Alberto Angela è uno dei divulgatori più apprezzati d’Italia, in grado di declinare in una versione accattivante, giovanile e sexy la gigantesca eredità paterna. Per quanto ci siano tutte le motivazioni possibili e immaginabili per adorare il lavoro dell’Alberto nazionale, in una recente puntata di Passaggio a Nord Ovest l’Angela Junior si è inimicato in un colpo solo tutta la folta schiera dei larper nostrani. In un servizio che si poneva l’obiettivo di aprire una finestra sul LARP internazionale e spiegarlo ai babbani, Angela sciorina una serie di commenti e di sorrisetti di sufficienza che sottolineano quanto l’attività di un larper abbia dignità molto minore rispetto a quella dei rievocatori storici. Male Alberto, molto male!
Il servizio che Alberto Angela ha lanciato nell’ultima puntata di Passaggio a Nord Ovest si apre con un’appassionata descrizione delle attività dei rievocatori storici. Costoro, dipinti come rigorosi archeologi sperimentali vengono elogiati per l’impegno profuso nel ricreare concretamente le tecnologie, le situazioni e le vicende che hanno caratterizzato epoche storiche molto lontane dalla nostra e di cui è normalmente possibile avere esperienza soltanto attraverso libri e illustrazioni.
Il contributo dei rievocatori è ritenuto molto importante per l’archeologia, poiché gli archeologi per così dire “da biblioteca” possono trovare riscontro alle proprie teorie, o possono correggere le proprie ricostruzioni sulla base delle esperienze vive dei rievocatori, i quali si prendono ad esempio la briga di marciare per chilometri nella neve vestiti da romani e poi possono spiegare con cognizione di causa perché non è affatto una buona idea portare un’armatura di metallo a contatto con la pelle.
Dopo l’incensamento urbi et orbi dei rievocatori, Angela presenta al pubblico un altro tipo di appassionati, con un sorrisetto beffardo che scatenerebbe di sicuro la furia di Galadriel. Definiti come “molto meno rigorosi”, i larper sono presentati come individui che si mascherano “secondo le proprie passioni”.
La seconda e più ampia parte del servizio si apre con la solita, abusata e ormai insostenibile retorica del montaggio narrativo con tanto di voce narrante baritonale e infografica ad hoc. Le riprese si incentrano su un gruppo di gioco tedesco, attivo nei pressi di Hannover e viene raccontata la vita e la storia di alcuni giocatori che prendono parte alle sue attività.
L’intervista alla giocatrice che impersona la Regina degli Elfi naturalmente mette in luce il carattere riservato e timido di una ragazza che aveva paura di parlare in pubblico e che grazie al LARP non ha soltanto trovato il coraggio di approcciare in maniera più sana e serena le relazioni interpersonali, ma che ha anche trovato la forza di mostrare in pubblico i propri (bellissimi) lavori sartoriali.
Nessuno si azzarderebbe a dire che questo genere di giocatore non sia davvero uno dei molti giocatori – tipo del LARP e nessuno si azzarderebbe a negare il fatto che il LARP riesca a spronare le persone a uscire dalla propria comfort zone per vivere esperienze che non avrebbero modo di sperimentare altrimenti. Il problema è il tono.
Nella divulgazione il tono è tutto: se Angela ha scelto di presentare la rievocazione storica con un tono scientifico e che in generale trasmetteva grandissima stima per le attività dei rievocatori, il tono di bonaria sufficienza con cui ha voluto raccontare le esperienze dei larper ha gettato per l’ennesima volta una luce distorta su tutti coloro che scelgono di giocare di ruolo dal vivo.
Larper e rievocatori quindi sono guerrieri della domenica, interessati a mettere in scena un mondo irreale e a vivere esperienze alternative alla vita quotidiana ma con finalità differenti: i primi si vogliono soltanto divertire, i secondi hanno una passione per la storia che li eleverebbe al di sopra degli altri, mentre gli altri che non fanno ricerca, perdono tempo in maniera discutibile.
Il problema è annoso: ma perché si continua a mettere in relazione la rievocazione e il LARP? Perché i larper fano sempre la figura dei disadattati che si picchiano nei boschi con le spade di gomma? Picchiarsi nelle arene con spade di metallo è più degno, ha più valore, è un passatempo più intelligente? E chi lo stabilisce?
Player in questo caso fa una sorta di contropubblicità progresso, invitando tutti coloro che hanno visto il servizio di Passaggio a Nord Ovest di andare oltre quello che è stato raccontato e soprattutto oltre la voce narrante baritonale che farebbe sembrare ridicolo e soprattutto fuori tempo massimo anche il Sigore Degli Anelli (film citato giustamente come massimo momento di divulgazione per il genere fantasy).
Se ci fossero persone interessate a capire che cos’è davvero il LARP, quale dignità ha questo hobby, si rivolgano a una delle moltissime associazioni attive a livello regionale e nazionale sul nostro territorio.
Si potrebbe arrivare a scoprire che non tutti i larper sono disadattati e che non tutti hanno paura di fare una telefonata se non indossano le orecchie da elfo.
This post was published on 20 Agosto 2018 19:00
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