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Halo Infinite avrà un modello di business tipo “Game As Service”?

Quando parliamo di esclusive Microsoft e Xbox la mente vola molto rapidamente verso il brand di Halo, la saga di sparatutto (prima di Bungie, ora di 343 Industries) che forse più ha forgiato la struttura attuale dei single player in prima persona. Il mondo di Halo riposa placidamente sin dall’uscita di Halo 5, avvenuta durante gli ultimi mesi del 2014 e tutto ciò che al momento sappiamo sul nuovo capitolo della saga riguarda il nome: Halo Infinite.

Halo Infinite è un titolo ancora circondato dal mistero; esso è stato annunciato in pompa magna da Microsoft con un bellissimo teaser trailer durante l’E3 del 2018.

Sappiamo che sarà il primo titolo della saga ed il primo titolo in assoluto a utilizzare il nuovo engine grafico sviluppato da 343 Industries, chiamato Slipspace Engine; lo sviluppo del motore grafico ha richiesto una grande quantità di lavoro e di tempo a 343 Industries, motivo per cui sono stati necessari tre anni soltanto per confezionare un teaser trailer e le prime bozze del gioco.

Le dichiarazioni che si sono susseguite nel corso degli ultimi mesi vedono il titolo di Microsoft come di uno sparatutto di grande qualità, in grado di scavalcare le problematiche che avevano fatto soffrire i fan in corrispondenza con l’uscita di Halo 5 Guardians e in grado di riportare nuovamente il brand sulla bocca di tutti gli appassionati.

Per ora sappiamo che Halo Infinite non avrà le tanto odiate lootbox che hanno caratterizzato questi ultimi anni videoludici ma le ultime indiscrezioni sembrano inquadrare il titolo all’interno di una frangia altrettanto odiata: quella dei Games As Service, ovvero dei videogiochi con aggiornamenti continui che basano il loro modello di ricavi sulla creazione di contenuti che i giocatori dovranno poi pagare, permettendo agli sviluppatori di monetizzare il titolo anche dopo l’uscita.

Vediamo insieme cosa è successo.

Il futuro di Halo sarà quello di un titolo Game As Service?

Il responsabile trans-mediale del brand Halo in 343 Industries, Kiki Wolfkill, ha rilasciato delle dichiarazioni durante la Brainstorm Design Conference tenuta da Fortune qualche giorno fa in merito alla natura del titolo che verrà approfondito durante la conferenza Microsoft dell’E3 2019.

Secondo quanto dichiarato il prossimo titolo di Halo potrebbe essere ludicamente ispirato ai Game As Service per una questione di sviluppo e per le tempistiche relative alla creazione di nuovo materiale per il franchise.
Sino al giorno d’oggi 343 Industries aveva rilasciato i suoi videogiochi in media una volta ogni tre anni perché era necessaria una grande quantità di tempo per creare i materiali tecnici artistici necessari alla release di un nuovo capitolo della saga.

Purtroppo, secondo le parole di Kiki Wolfkill, al giorno d’oggi non è più possibile permettersi un simile iter di produzione perché i gusti sono diventati volubili e il mondo dei videogiochi si muove a una velocità decisamente superiore; il modello di business attuale non è compatibile con le richieste del mercato odierno.

“Come software house dobbiamo essere in grado di cambiare rapidamente i contenuti del nostro titolo, non possiamo permetterci di aspettare tre anni ogni volta che abbiamo per le mani un nuovo prodotto perché i gusti sono cambiati. I ragazzini cambiano il titolo con cui giocano con una cadenza praticamente settimanale”.

Wolfkill, nel corso della conferenza, ha anche dichiarato di voler creare un set di meccaniche e di regole che convinca la gente ad affezionarsi al prodotto che sta confezionando, in modo da dare longevità al progetto Halo Infinite.

Cosa potrebbe significare questo per Halo Infinite?

Perché il ciclo di produzione triennale non è più valido all’interno del mercato?
Con il successo mastodontico di titoli come Fortnite e Apex Legends, alcune software house hanno dimostrato che esiste un modello di business molto più redditizio rispetto a quello che era stato utilizzato sino agli anni precedenti. Questo processo porterebbe Halo Infinite all’interno di quel genere di giochi che continuamente si aggiornano contenutisticamente (con nuove armi, nuovi personaggi, nuove caratteristiche) e che rinnovano in modo graduale le proprie meccaniche aggiungendo i tasselli di un puzzle.

Non disperate perché c’è ancora un’ osservazione importante da fare per poter comprendere l’eventuale futuro della saga.
Le dichiarazioni rilasciate da Kiki Wolfkill potrebbero non riferirsi unicamente al titolo ma più all’universo stesso di Halo vista la sua posizione di responsabile trans-mediale del brand.
Halo Infinite potrebbe semplicemente essere il primo passo in una direzione che mira a far appassionare talmente tanto i giocatori all’universo e al brand da portare alla creazione di una serie di prodotti collaterali in grado di accalappiare il pubblico. Aggiornare in modo costante Halo Infinite sarebbe il modo più facile per far continuare l’interazione tra il mondo di gioco e il suo pubblico. Che sia arrivato il momento di osservare con i nostri occhi l’arrivo di una modalità Battle Royale basata sul mondo di Halo?

Insomma, niente microtransazioni ma un sacco di contenuti che impareremo a conoscere soltanto con il tempo; probabilmente con l’arrivo della presentazione del titolo durante l’E3 2019.

Halo Infinite è il nuovo capitolo del brand di Halo e arriverà esclusivamente su Xbox One e su PC (attraverso Xbox Play Anywhere); se non sapete come attendere l’arrivo del nuovo Halo allora iniziate a mettere i soldi da parte per poter acquistare la Master Chief Collection, il cui arrivo è praticamente certo, su PC.

 

This post was published on 11 Marzo 2019 18:54

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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