Editoriale a cura di Gianluca Arena
Nintendo Switch – E così, dopo mesi di attesa, indiscrezioni, pettegolezzi e rivelazioni non confermate, Nintendo ha finalmente alzato il sipario sulla sua nuova console, mostrando un trailer di tre minuti abbondanti in cui, se da un lato illustra tantissime feature fondamentali, dall’altro tralascia un buon numero di informazioni, alcune anche di primaria importanza, che saranno rivelate nelle prossime settimane.
Non potrebbe essere altrimenti, visto che, contestualmente, la grande N ha confermato la finestra di lancio mondiale fissata a marzo 2017, quindi a soli cinque mesi di distanza da questo primo reveal.
Vediamo come funziona e come si presenta quindi Switch, nome definitivo della nuova macchina, che manda così in pensione quello , provvisorio, di NX.
– Caratteristiche Nintendo Switch
– Dubbi e Speranze sulla console e giochi
– Opinioni
Com’era stato anche per Wii U, da cui, però, Nintendo sembra aver imparato gli errori, l’accento è posto sulla dualità, anche se stavolta essa non riguarda gli schermi: Switch è infatti composto da due parti essenziali, ovvero un corpo centrale, rappresentato dallo schermo, all’interno del quale risiede la componentistica, ancora avvolta nel mistero, e da un dock fisso, attraverso il quale sarà possibile collegare la console al televisore di casa.
Come suggerito dai rumor che si sono susseguiti per mesi e dal nome scelto, quindi, la nuova macchina Nintendo tenta di accomunare l’esperienza portatile, da sempre cavallo di battaglia della casa di Kyoto, con quella casalinga, abbattendo le barriere legate allo spazio e consentendo davvero un’esperienza di gioco continuativa e senza troppi compromessi, almeno sulla carta.
Quando tra le mura domestiche, Switch raccoglie l’eredità (leggera, invero) di Wii U, tralasciando l’esperienza a due schermi di quest’ultimo a vantaggio di una più tradizionale, che si appoggia sui due Joy-Con oppure su un controller Pro, simile a quello già in dotazione all’ultima ammiraglia.
I Joy-Con rappresentano un’altra novità consistente, visto che consentono, una volta fuori casa, di condividere l’esperienza di gioco in locale con un amico senza bisogno di ulteriori periferiche, anche se al prezzo di un’apparente scomodità legata alle minuscole dimensioni dei due mini-pad, peraltro sprovvisti di un secondo analogico.
Torna anche il supporto a cartucce (non retrocompatibili con quelle 3DS, meglio chiarirlo), una mossa furba che favorisce la portabilità ed annulla i tempi di caricamento cui il supporto ottico ci ha abituato.
Sotto il cofano, la console monta una versione custom di un processore NVIDIA Tegra di ultima generazione, e, pur in mancanza di specifiche ufficiali, questo consente di farsi un’idea di massima sulla potenza di calcolo, che dovrebbe essere di poco inferiore alle versioni base delle due console della concorrenza, ovvero Xbox One e Playstation 4.
Questa notizia, se confermata, porterebbe Switch ad un invecchiamento prematuro, perché uscirebbe con le ossa rotte da un confronto diretto tanto con PS4 Pro quanto, soprattutto, con Xbox Skorpio: il rovescio della medaglia potrebbe essere costituito dal prezzo di lancio, che dovrebbe rivelarsi consistentemente più aggressivo di quello delle console sopra citate.
Fin qui le notizie più o meno certe, ma, come detto, Nintendo ha optato per un annuncio stringato, parziale, che lascia spazio a tantissime speculazioni su altri aspetti, di cui la comunità videoludica non può rimanere all’oscuro ancora a lungo.
I dubbi riguardano tantissimi aspetti, che spaziano dal prezzo di lancio al supporto delle terze parti, che ha latitato durante le ultime due generazioni sulle home console Nintendo e che stavolta, al di là della smentita sullo sviluppo di Skyrim Remastered, sembra essere assicurato: oltre cinquanta team di sviluppo, nipponici e non, hanno confermato il loro supporto a Switch, e per alcuni, come Bethesda, si tratta di un debutto, che non può che emozionare i fan di vecchia data della grande N.
Montano voci incontrollate (e monteranno ancora per diverse settimane, temiamo) sulla presunta presenza di uno schermo tattile, che non trova conferme nel trailer, sull’eventuale retrocompatibilità quantomeno dei software digitali acquistati su una o più delle precedenti console, sulla natura region free della macchina, sul prezzo, sul tipo di profilo utente che Nintendo intende utilizzare e, non da ultimo, sulla line up di lancio.
Domande ancora senza risposta, che potranno decretare il successo della console quanto le caratteristiche già mostrate: se la prima reazione della rete è stata sicuramente positiva, soprattutto se raffrontata a quella che seguì il reveal di Wii U, con il passare delle ore moltissimi forum si interrogano sulle tempistiche e sull’ermetismo di Nintendo, che ha dichiarato che non rilascerà ulteriori informazioni ufficiali fino al 2017, cioè per altri due mesi e mezzo.
Un altro grande punto interrogativo riguarda la durata della batteria del corpo centrale, che ci auguriamo riesca quantomeno a pareggiare quella offerta dai modelli New di Nintendo 3DS, i più recenti tra quelli commercializzati da Nintendo: a queste condizioni, soprattutto per quanti lavorano o conducono attività che li portano lontani dalle mura domestiche per la gran parte della giornata, la trovata degli ingegneri della grande N avrebbe il sapore della genialità.
Al di là di tutte le informazioni che ancora mancano all’appello, le caratteristiche di Switch inducono all’ottimismo, perché l’idea di giocare agli stessi titoli sia in casa sia fuori, senza soluzione di continuità e senza limitazioni di sorta, non solo è brillante, ma pone Nintendo, ancora una volta, in una condizione di unicità all’interno del panorama videoludico mondiale, laddove Microsoft e Sony sembrano rincorrersi e scimmiottarsi a vicenda.
Il fatto che nel trailer di annuncio non abbiano trovato spazio i bambini lascia inoltre intuire che il target demografico che Nintendo intende conquistare abbia alzato la sua età media, il che spiegherebbe perché, insieme a titoli propri come Mario Kart, Splatoon ed un nuovo Mario tridimensionale, la casa di Kyoto abbia scelto due titoli di una certa profondità come NBA 2K17 (apparentemente in versione mobile) e Skyrim, uno dei giochi di ruolo più intensivi e totalizzanti degli ultimi anni.
Se dovessimo scommettere, punteremmo sull’ampliamento della fascia di pubblico preesistente piuttosto che su una rivoluzione, con titoli della risma di Yo-Kai Watch e Pokemon che si alterneranno ad esperienze più “mature” come quelle succitate e i titoli provenienti da software house quali Platinum Games e From Software, ad esempio.
Interrogarsi adesso sulla reale portata dell’idea alla base di Switch è un esercizio che lascia il tempo che trova: la trovata è estremamente affascinante, ma il suo successo dipenderà da una moltitudine di fattori, tra cui non mancano il marketing (che ha affossato Wii U, non dimentichiamolo), dal supporto delle terze parti e da quanto Nintendo crederà davvero nella forza delle sue idee e nella bontà del concept.
Noi ci siamo divertiti (e molto) con Wii U, nonostante il vasto insuccesso commerciale, e crediamo quindi che potrebbe essere lo stesso anche con Switch, al di là del gradimento del pubblico: il fatto che Nintendo abbia unificato i suoi team di sviluppo, che dovranno quindi occuparsi esclusivamente del software per la neonata console, fa credere ad un calendario uscite molto più serrato di quello che ha caratterizzato Wii U e, in misura minore, 3DS.
Dati per buoni gli standard qualitativi di cui Nintendo si è sempre fatta latrice, i titoli di primo piano a cui giocare di certo non mancheranno, ma questo non ha salvato Wii U dal fallimento: è opportuno, quindi, che Nintendo riconquisti le terze parti e che il supporto paventato divenga reale e continuativo, facendo di Switch una prima scelta invece che una console d’appoggio, come molti hanno definito il suo sfortunato predecessore.
Stavolta la governance della grande N sembra aver optato per un cambiamento “sostenibile”, non eccessivamente rischioso (com’era stato per Wii, che poi stravinse la scommessa) o astruso (Wii U), ma comunque sufficiente a rimarcare le differenze tra il modo di intendere videogiochi della casa di Mario e quello delle (dirette?) concorrenti.
Chi cerca 1080p ad oltranza, 60 fps fissi, supporto al 4K e meraviglie tecnologiche (a volta solo presunte, invero…) probabilmente sarà rimasto indifferente a questo reveal, ma chi è cresciuto con i prodotti Nintendo, o intende i videogiochi come un divertimento prima che come una tech demo interattiva, starà probabilmente fremendo, in attesa di ulteriori informazioni e, soprattutto, del sopraggiungere della primavera.
Nintendo Switch ha confermato molte delle voci che ne avevano preceduto l’annuncio, rivelandosi come un peculiare trait d’union tra esperienza di gioco casalinga e quella portatile, fortemente focalizzato sulla versatilità, il multigiocatore locale e la riconquista delle terze parti, tre aspetti che, uniti ad una line up di qualità e ad un prezzo di lancio competitivo, potrebbero decretarne il successo.
Le zone d’ombra rimangono ancora molte, ed è quindi prematuro lasciarsi andare a previsioni che avrebbero il sapore della divinazione, ma l’impressione è che, dopo anni di incertezza, la grande N abbia ben chiara la strada da percorrere dinanzi a sé: se sia la strada giusta sarà solo il tempo a decretarlo.
This post was published on 28 Ottobre 2016 17:38
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