, film e qualsiasi altro tipo di medium artistico. Inizio a lottare per questo concetto scrivendo all'impazzata ed accrescendo la mia cultura ancor di più, sia attraverso la scuola che attraverso gli incontri e le persone d'ogni giorno. Questo bel sogno finisce con l'arrivo all'università, periodo peggio di qualsiasi film horror che abbia mai visto e che mi costringe a mollare tutto e rifugiarmi nella mia Fortezza della Solitudine per tre anni, perdendo interesse e linfa vitale per qualsiasi cosa. Nel frattempo ho lavorato in numerosi settori, dall'aiuto vendita al libraio al tutor privato, e nel 2018 inizio a scrivere per Player.it, il mio primo incarico ufficiale come giornalista videoludico e che mi ha formato moltissimo sia nell'ambito dei videogiochi che in quello della scrittura basilare. Oggi ho ripreso a studiare grazie alla scelta repentina ed irrazionale di iscrivermi alla Scuola Holden di Torino, luogo da cui vi scrivo, abbandonando casa per la prima volta ed il luogo natale di ogni mio piccolo successo e grande fallimento. La mia speranza? Quella di poter riuscire a trovare una strada ben delineata, facendo quello che mi piace fare senza dovermi sottomettere a nessuno

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