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Plants vs Zombies: licenziato il creatore del gioco a causa delle microtransazioni

Inutile nasconderlo: ciò che si è scatenato attorno alle microtransazioni è un vero e proprio ciclone. E come ogni ciclone che si rispetti, produce danni spesso incalcolabili. Ne sa qualcosa Electronic Arts che, dopo giorni di polemiche e minacce, è stata costretta a rivedere le sue politiche per ben due dei suoi tripla A: Star Wars: Battlefront II e Need for Speed Payback. Ma si sa che le bufere non possono mai esaurirsi in breve tempo. Quella che ci troviamo a commentare oggi è una notizia vecchia di anni ma che emerge solo oggi. Sembra proprio che George Fan, il creatore del gioco Plants vs Zombies, diventato poi un franchise EA, sia stato allontanato dalla sua creatura perché in aperto contrasto con le politiche del publisher statunitense. In particolare, Fan era contrario alle microtransazioni.

Plants vs Zombies: un doloroso licenziamento

Microtransazioni: un male necessario?

A seguito del polverone alzatosi in questi giorni attorno a EA, sono in molti a porsi una stessa domanda: le microtransazioni sono il male necessario dell’industria videoludica? La risposta al quesito non è assolutamente semplice. Electronic Arts, in passato, si era esposta dicendo che lo sviluppo di un gioco tripla A è sempre più costoso, e che quindi servono fonti di entrata alternative. Quello che ha fatto infuriare una larga fetta di gamer è il costante ricorso a questa pratica, ritenuta “ai limiti del regolamento“. Come tutti sanno, le polemiche sono sfociate in recensioni negative su Metacritic, uno dei portali di settore più frequentati ed autorevoli che ci siano. Proprio per questa ragione, EA è dovuta correre ai ripari.

Molti giocatori ritengono che le microtransazioni rappresentino un facile guadagno per i publisher.

La querelle legata alle microtransazioni si arricchisce oggi di un nuovo capitolo. George Fan, il creatore del gioco Plants vs Zombies, sarebbe stato licenziato anni fa da EA. Il motivo dell’allontanamento consisterebbe nell’opposizione, da parte del creativo, al modello pay-to-win che il publisher statunitense avrebbe poi inserito nel gioco.

A riportare la notizia è stato Edmund McMillen, la mente dietro giochi capolavoro come The Binding of Isaac e Super Meat Boy, nonché amico di Fan. Nel corso di un podcast, McMillen ha parlato della carriera del suo amico, reclutato da PopCap Games, lo sviluppatore con cui avrebbe poi creato Plants vs Zombies. Il gioco fu sviluppato da un team piuttosto piccolo e con una mentalità “indie”, per poi essere pubblicato nel 2009. Di seguito, vi riportiamo quanto dichiarato da McMillen.

“Era una questione personale. Conoscendo la persona, posso capire che i personaggi da lui creati fossero qualcosa di personale. Ogni piccolo pezzo del titolo proveniva direttamente da lui. Quel gioco era come se fosse il suo bambino.”

Plants vs Zombies: una questione personale

Il nuovo gioco creato da George Fan.

Come tutti sappiamo, nel 2011 EA acquista PopCap Games per 750 milioni di dollari. Come era prevedibile, il publisher spinse per un sequel del gioco, imponendo di inserire al suo interno un modello pay-to-win, abbinato alla possibilità di effettuare acquisti in game. McMillen racconta che George Fan non fu esattamente contento di questa proposta di Electronic Arts. La sua risposta fu: “Non lo so, non credo sia una buona idea e non voglio che sia presente nel mio gioco“.

Stando al creatore di Super Meat Boy, Fan fu licenziato il giorno dopo, proprio a causa di questa sua presa di posizione. Attualmente, lo sviluppatore è tornato sul mercato degli indie game, e sta per rilasciare il titolo Octogeddon.

“Questa storia è degna dell’interesse di chiunque, e mi ha frustrato molto il fatto che per anni nessuno ne abbia mai parlato.”

Lo stesso George Fan, contattato personalmente per una sua eventuale replica, ha detto che oggi rilascerà la sua versione dei fatti. Non possiamo che attendere le prossime ore per saperne di più.

Restate sintonizzati per ulteriori news in merito.

This post was published on 21 Novembre 2017 11:44

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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