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Ecosia: il motore di ricerca ecologico che pianta alberi

Gli amici green di Player.it apprezzeranno sicuramente: con Ecosia, il motore di ricerca ecologico, potrete piantare alberi con un clic o, per essere più precisi, semplicemente effettuando ricerche con l’apposita estensione di Chrome e Firefox.

Ma com’è possibile?
È molto semplice: Ecosia destinerà al rimboschimento forestale di aree critiche buona parte degli introiti ricavati dalle inserzioni pubblicitarie visualizzate nei risultati di ricerca.

In sintesi, per piantare un albero basta effettuare in media 45 ricerche con Ecosia; il pratico contatore in alto a destra vi dirà quando avrete raggiunto quest’obiettivo.

Che cos’è Ecosia?

Nient’altro che un motore di ricerca, o per essere più precisi un social business, fondato nel 2009 dal tedesco Christian Kroll, dopo un viaggio attorno al mondo.

Il progetto è gestito da un team internazionale di stanza a Berlino, che conta all’incirca una ventina di membri di varie nazionalità e diversi background.


Ecosia, attualmente, dona al WWF circa l’80% dei proventi pubblicitari generati dal traffico sul motore di ricerca, ma il ripopolamento boschivo è solo il primo passo.

Gli obiettivi del motore di ricerca Ecosia

Oltre a essere l’alter ego verde di Google, come molti hanno iniziato a chiamare questo motore di ricerca, Ecosia intende essere la buona coscienza della Rete, per usare le parole di C. Kroll, fondatore e CEO dell’azienda.

Un anno e mezzo fa Ecosia aveva donato 3 milioni di dollari per interrare 6 milioni di arbusti. Oggi gli alberi piantati superano i 31 milioni. Non so voi, ma tutte le ricerche necessarie per scrivere questo articolo sono state effettuate tramite l’estensione per Chrome di Ecosia. Nel lasso di tempo impiegato per scrivere queste righe, è stata finanziata la messa a dimora di oltre ottomila alberi.

Il target, oggi, è quello di raggiungere il miliardo di alberi entro il 2020.

I progetti di Ecosia

Il social business tedesco ha numerosi progetti in corso, fra cui tre che prevedono il rimboschimento di alcune aree in Burkina Faso, in Perù e in Madagascar. Non mancano le opere in corso in Etiopia, Marocco, Ghana, Uganda, Brasile, Tanzania, Indonesia e altri Paesi ancora.

Le aree target sono tutte zone pesantemente colpite dalla deforestazione, che ha messo in ginocchio gli ecosistemi locali e, con una reazione a cascata, anche il benessere della popolazione umana.

Ecosia collabora con le popolazioni locali per trasformare i deserti in foreste, riportando flora, fauna e acqua nelle zone deforestate colpite da siccità.


Vengono scavati bacini da 2.000 litri d’acqua ciascuno, poi si procede alla semina di alberi ed erba; la cura e i lavori di manutenzione del verde, in seguito, vengono in gran parte affidati agli abitanti delle zone interessate, così da creare lavoro per rimettere in moto l’economia di aree impoverite sotto tutti i punti di vista.

Insomma, più alberi portano a un ecosistema più vitale, a un bestiame più sano e a un’economia più ricca, il che aiuta a rendere più sana e indipendente la popolazione locale, e quindi a portare un maggior numero di bambini nelle scuole. Una maggiore scolarizzazione e un’economia più forte, infine, favoriscono il perpetuarsi del ciclo in modo autonomo, senza ulteriori interventi esterni.


Una grande muraglia verde in Africa

Le foreste di Ecosia fanno parte dei progetti internazionali per la creazione di una grande muraglia verde in Africa, così da fermare la desertificazione del territorio, far ripartire il ciclo dell’acqua e migliorare le condizioni ambientali, economiche e sociali del continente africano.

Un particolare riguardo viene riservato all’imprenditoria femminile:

Piantiamo alberi di acacia perché sono capaci di rendere il suolo più fertile. Con i nostri ricavi abbiamo istituito un fondo comune per permettere alle donne di intraprendere le proprie attività economiche. – Sara, 42 anni, Mechisho (Etiopia)

La tecnologia alle spalle di Ecosia

Tra i maggiori partner di Ecosia notiamo la presenza di Yahoo e Bing.

Per chi si fosse perso qualcosa, ricordiamo che Bing è un motore di ricerca firmato Microsoft, nato nel 2009 e sorto come una fenice dalle ceneri di Live Search.

Insomma, dopo aver installato l’estensione, cercando qualcosa tramite la barra di ricerca del browser in realtà si userà il motore di ricerca di Bing, non quello di Google.

Un motore di ricerca attento alla privacy

Data la crescente attenzione del pubblico per la privacy, la profilazione e il trattamento dei dati a fini commerciali, Ecosia ci tiene a far sapere che loro sono diversi.

Non vendiamo i tuoi dati a inserzionisti pubblicitari e non utilizziamo tracker di parti terze, al contrario della maggior parte degli altri motori di ricerca.

Ecosia funziona davvero o è una bufala?

Sembrerebbe proprio che sì, Ecosia funziona davvero.

Ecosia fa della trasparenza uno dei suoi capisaldi, insieme alla difesa del patrimonio ecologico, ambientale e forestale del pianeta. Per questo motivo tutti i report finanziari di Ecosia sono liberamente consultabili sul sito.


Vuoi lavorare con Ecosia? Da oggi è possibile, soprattutto per gli esperti di agricoltura rigenerativa: un modello agricolo efficiente che punta non solo al profitto e alla corretta nutrizione delle piante coltivate, ma anche alla rigenerazione del suolo stesso, andando quindi oltre il concetto -già pregevole di per sé- di agricoltura sostenibile.

L’importanza di combattere la deforestazione

Espansione agricola, incendi ed estrazione di risorse sono le cause principali della deforestazione. Aggiungiamo a questo dato il fatto che solo il 12% delle foreste globali è protetto, ed ecco che possiamo iniziare a spiegarci come mai dal 2000 al 2013 il patrimonio mondiale di foreste inalterate sia diminuito del 7,2%.


Nel 2016 abbiamo perso quasi 30 milioni di ettari di foresta, il 15% in più rispetto al 2015, e sicuramente non ha un effetto tranquillizzante la recente dichiarazione, da parte di alcuni tra i più potenti Paesi del pianeta, di voler tornare al carbone: un netto passo indietro sul percorso del progresso verso le fonti rinnovabili di energia.

Ben venga, quindi, il rimboschimento forestale tramite motore di ricerca.

This post was published on 3 Luglio 2018 19:57

Pierluigi Michetti

Pierluigi è un abruzzese di 33 anni, cittadino d'Europa e appassionato non soltanto di tutto ciò che sia vagamente fantasy, ma anche di mitologia, rievocazione storica e rasatura tradizionale. Cresciuto a pane, olio d'oliva, videogame di ruolo, letteratura fantasy, lezioni di pianoforte ed heavy metal, studia Scienze Politiche, prima, Pubblicità e Marketing, poi, e a metà della storia si ritrova a fare il copywriter e il redattore. Dopo aver adorato D&D 3.5, Sine Requie, Il Richiamo di Cthulhu e altri titoli meno celebri, si ritrova quasi per caso a sfogliare il PHB e la DMG di D&D 5E, e lì viene risucchiato in un vortice dimensionale senza via di scampo. Dopo aver giocato il Guerriero / Chierico per una dozzina d'anni, attualmente si diverte con un Barbaro in una campagna, fa il DM in una seconda, e gioca (male) un Warlock Legale-Malvagio in una terza, sempre con lo stesso gruppo. In tenera età, armato di un Amiga Commodore 64 e un SEGA Master System II Plus, inizia a esplorare il multiverso videoludico; la vera passione, però, sboccia soltanto con l'arrivo di un Pentium 1 133 MHz. I titoli amati, in ordine sparso: da Age of Empires a Earthsiege 2, da Earth 2140 a Carmageddon, e poi SimCity, SimCopter, i simulatori di volo, Populous, Black & White, Monkey Island, Wolfenstein, BloodRayne, Planescape: Torment, i Baldur's Gate (inclusi i Dark Alliance), Dark Forces, senza dimenticare Ultima Online, World of Warcraft, i due Knights of the Old Republic (giocati più volte di quel che il pudore mi consente di ammettere), Star Wars the Old Republic, i vari Max Payne, i Vampire the Masquerade: Redemption e Bloodlines, Kingdom Come: Deliverance e naturalmente la saga di The Witcher, quella di Dragon Age, i vari The Elder Scrolls (incluso l'Online) e soprattutto quella di Mass Effect, di cui è perdutamente innamorato. Dopo una primissima adolescenza trascorsa in compagnia dei romanzi di Tom Clancy e Bukowski, spicca il volo con gli autori canonici, tra cui Tolkien, G. R. R. Martin, J. K. Rowling, Weis - Hickman, Terry Pratchett, Stephen King, Gemmell, Howard e -in parte- Terry Brooks; attualmente adora la prosa di H. P. Lovecraft ma non tanto la sua poesia, divora Luk'janenko, Sapkowski, Karpyshyn, Zahn e tutto l'Universo Espanso di Star Wars.

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