Quando nei primi dieci giorni dell’anno abbiamo scoperto che Bungie e Activision si stavano separando abbiamo temuto il peggio per la saga di Destiny, uno sparatutto multigiocatore che in un modo o nell’altro ha segnato in modo importante il mondo dei videogiochi dall’inizio di questo decennio. La separazione delle due aziende ha riportato il pargolo Destiny completamente in mano a Bungie.
Mentre ogni tanto si parla dell’arrivo di un certo Destiny 3 all’orizzonte, iniziano a trapelare delle informazioni ufficiali sul perché il divorzio sia avvenuto in primo luogo. Come al solito parliamo di soldi, di ricavi, di azionisti e di tutte quelle cose che stanno trasformando l’attuale mondo dei videogiochi in unn luogo per squali della finanza e per aziende completamente puntato al ricavo più assoluto.
Vediamo insieme cosa è successo più precisamente.
Activision, Bungie e i ricavi di Destiny 2.
A parlare è stato Collister “Coddy” Johnson, Chief Operations Officer di Activision.
Secondo quanto dichiarato dal funzionario di Activision la decisione è stata presa per il bene di entrambe le aziende; con la rinnovata libertà data a Bungie l’azienda ha finalmente la possibilità concentrarsi sulla sua proprietà intellettuale senza doversi preoccupare di altro mentre il publisher potrà pensare ad opportunità diverse per se.
“Come probabilmente sapete la proprietà intellettuale di Destiny è da sempre stata legata al marchio Bungie; noi non ne eravamo in possesso all’epoca differentemente da titoli come Call Of Duty. Se come Activision avessimo controllato la proprietà intellettuale avremmo avuto qualche chance in più per quanto riguarda le strategie da poter utilizzare nel monetizzare il titolo. Avere il completo controllo su un titolo del genere ci avrebbe permesso di adattarlo in un modo diverso alle nostre necessità economiche. Destiny purtroppo, nonostante i plausi della critica, non rientrava tra le IP che accontentavano le nostre previsioni finanziarie.
L’azienda, pianificando il suo business per il 2019, ha compreso che Destiny non avrebbe potuto aiutare la compagnia a raggiungere i suoi obbiettivi, motivo per cui è avvenuto il cosidetto divorzio.”
Secondo le dichiarazioni di Johnson, gli sviluppatori interni di Activision legati al supporto di Destiny verranno spostati quanto prima su altri campi, questa volta di proprietà dell’azienda.
Activision Blizzard tra licenziamenti e ristrutturazione interni.
Il divorzio tra Bungie e Activion Blizzard è soltanto stato uno scricchiolio che nemmeno anticipava tutto il cambiamento di cui siamo poi venuti a conoscenza nel corso dei mesi successivi. Il vaso si è spezzato durante il report dell’ultimo trimestre dello scorso anno, momento in cui nonostante il raggiungimento di numerosi obbiettivi, la dirigenza ha deciso di ridurre dell’otto percento il numero complessivo degli impiegati, licenziando nel corso del 2019 circa ottocento persone.
Secondo quanto scoperto da Kotaku, il presidente di Blizzard J. Allen Brack ha promesso a tutti i licenziati uno speciale congedo con bonus per le assicurazioni mediche e altri aiuti per trovare un nuovo lavoro, una pratica sempre più comune all’interno del mercato del lavoro americano.
La lettera recita più o meno le seguenti parole:
“Nel corso degli ultimi anni, molti dei nostri team non legati alla programmazione si sono espansi al fine di supportare alcune richieste specifiche. Al momento attuale dell’azienda lo staff è sproporzionato rispetto alla quantità di lavoro disponibile e rispetto alle nostre release. Questo vuol dire che è necessità dell’azienda riorganizzare alcune delle sue parti, motivo per cui mi dispiace annunciare sarà necessario eliminare alcuni posti di lavoro nell’area americana. Discorso simile può essere fatto per i nostri uffici regionali che si riorganizzeranno in base alla geografia”
Altre dichiarazioni riguardo la questione sono arrivate dal CEO Bobby Kotick che ha approfondito il discorso spiegando alcuni retroscena: questi licenziamenti e questa riorganizzazione fanno parte di un piano per la ristrutturazione interna della compagnia al fine di concentrarsi in modo più efficiente su quelli che vengono considerati i franchise più importanti, il tutto rimuovendo tutte le spese inutili che provengono dalle altre aree dell’azienda. Le aree più colpite dai licenziamenti saranno quelle legate al back office, alle operazioni commerciali e al consumer marketing.
Activision-Blizzard più che in fase d’arresto, almeno secondo le previsioni di Kotick, sta cercando lo slancio per combinare nuovamente qualcosa di economicamente rilevante. Secondo le previsioni fatte l’azienda nel corso del 2019 aumenterà del 20% i suoi sviluppatori tra team core e altri gruppi di sviluppo. Activision Blizzard cercherà di investire maggiormente nei suoi franchise più importanti, specie quelli di proprietà del conglomerato.
Cosa vuol dire questo?
Le parole di Kotick lasciano intendere che il futuro (dal 2019 in poi) della società vedrà maggiore quantità di release, maggiore contenuto in game di questi, dei videogiochi mobile (alcuni dei quali ancora non annunciati) basati sui brand conosciuti, un espansione puramente geografica del mercato videoludico (ovvero l’intenzione di Activision Blizzard di portare contenuti in mercati ancora non toccati) e investimenti sostanziali nelle leghe esportive dei loro titoli.
Nel mercato dei videogiochi le annate record non bastano.
La delusione più grande rispetto la decisione di abbandonare Destiny e di licenziare oltre ottocento persone è legata al fatto che il 2018 per Activision Blizzard è stato senza ombra di dubbio un anno record per quanto riguarda i ricavi del settore videoludico. Purtroppo gli azionisti avevano piani di successo ancora maggiore per l’azienda poiché Kotick, durante uno degli ultimi report, ha dichiarato che la compagnia non ha raggiunto i risultati che si preposta per l’anno 2018.
Questo ha modificato leggermente le previsioni della compagnia per il 2019, ribassando il tutto (con evidente insoddisfazione, visto che nel comunicato è possibile leggere una dichiarazione su quanto sia piena di possibilità l’industria videoludica). Activision Blizzard, in base a questi ragionementi, ha definito il 2019 come un anno di transizione in cui probabilmente tirerà fuori meno prodotti
Nel 2019 Activision cercherà di concentrarsi sulla release del nuovo capitolo di Call Of Duty (previsto come al solito per Ottobre/Novembre) e l’arrivo del videogioco mobile sulla saga sviluppato da Tencent. A ciò l’azienda aggiungerà anche la release del remake di Crash Team Racing, l’attesissimo Crash Team Racing: Nitro Fueled e l’arrivo del primo titolo della collaborazione tra From Software e Activision, ovvero Sekiro Shadows Die Twice sviluppato con il patrocinio del papà di Dark Souls, Hidetaka Miyazaki.