Qualche settimana fa vi abbiamo parlato delle accuse rivolte a CD Projekt Red, casa di sviluppo polacca della serie The Witcher e che sta lavorando attualmente a Cypberpunk 2077, riguardo a un luogo di lavoro in cui regnerebbero caos e disorganizzazione. Se quelle accuse ci sembravano sorprendenti, lo sono ancora di più quelle che stanno uscendo fuori in queste ore rivolte a un’altra software house famosissima e molto apprezzata: Quantic Dream.
Qual è uno dei capisaldi delle produzioni dell’azienda francese? La capacità di trattare argomenti spinosi con molta delicatezza e senza superare i limiti. Ebbene, sembra che proprio su questo punto sia caduta la società di David Cage, il quale ora deve difendersi da accuse addirittura più pesanti di quelle che avevano travolto CD Projekt Red. Non si parla solo di estenuanti sessioni lavorative, lamentela comune in una qualsiasi azienda, ma anche di fatti gravi come mobbing, sessismo e omofobia.
I principali “indiziati” in questa vicenda sono il proprietario di Quantic Dream, David Cage, e l’executive producer Guillaume Juppin de Fondaumiere. Secondo alcuni dipendenti, i due avrebbero atteggiamenti a dir poco inaccettabili soprattutto nei confronti delle donne. La notizia è stata ripresa anche da importanti giornali francesi come Le Monde e Mediapart, i quali parlano di fotomontaggi a sfondo sessuale e di battute poco carine nei confronti degli omosessuali e di persone di diversa etnia.
Quantic Dream, in soldoni, è accusata di essere omofoba e razzista. Guardando ai titoli prodotti dalla software house transalpina, da Fahrenheit e Heavy Rain, da Beyond al prossimo Detroit: Become Human (al centro di una polemica proprio per i temi proposti) sembra incredibile che certe accuse vengano rivolte proprio nei suoi confronti. Lo stesso David Cage dice di essere del tutto estraneo alla vicenda e di aver sempre lavorato con serietà. Respinge inoltre ogni accusa di essere razzista e omofobo.
Una prima risposta è arrivata da Guillaume Juppin de Fondaumiere:
Quanti Dream nega categoricamente le accuse. Per quanto mi riguarda, sono furioso e indignato da queste accuse, che prendo molto seriamente. E prenderò tutte le possibili azioni legali per difendere il mio onore.
Anche David Cage non ha atteso molto prima di far sentire le proprie ragioni e appare molto stizzito in un’intervista rilasciata proprio a Le Monde, in cui rimanda la mittente le accuse ribadendo la bontà del suo operato.
Vuoi parlare di omofobia? Lavoro con Ellen Page, che combatte per i diritti LGBT. Vuoi parlare di razzismo? Lavoro con Jesse Williams, che combatte per i diritti civili negli Stati Uniti… Giudicami per il mio lavoro.
Nel mentre, sono partite indagini per verificare se ci siano stati effettivamente casi di mobbing e la presenza di fotomontaggi inappropriati e lesivi della dignità umana.
This post was published on 15 Gennaio 2018 12:25
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