La decisione dell’Autorità Antitrust italiana, anche se con un po’ di ritardo, è finalmente arrivata. Sony è stata condannata al pagamento di un multa di due milioni di euro, a causa di un pratica commerciale scorretta legata all’abbonamento al Playstation Plus.
Il colosso nipponico, non avrebbe infatti reso edotta a sufficienza la sua clientela sulla necessità dell’abbonamento Plus per accedere ai relativi servizi, primo fra tutti il multiplayer online dei titoli PS4.
Come tutti i gamer più incalliti sicuramente sapranno, la quasi totalità dei videogame dispone di un comparto multiplayer online. Tale funzione, per essere sfruttata, richiede la sottoscrizione, e quindi il pagamento, di un canone mensile o annuo. Nel caso di Sony, un anno di Playstation Plus costa circa 59,99 euro, 24,99 e 7,99 in caso di abbonamenti trimestrali o mensili.
Ebbene, secondo l’Antitrust italiana, la multinazionale giapponese non avrebbe comunicato adeguatamente al suo pubblico che, per poter giocare online, sarebbe stato necessario abbonarsi al Plus e, quindi, pagare altro denaro al di là del costo del gioco.
Stando alle parole dell’ente, sulle confezioni esterne di Playstation 4 non sarebbero presenti indicazioni in tal senso, e la situazione non cambia neanche accedendo al Playstation Store, dove il Plus sarebbe menzionato soltanto cliccando il link “Dettagli“, collocato sul fondo della pagina. Gli stessi prezzi del servizio sarebbero visibili solo nella seconda pagina dei suddetti “Dettagli”.
In entrambi i casi, quindi, Sony starebbe nascondendo delle informazioni di notevole importanza ai consumatori, andando a porre in essere una pratica commerciale scorretta.
A sua difesa, Sony ha asserito che non sarebbe ravvisabile alcuna scorrettezza, in quanto la sottoscrizione del Playstation Plus non sarebbe necessaria per giocare con PS4, ma solo per accedere ad eventuali servizi online. Proprio per questa ragione, la società considererebbe il Plus come un vero e proprio “accessorio“, senza il quale si può comunque liberamente usufruire della console.
Inoltre, Sony ha affermato che l’utente medio sarebbe abbastanza avveduto ed informato da comprendere la necessità del summenzionato abbonamento per poter giocare online.
A questa considerazione l’Antitrust ha ribattuto che, secondo uno studio effettuato da Isfe, circa l’82% dei gamer italiani giocherebbe online ai propri videogame preferiti e che, inoltre, la presunta avvedutezza del consumatore medio non esime di certo Sony dal dover comunicare in maniera trasparente con i suoi acquirenti, anche con quelli meno esperti.
Tra le ragioni alla base della multa di due milioni di euro ci sarebbe inoltre la reiterazione della pratica commerciale, iniziata nel 2013, anno in cui era possibile usufruire, su Playstation 3, del multiplayer online in via gratuita.
Restiamo in attesa di eventuali repliche e reazioni da parte di Sony.
This post was published on 15 Gennaio 2019 17:58
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