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Cyberpunk 2077: il team ha letto libri e visto film a tema per lavorare al meglio

Sviluppare un videogioco, creare una storia coinvolgente, concepire delle quest coerenti con l’ambientazione e il contesto è un lavoro che ha bisogno di una conoscenza a 360 gradi dei mondi da riprodurre. Un team di sviluppo deve avere un’ottima conoscenza del fantasy per sviluppare un titolo come The Witcher 3, ad esempio, e questo vale un po’ per tutti i generi. Non fa eccezione il cyberpunk che annovera film e libri di altissimo valore.

Il team di sviluppo di Cyberpunk 2077, lo studio polacco di CD Projekt Red, per sviluppare Cyberpunk 2077 si è ispirato, ovviamente, al gioco di ruolo Cyberpunk 2020, ma non poteva certo fermarsi lì. Ogni singolo membro dello staff, dunque, ha dovuto leggere libri e guardare film a tema per lavorare al meglio sul suo prossimo videogioco.

Full immersion nel mondo cyberpunk

Chi vuole conoscere il mondo cyberpunk deve assolutamente rivolgersi a opere immortali come Neuromante, libro scritto nel 1984 da William Gibson, Ghost in the Shell, film d’animazione diretto da Mamoru Oshii, basato sul manga di Masamune Shirow, e Blade Runner, magnum opus di Ridley Scott.

Non esistono solo questi, ma confrontarsi con queste opere è un bell’inizio. Proprio questo hanno dovuto fare gli sviluppatori di Cyberpunk 2077: assorbire ogni risvolto narrativo e tematico dalle più importanti produzioni di questo genere.

Durante un’intervista rilasciata a Sector.sk, i membri del team di CD Projekt Red hanno rivelato di essersi assicurati di consumare tutti i grandi media a tema cyberpunk prima che lo sviluppo del videogioco entrasse nel vivo. Come detto, hanno dovuto prima familiarizzare con Cyberpunk 2020, il gioco di ruolo cartaceo creato da Mike Pondsmith su cui si basa il gioco. Il Quest Senior Phillip Weber ha dichiarato:

Il cuore dell’ispirazione è Cyberpunk 2020: a tutto lo studio piace il gioco di ruolo cartaceo. E, in linea generale, il Cyberpunk come genere è molto amato, come lo sono i film come Blade Runner, Ghost in the Shell e libri come Neuromante. Questo è lo stesso motivo per cui abbiamo creato The Witcher, perché lo adoriamo davvero e lo vogliamo fare e vogliamo fare un buon videogioco.

Weber ha poi continuato dicendo che ogni singolo componente dello staff ha dovuto farsi una cultura sul genere:

Se vuoi raccontare storie davvero belle, devi veramente conoscere il mondo. Quindi, il team – gli scrittori, i designer delle quest, il designer cinematografico – ha dovuto stilare una lista. “Questi sono i libri che devi leggere”, “questi sono i film”. Dovevamo immergerci davvero. Naturalmente, molti di noi che erano fan del cyberpunk conoscevano già quelle cose. Ma non bastava, dobbiamo conoscere il cyberpunk altrettanto bene di quanto sapessimo tutto intorno a The Witcher. D’altra parte, facciamo giochi maturi. Vogliamo raccontare storie interessanti con temi interessanti. Questo non è cambiato. Raccontare storie interessanti è la stessa cosa che facevamo prima, quindi in questo modo, facciamo qualcosa che conosciamo.

Parole confortanti dunque da parte di CD Projekt Red che continua a farci venire l’acquolina in bocca. Molto interessante la parte in cui Weber afferma che lo studio fa “giochi maturi”, come a voler sottolineare che il team fa sul serio.

Cyberpunk 2077 è in sviluppo per PlayStation 4, Xbox One e PC e potenzialmente per sistemi di nuova generazione. Al momento, non c’è alcuna notizia su una data di rilascio o di una finestra di rilascio.

Per leggere ulteriori news su Cyberpunk 2077, consulta la nostra scheda qui in basso:

  1. Le scelte avranno impatto sul gameplay
  2. Nessuna forzatura nella scelta di uno stile di approccio
  3. CD Projekt Red si vuole ispirare al successo di RDR 2
  4. Città divisa in distretti che differiscono per aspetti sociali
  5. Le side quest influenzeranno la quest principale
  6. Non ci saranno attività inutili

This post was published on 14 Gennaio 2019 12:45

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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