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Retroscena Battlefront II: in origine solo ricompense estetiche

Inutile girarci troppo intorno: Electronic Arts è decisamente finita nell’occhio del ciclone. Basta andare sui social per rendersi conto dell’enorme quantità di attacchi ed offese (spesso anche gratuite) che il publisher americano è costretto a subire. La causa di tanto dibattere non poteva che essere Star Wars: Battlefront II. Il nuovo ed attesissimo gioco basato sull’universo creato da George Lucas è stato tempestato di critiche sia sui social network che su testate di settore come Metacritic. Il motivo di tutto ciò è ascrivibile al sistema di progressione che il gioco offriva. Chiunque volesse sbloccare tutti i perk, le abilità ed i personaggi speciali che il gioco offre, sarebbe stato costretto a centinaia di ore di grinding, oppure a ricorrere alle tanto vituperate microtransazioni.

Ebbene, la polemica si arricchisce di un nuovo capitolo. Sembra proprio che, almeno all’inizio, le casse ricompensa del titolo EA dovessero contenere unicamente oggetti estetici, come skin e shader.

Le casse di Battlefront II, in origine, avrebbero dovuto essere come quelle di Overwatch

Le polemiche sono state talmente grandi da mettere in ombra la release del gioco.

A meno che non abbiate trascorso le ultime due settimane in una caverna e senza connessione ad Internet, è praticamente impossibile che non abbiate percepito l’enorme bufera in cui è stata coinvolta EA. Per farvela breve, al centro della polemica ci sono ancora le microtransazioni. Alcuni utenti di Reddit avevano critica il publisher per la scelta di rendere non immediatamente disponibili per il gameplay alcuni personaggi iconici della saga, come Darth Vader e Luke Skywalker. Gli unici due modi per sbloccare i due eroi erano quello di imbarcarsi in oltre 40 di gioco online “a testa”, oppure quello di aprire il portafogli ed ottenere loot box, da cui si sarebbe ottenuta in game da utilizzare per ottenere i personaggi in questione. Il clamore è stato tale da costringere Electronic Arts, nella giornata di ieri, a rimuovere gli acquisti in game, almeno temporaneamente.

Giocare o pagare: questa era la scelta.

Ci siamo già soffermati sulle posizioni in materia degli sviluppatori di titoli come Gran Turismo Sport e Monster Hunter: World. Sappiamo anche della simpatica risposta di Blizzard sull’argomento. Tuttavia, sul sito Venture Beat, è emerso un clamoroso retroscena. Sembra proprio che, in origine, le loot box di Star War: Battlefront II avrebbero dovuto contenere unicamente oggetti estetici e cosmetici. In parole povere, al massimo si sarebbero potute ottenere delle skin e degli shader alternativi, esattamente come accade con le casse di Overwatch. Anche nel celebre MMOFPS Blizzard è possibile effettuare acquisti in game, ma le ricompense delle loot box sono meramente estetiche, prevenendo sul nascere qualsiasi discorso relativo al pay-to-win. A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché questa idea è stata poi scartata? Sembrerebbe che la divisione Disney Star Wars, Lucasfilm, abbia bocciato la proposta, spingendo gli sviluppatori verso una strada diversa.

In attesa di repliche da parte di Electronic Arts

In attesa di ulteriori sviluppi.

Va da sé che EA non ha ancora diramato alcun comunicato o rilasciato alcuna dichiarazione. L’unica cosa di cui si deve prendere atto è, come abbiamo detto prima, la chiusura dello shop in game di Battlefront II. Di recente, vi riportiamo un estratto di quanto detto da EA sulla decisione presa in merito alle accuse di pay-to-win.

“Tuttavia, mentre ci avviciniamo al lancio del gioco, è chiaro che molti di voi sentono che ci sono ancora delle sfide nel design. Abbiamo sentito della preoccupazione riguardo il poter dare potenzialmente vantaggi sleali ai giocatori. E abbiamo sentito che questo sta mettendo in ombra quello che, altrimenti, sarebbe considerato un grande gioco. Questa non è mai stata la nostra intenzione. Vi chiediamo scusa, non avevamo compreso tutto ciò.

Vi abbiamo sentito forte e chiaro, quindi interromperemo tutti gli acquisti in-game. Ora passeremo più tempo ad ascoltare, adattare, bilanciare e modificare il gioco. Ciò significa che l’opzione per acquistare cristalli nel gioco ora è offline, e tutta la progressione sarà guadagnata attraverso il gameplay. La possibilità di acquistare cristalli in-game sarà disponibile in un secondo momento, solo dopo aver apportato modifiche al gioco. Condivideremo maggiori dettagli nel corso dei nostri lavori su questo fronte.”

Inutile dire che la decisione presa sia dovuta non solo alla tutela del gioco, ma anche a quella del franchise Star Wars. Una bufera di questo calibro attorno a Battlefront II, avrebbe attirato non poca pubblicità negativa anche su Star Wars: Gli Ultimi Jedi, il prossimo film della serie, in uscita il prossimo 13 Dicembre.

Ricordiamo ai nostri lettori che Star Wars: Battlefront II è disponibile per Playstation 4, Xbox One e PC.

Restate sintonizzati per ulteriori news in merito.

This post was published on 18 Novembre 2017 12:47

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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