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Square Enix: le microtransazioni non sono adatte ai giochi per console

Square Enix è decisamente uno dei publisher più attivi del momento. Nonostante il successo di Final Fantasy XV sia chiaramente percepibile ancora oggi, a quasi un anno dalla sua uscita, l’azienda giapponese pensa già al futuro dei suoi numerosi franchise, come gli stessi NieR e Deus Ex. Proprio a questo proposito, Yosuke Matsuda, CEO del publisher, ha rilasciato un’intervista ad MCV. Tra i temi toccati, oltre ai lavori in corso sui sequel delle sue saghe più famose, è stato toccato anche il tema microtransazioni, su cui il dirigente ha una sua personale opinione. Secondo Matsuda, infatti, le microtransazioni non sarebbero adatte ai giochi destinati al mercato console.

Square Enix: dalle microtransazioni ai sequel

Come tutti avrete avuto modo di comprendere, parlare delle microtransazioni non è assolutamente una cosa semplice. Dalla bufera che ha investito EA e Star Wars: Battlefront II, moltissimi giocatori hanno demonizzato la pratica, etichettandola come un guadagno ingiusto da parte dei publisher. Nonostante ci siano tripla A privi della possibilità di effettuare acquisti in-game, come Monster Hunter: World e Gran Turismo Sport, la domanda sorge spontanea: è giusto inserire le microtransazioni in un videogame? Soprattutto se si tratta di un titolo già costoso? Secondo Yosuke Matsuda, CEO di Square Enix, il problema non starebbe nelle microtransazioni in sé, quanto nel loro non essere adatte o adattabili ai giochi per console.

Perché le microtransazioni sono così mal viste?

Tali dichiarazioni sono state rilasciate nel corso di una lunga intervista rilasciata ad MCV. Matsuda ha parlato del fatto che, per oramai molti publisher, i videogame sono equiparabili alla fornitura di un servizio. Tuttavia, questo modello può non adattarsi ad ogni titolo. Molto ovviamente dipende dalla natura e dal design del videogioco singolarmente preso. Tuttavia, il desiderio di ogni giocatore è quello di poter usufruire di un titolo per il tempo più lungo possibile. Proprio per questa ragione, è di vitale importanza che il gioco in questione venga sempre “rifornito” di nuovi contenuti, in modo che i gamer abbiano sempre qualcosa di nuovo da sperimentare. Tuttavia, secondo il CEO di Square Enix, c’è una grande differenza tra un gioco per console ed uno, ad esempio, per mobile. Tale differenza consiste nelle aspettative degli acquirenti.

“Il modo in cui vengono realizzati i giochi per console, il volume dei contenuti e quanto sforzo sia stato profuso in loro, c’è qualcosa in tutto ciò che non si adatta al meccanismo delle microtransazioni.”

Un sequel non deve essere identico al suo predecessore

Quella rilasciata da Yosuke Matsuda è stata un’intervista molto interessante.

L’intervista ha poi toccati temi diversi. Uno di questi riguarda proprio il concetto stesso di sequel. Sappiamo benissimo quanto alte siano le aspettative del pubblico nei confronti del capitolo successivo di una saga, soprattutto se il gioco precedente era di grande qualità. Tuttavia, Yosuke Matsuda afferma che, in alcuni casi, le cose possono andare diversamente. Basta guardare il caso di NieR: Automata. Il gioco appartiene alla serie Nier, ma è completamente diverso dal suo predecessore. Stesso dicasi per Left Alive, parte integrante dell’universo di Front Mission, ma che è molto più simile a Metal Gear. Per il CEO di Square Enix, i cambiamenti non sono solo utili, ma possono diventare addirittura necessari.

“È qualcosa che dobbiamo realmente continuare a fare, dobbiamo continuare a creare nuovi giochi. Dato che i team di sviluppo sono molto più grandi di quanto non lo fossero in passato, non è facile creare IP di quel livello, ma è qualcosa che dobbiamo continuare a cercare di fare, altrimenti le cose diventerebbero troppo statiche.”

Anche gli stessi Final Fantasy hanno da sempre adottato questa tecnica. Per Matsuda, infatti, anche se il titolo dovesse essere simile, non è affatto obbligatorio dover riproporre lo stesso genere di gioco.

“Per Final Fantasy il discorso è un po’diverso: è vero che ogni episodio ha un numero, ma sono essenzialmente tutte nuove IP a modo loro. Ogni loro elemento è ogni volta diverso.”

Restate sintonizzati per ulteriori news in merito. Se volete approfondire l’argomento, cliccate sulla news dei nuovi porting per Switch dei giochi Square Enix.

This post was published on 12 Dicembre 2017 19:35

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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