Come nel mondo dei videogiochi anche il mondo reale spesso e volentieri sottostà a dicotomie stupide come bene e male: oggi abbiamo la notizia che uno di questi scontri epici si sta consumando in questi momenti, mentre scriviamo notizie e raccogliamo informazioni tra due colossi (a modo loro) nel mondo dell’intrattenimento videoludico.
La notizia è tanto semplice quanto prevedibile: la compagnia che ha creato Denuvo, uno dei DRM più invasivi e utilizzati nel mondo dei videogiochi, ha deciso di denunciare Voksi, leader del gruppo di hackers bulgari Revolt.
Vediamo insieme cosa è successo e se le cose sono destinate a cambiare in qualche modo.
Da un paio di giorni su Reddit si avvicendano voci sempre più insistenti sul perché il sito dei revolt sia down e reindirizza direttamente al ministero degli affari interni bulgaro. L’annuncio ufficiale è stato fatto sul social chiacchierone da Voksi stesso, parlando della denuncia come se fosse stata una mossa prevista nell’etere da molto tempo ormai.
Il problema è sempre quello: Denuvo non regge più il confronto con gli hackers e viene continuamente bucata in pochi giorni; pochissimi publisher sono intenzionati a usare nuovamente i servizi dell’azienda. L’azienda austriaca ha deciso di denunciare Voksi per mandare un messaggio al resto del mondo della pirateria, con cui prima o poi si dovrà scontrare in qualche modo.
Per il momento sappiamo che la polizia bulgara ha sottratto all’hacker tutta l’attrezzatura (computer e simil-macchinari) con cui il pirata ha sin’ora lavorato: il destino del leader dei Revolt sarà deciso prossimamente dalla pubblica accusa.
Voksi ha comunque dichiarato di volersi difendere contro il trattamento che Denuvo è intenzionato a riservargli; egli ha chiesto alla community a cui appartiene di procurargli un qualche tipo di avvocato disposto ad aiutarlo. In ogni caso egli è piuttosto convinto che si trovi al termine della sua carriera, una carriera votata ad una lotta senza esclusione di colpo contro le DRM all’interno dei videogiochi.
Drm che, per suo credo personale, non dovrebbero essere permesse in un mondo del genere dove se un prodotto è di alta qualità viene comunque acquistato.
Nel corso degli ultimi tempi sono stati moltissimi i videogiochi penalizzati dall’implementazione di Denuvo come sistema di protezione: giochi come Batman: Arkham Knight, Lords Of The Fallen o il più recente Sonic Mania hanno avuto problemi di crash, stabilità, prestazioni e chi più ne ha e più ne metta a causa della presenza di Denuvo.
Oltre ciò c’è un discorso puramente etico sotto: Denuvo obbliga tutti i videogiocatori a usare una connessione internet per poter giocare al loro videogioco preferito, anche se questo non presenta alcun tipo di interazione con il mondo online; infine Denuvo utilizza in modo intensivo la CPU, creando problemi di stabilità e di prestazioni nei sistemi meno potenti.
Il gruppo Revolt è solo uno dei tantissimi gruppi di hacker che si sono preposti l’obbiettivo di abbattere Denuvo e la sua metodologia d’azione nel mondo dei videogiochi. Il poco rispetto che c’è nei confronti del giocatore da parte dell’azienda Austriaca per i sopracitati problemi di stabilità e prestazioni è anche il motivo principale per cui tra i vari gruppi di Hacker Denuvo è sinonimo di bersaglio.
Infine c’è da considerare il fattore difficoltà: sin dalla sua introduzione nel mercato delle DRM Denuvo si è proposta come lo scoglio invalicabile, l’ostacolo inaffrontabile.
Questo ha letteralmente mandato su di giri tutti gli appassionati d’informatica e di hacking con spirito competitivo creando un vero e proprio ciclone lavorativo attorno il bucare la protezione denuvo.
Ora a proseguire l’azione di Revolt ci saranno mille altre gruppi hacker come CPY o CODEX, tutti intenzionati a creare un mondo dove le protezioni non sono più un problema perché, come sopra accennato, un buon prodotto lo si compra sempre e comunque, se il giocatore è degno di chiamarsi tale.
No alla pirateria, si ai bei giochi!
This post was published on 26 Luglio 2018 16:23
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