Nell’eterno dibattito tra chi sostiene che i videogiochi facciano diventare le persone violente e chi invece lo nega, oggi viene segnato un altro punto a favore di questi ultimi. Uno studio tedesco ha deciso di affrontare l’argomento sotto un altro punto di vista: gli effetti a lungo termine.
Se infatti sui risultati a breve termine c’è un dibattito ancora aperto, sul lungo termine non sembrano esserci discussioni. Il team dell’Hannover Medical School, che ha pubblicato lo studio sulla rivista Frontiers in Psychology, ha provato a testare il carattere di 15 ragazzi di circa 23 anni in media che giocavano da almeno 4 anni a titoli nei quali si spara con fin troppa facilità, ovvero vari Call of Duty e Counter Strike. Tutti questi 15 ragazzi abitualmente trascorrevano diverse ore al giorno con il joypad in mano, esposti alla violenza nei videogiochi.
I ricercatori hanno messo alla prova il comportamento di questi 15 ragazzi durante sessioni di test psicologici nelle quali loro dovevano restare per 3 ore, e a volte di più, senza giocare. Hanno poi confrontato il loro comportamento con quello di un gruppo di controllo formato da altri 15 coetanei che però non giocavano abitualmente ai videogiochi. Il risultato? Il comportamento era lo stesso. Nel dettaglio in un questionario le risposte di aggressività e mancanza di empatia non hanno prodotto differenze, così come le risposte agli stimoli emozionali, calcolati con gli scan MRI, erano più o meno uguali.
Va inoltre precisato che i ricercatori, prima di avviare l’esperimento, volevano dimostrare esattamente il contrario: cioè che dei ragazzi esposti sul lungo periodo a videogiochi violenti, se messi in determinate condizioni, si mostravano più aggressivi dei non gamer. Stavolta gli è andata male.