Stanno aumentando, negli ultimi mesi, vicende che hanno per protagonisti studi di sviluppo di videogiochi che si sono visti tirati dentro a cause legali per violazione del copyright. Ad esempio, ieri vi abbiamo parlato della causa che la società investigativa Pinkerton ha intentato contro Rockstar Games per aver usato il nome del marchio in RDR2. I casi più eclatanti sono, però, quelli che coinvolgono Epic Games e il suo battle royale Fortnite, in cui i famosi balletti sono finiti sotto la lente d’ingrandimento di famose star che ne chiedono i diritti.
Le emote che simulano un balletto non sono monopolio di Fortnite, ma sono presenti anche in Forza Horizon 4, il racing games di Playground Games. In questo caso, però, non è arrivata alcuna notizia di denunce ai danni dell’azienda inglese che ha deciso comunque di rimuovere i balletti in modo preventivo.
Abbiamo parlato di Fortnite, ebbene, gli sviluppatori del famoso battaglia royale sono stati citati in giudizio da più persone che sostengono che Epic Games abbia rubato le loro danze e le abbia vendute come emote nel gioco a scopo di lucro.
Delle emote tirate in ballo, quelle che hanno fatto più clamore sono “Milly Rock” e “Carlton”, contestate dal rapper 2 Milly e dall’attore Alfonso Ribeiro, noto per aver interpretato Carlton in Il principe di Bel Air.
In virtù di questi sviluppi, Playground Games ha deciso in modo preventivo di rimuovere dal suo gioco Forza Horizon 4 i balletti in modo da non poter incappare in cause legali.
Anche se è probabile che Forza Horizon 4 non sarebbe stato coinvolto in una causa legata a un emote in-game, lo sviluppatore ha preso la decisione di rimuovere tutte le emote che possono essere ricondotte a una persona specifica.
Paranoia? Possibile, ma di questi tempi, in cui si cerca di fare soldi facili accusando chi ha avuto molto successo con i propri prodotti, forse è meglio tutelarsi come sta facendo Playground.
Stando a quanto è riportato su The Guardian, le violazioni del diritto d’autore relative a danze e mosse di danza sono difficili da provare. Sebbene nella legge statunitense la coreografia sia protetta dal Copyright Act del 1976, i querelanti devono dimostrare di aver originato non solo una singola mossa ma una serie di mosse in una sequenza complessa, e devono fornire prove in forma di video. C’è già un’ambiguità sulle origini delle danze Floss e Carlton, con prove che suggeriscono che potrebbero essere state eseguite in precedenza da altri ballerini, il primo in un video di YouTube del 2012 e il secondo in un video di Bruce Springsteen.
This post was published on 16 Gennaio 2019 11:41
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