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The Outer Worlds: i companion potranno decidere di abbandonarci

In The Outer Worlds di Obsidian, come in molti altri giochi di ruolo, primo fra tutti Fallout, presenterà un certo numero di companion, cioè personaggi complementari che ci accompagneranno e ci daranno una mano durante l’esplorazione e le missioni. Secondo gli sviluppatori di Obsidian, ogni compagno ha la propria personalità e le proprie convinzioni. È interessante notare che, a causa di ciò, i compagni non sono obbligati a rimanere con il giocatore per l’intera durata del gioco. Infatti, se il giocatore fa qualcosa di sgradevole o di contrario ai loro ideali, è probabile che i compagni possano decidere di abbandonarci al nostro destino. Questo dettaglio, da solo, rende il sistema dei companion di The Outer Worlds davvero unico.

The Outer Worlds: companion liberi di scegliere

In un’intervista a Game Informer, la Senior Narrative Designer Megan Starks ha spiegato che “ci potranno essere molte motivazioni che spingeranno i nostri compagni a lasciarci“. Tuttavia, non è solo questione di moralità o di scelte, ma anche di opportunismo. Ad esempio, se faremo dei doni, il companion potrebbe perdonarci e rimanere con noi. I giocatori potranno intraprendere molte strade per portare a termine un compito e non sempre queste strade convergeranno con gli ideali del companion con cui abbiamo scelto di proseguire l’avventura. Alcune scelte, anzi, potranno essere influenzate proprio dall’opinione del personaggio complementare.

Nitai Poddar, narrative designer, ha approfondito la questione:

C’è un sistema morale basato sui punti, ma il giocatore può assistere a momenti specifici in cui un compagno ti potrebbe dire, “Perché dovresti farlo? Sei completamente fuori di testa!” E questo dà anche al giocatore un’interessante opportunità di dire: “Ho le mie ragioni, per cui… A volte potremo essere persuasi, altre volte faremo valere la nostra leadership e questo aiuta il giocatore a sentirsi più gratificato.

Potrebbero esserci, però, giocatori che vogliono evitare il potenziale dramma di una scelta “sbagliata” o che faccia arrabbiare o dispiacere il proprio companion. In questo caso, sarà possibile non farsi accompagnare da alcuno: infatti, in The Outer Worlds il sistema dei companion non è obbligatorio e si può decidere di lasciarli a casa. The Outer Worlds può essere giocato dall’inizio alla fine senza reclutare altri personaggi. Secondo la Senior Narrative Designer Carrie Patel, Obsidian voleva trovare un equilibrio tra fornire un’esperienza divertente per i giocatori sia con sia senza il contenuto incentrato sui compagni. Patel ha detto a Game Informer:

Con un gioco come il nostro, c’è un equilibrio che devi trovare, perché non devi reclutare per forza i compagni. Puoi avere un’esperienza completa con il nostro gioco anche se non li recluti mai. Ma allo stesso tempo, vogliamo che si sentano molto coinvolti i giocatori che scelgono di portarseli dietro. Dobbiamo stare attenti a non renderli obbligatori, ma cerchiamo anche dei modi per inserirli.

Ricordiamo che The Outer Worlds uscirà su PS4, Xbox One e PC, ma non c’è ancora una data di rilascio. Il gioco durerà, a detta degli sviluppatori, dalle 15 alle 40 ore, sarà dunque interessante vedere se i giocatori vorranno giocare per 40 ore senza avvalersi della compagnia di uno o più personaggi complementari.

Una storia che ci farà anche ridere

Sempre a Game Informer, i due director del gioco, Tim Cain e Leon Boyarsky, hanno riferito alcune informazioni aggiuntive riguardo alla storia di The Outer Worlds.

Ci sarà anche da ridere: infatti, dal punto di vista narrativo, l’RPG di Obsidian strizzerà l’occhio alla dark comedy, cioè una comicità che prenderà in giro alcune situazioni in cui solitamente non si riderebbe. Un black humour che, a detta degli sviluppatori, renderà la storia più variegata ed eviterà che le scene diventino fin troppo patetiche.

La storia sarà in gran parte incentrata sulla serietà delle situazioni, ma un po’ di riso verrà aggiunto qua e là.

This post was published on 23 Febbraio 2019 16:21

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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