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Devil May Cry 5 esiste perché è ciò che vogliono i fan

Cinque anni e mezzo dopo l’uscita dell’episodio reboot con un Dante notevolmente cambiato e dieci anni dopo Devil May Cry 4, Capcom è finalmente salita sul palco dell’E3 a giugno per annunciare che Devil May Cry 5 sarebbe arrivato sulle nostre console e su PC. Nel filmato mostrato alla rassegna videoludica, sembravano esserci tutti gli ingredienti tanto amati dai fan della serie. Potete leggere nel nostro speciale post-E3 cosa pensiamo di ciò che abbiamo visto di DMC 5.

Parlando con GamesIndustry, il direttore esecutivo di Capcom Europe, Stuart Turner, e il direttore marketing Antoine Molant hanno rivelato che Capcom ha solo aspettative “modeste” sulle vendite del gioco. Un’ammissione che ci sorprende molto, ma allora perché è nato Devil May Cry 5, accantonando l’idea della serie reboot? Il gioco è stato realizzato perché questo è ciò che i fan volevano.

Devil May Cry 5: i fan lo vorrebbero così

Capcom, durante l’intervista, ha parlato delle motivazioni che hanno spinto il tema a realizzare il quinto capitolo della saga e a progettarlo proprio come abbiamo intravisto nel trailer dell’E3. Antoine Molant ha ribadito:

L’ultimo gioco è stato molto buono, ma c’erano alcune voci infelici perché non era un sequel diretto. Per questo motivo, il team di sviluppo si è seduto e ha chiesto: ‘In che direzione dobbiamo andare?’ Ed era noto che la community voleva che Devil May Cry 5 fosse più vicino ai capitoli 1, 2 e 3. E così è nato il progetto. Possiamo discutere se quel genere abbia lo stesso fascino di un tempo… è difficile da dire. Il progetto è nato perché è quello che vogliono i fan.

Capcom ha poi continuato dicendo che il feedback degli utenti per loro è molto importante. A tal proposito, potete leggere le dichiarazioni del team che afferma di preferire giochi da 9 che vendono meno ai giochi da 6 che vendono di più.

Ritornando a Devil May Cry 5, Turner ha aggiunto:

È giusto dire che siamo molto concentrati sul pubblico e sul feedback che otteniamo. Recentemente abbiamo visto alcune storie orribili su editori che si piegano alla volontà di Internet. Non vogliamo arrivare a quei livelli, ma certamente c’è l’elemento soddisfazione dei fan che dobbiamo rincorrere anche noi.

DMC è un esempio di questo. I fan non erano felici, quindi abbiamo ragionato in modo diverso. Vogliamo dare cose ai fan, vogliamo sostenerli, ma deve avere senso. Quindi lo facciamo nella ragione. Non ascoltiamo gli estremi della fanbase

DMC: non solo un piacere ai fan…

Ovviamente Molant ha fatto notare che il team si aspetta che il gioco si trasformi anche in un successo commerciale – sono pur sempre affari.

Questo progetto non avrebbe mai avuto il semaforo verde se non avesse avuto senso dal punto di vista commerciale. Raramente facciamo previsioni pazzesche su uno qualsiasi dei nostri giochi. DMC 5 soddisferà una fanbase che è ancora abbastanza grande.

Quindi, nel complesso, il team vuole coniugare le due cose: accontentare i fan e, di riflesso, generare un buon profitto. Capcom, d’altronde, ha ri-modificato le sue mosse aziendali per quanto riguarda la serie di Resident Evil. Da puro action, si è tornati all’horror con Resident Evil 7, perché i fan lo volevano (nonostante le enormi vendite di RE 6). Anche Monster Hunter World è stato un grande successo per la compagnia, e Resident Evil 2 che ha intenzione di ripetere l’impresa il prossimo anno.

Devil May Cry 5 verrà lanciato su PS4, Xbox One e PC l’anno prossimo.

This post was published on 7 Agosto 2018 10:39

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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