In un mondo che ha occhi soltanto per lo strapotere di blizzard ed il suo gioco di carte ambientato in una locanda c’è bisogno di un rivale abbastanza qualificato per affrontarlo. Tra un Magic The Gathering: Arena e una partita a Gwent, stiamo tutti aspettando l’arrivo del nuovo titolo di Richard Garfield, uno dei migliori game designer che ha applicato le sue conoscenze al mondo delle carte collezionabili.Il nuovo bambino di Garfield si chiama Artifact, un gioco di carte collezionabili sviluppato intorno all’universo narrativo e visivo del moba DOTA2, di proprietà Valve.
Ne abbiamo già parlato in modo intenso in una guida apposita e con questa guida qui ci apprestiamo ad andare a analizzare ciò che per il momento è stato rivelato sul sistema che circonda le carte, il deckbuilding e alcuni elementi del gameplay; in modo da preparare chiunque legga questa guida allo stile di pensiero da utilizzare correttamente per avere un deck migliore degli altri.
L’articolo, ovviamente, verrà aggiornato mano a mano che ci avviciniamo alla beta e alla release ufficiale del titolo.
Partiamo dai principi che regolano tutto il game design dietro Artifact stesso, che ricordiamo diventare disponibile per tutti i giocatori il 28 Novembre 2018 su Steam.
L’avevamo già anticipato sopra e qui lo riconfermiamo: Artifact vedrà il proprio pool di carte diviso in diversi colori, ogni colore appartiene a un certo genere di idea di game design che determinerà gli effetti e il feeling delle carte.Ecco come si differenziano i vari colori proposti in Artifact:
Le carte di Artifact, come trading card game che si rispetti, costano un determinato numero di risorse per poter essere utilizzate; Artifact ha chiamato la sua risorsa princiaple mana. Ogni carta ha il suo costo di mana ed esso è solitamente rapportato al livello di potenza della carta stessa.
Il mana si ottiene automaticamente all’inizio del turno, partendo da tre unità durante il primo turno; per ogni turno che passa il mana che si ottiene all’inizio delle proprie mosse aumenta di una unità; la quantità di mana che si guadagna può essere aumentata o diminuita a seconda degli effetti delle carte che si giocano.
Un buon mazzo è in grado di fare giocate che hanno effetto sui propri campi di battaglia sin dall’inizio della partita. Per imparare a bilanciare la curva di mana, dovrete aspettare l’arrivo di una beta del titolo, in modo che possiamo metterci le mani sopra come dei bravi videogiocatori.
Il game design dietro Artifact non prevede la possibilità di giocare carte di un colore senza possedere un eroe sul campo di battaglia di quel colore. Ognuna delle tre lane in cui avvengono i combattimenti andrà popolata con un numero variabile di eroi, a ogni eroe corrisponde un dato colore.
Ogni lane avrà, di conseguenza, il suo colore e soltanto carte corrispondenti potranno essere giocate in tale zona. Le uniche eccezioni al momento conosciute sono date dalla possibilità di alcuni eroi di interagire con tutte le lanes a prescindere dalla loro posizione.
L’acquisizione di nuove carte in Artifact è un discorso che deve ancora essere approfondito in modo importante da Valve stessa. Per il momento sappiamo che, comprando Artifact, si avrà accesso a uno starting set, cioè un pacchetto contenente tutte le carte necessarie per iniziare a giocare. Queste carte insieme a quelle che si ottengono giocando normalmente possono essere scambiate attraverso il marketplace di Steam.
Questo marketplace funziona da vero e proprio mercato secondario, permettendo a ogni giocatore di scambiare carte e di vendere le proprie secondo dei prezzi che stabilisce esso stesso. A breve rilasceremo anche una guida su come funziona nello specifico il trading di carte all’interno di Artifact
Al momento il discorso legato ai prezzi delle carte di Artifact è uno dei punti più oscuri di tutto quello che circonda il nuovo prodotto di Richard Garfield e Valve stessa. Sappiamo che le carte potranno essere scambiate in una sorta di libero mercato con l’intera community di Steam ma non è stato specificato quale tipo di economia il gioco tenta di promuovere.
Conosciamo le intenzioni di Valve di staccare il valore di una carta dalla sua potenza; di conseguenza è possibile pensare che le compravendite dietro Artifact seguiranno molto banalmente la legge di “domanda/offerta” che, ad esempio, già regola gran parte del mercato secondario di Magic The Gathering.
Valve ha dichiarato che Artifact, differentemente da Heartstone, non avrà rotazioni ma avrà carte perennemente giocabili all’interno dei propri mazzi; questo perché nelle intenzioni dell’azienda americana è possibile trovare un certo incoraggiamento a deckbuildare in modi sempre diversi e sempre efficaci.
Non ci saranno rotazioni che tireranno fuori carte da determinati formati, di conseguenza non ci sarà quel momento dell’anno in cui ci si ritrova a dover cestinare gran parte del proprio mazzo; se si vuole cambiare archetipo o semplicemente stile di gioco basterà mettere in vendita quello che si nel sopracitato Marketplace e cercare di mercanteggiarsi un qualche tipo di guadagno.
This post was published on 6 Settembre 2018 17:06
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