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Shadow of the Colossus: pregi e difetti del remake Sony

Qualche giorno fa, Sony aveva sorpreso tanti suoi fan, dichiarando che, in occasione della Paris Games Week 2017, avrebbe presentato la bellezza di 7 giochi nuovi di zecca, dando aggiornamenti su oltre 20 titoli già precedentemente annunciati. A pochi giorni dal suo showcase, possiamo dire che il colosso nipponico è stato di parola. Se non credete alla nostre parole, date uno sguardo al nostro recap. Tra i vari titoli in programma, non poteva ovviamente mancare il remake di Shadow of the Colossus. Presentato in pompa magna allo scorso E3, il capolavoro creato dalla mente geniale di Fumito Ueda tornerà in tutto il suo splendore su Playstation 4. Diversi gameplay del gioco sono stati diffusi, ed è stato possibile cogliere gli innumerevoli pregi del lavoro svolto da Bluepoint, e anche qualche piccolo difetto.

Shadow of the Colossus: il ritorno di un capolavoro

Uscito nel lontano 2005 su Playstation 2, Shadow of the Colossus rappresenta il capolavoro creato da Team Ico e dal suo geniale ed istrionico fondatore: Fumito Ueda. Il celebre game designer, dopo aver terminato il suo lavoro con ICO, decise che il suo secondo gioco avrebbe presentato caratteristiche completamente diverse. Se ICO aveva un mondo di gioco caratterizzato da ambienti chiusi, il suo successore sarebbe stato ambientato in un enorme scenario aperto e completamente esplorabile. Se ICO era caratterizzato da diversi scontri con nemici secondari, Shadow of the Colossus avrebbe presentato tante boss fight, tutte diverse tra loro, e tutte ad alto tasso di epicità. Quello che Ueda è riuscito a creare è stato una pietra miliare dalla bellezza e dal fascino ineguagliabili.

Non stupisce affatto, quindi, che il pubblico abbia accolto con tanto calore questo remake per Playstation 4. Nonostante siano passati 12 anni dalla sua release ufficiale, Shadow of the Colossus non ha perso neanche un grammo della sua maestosa bellezza. È bastato soltanto aver visto il filmato introduttivo del remake, accompagnato dalle sapienti note del maestro Kow Otani, per avvertire un brivido correre lungo la nostra schiena. Il lavoro svolto da Bluepoint è di qualità assoluta, rimanendo però fedele al gioco originale. Tutti i fan della prima ora rimarranno a bocca aperta per la qualità del remake. Le sensazioni provate sono esattamente le stesse che la creatura di Fumito Ueda ci regalava.

Una remake fedele all’originale, sia nei pregi che nei difetti

Troppe emozioni da gestire in una volta sola.

Andiamo dritti al cuore della questione. Come abbiamo detto in precedenza, il remake di Shadow of the Colossus è estremamente fedele all’originale. Tutti i paesaggi silenziosi che vi troverete ad esplorare vi regaleranno le stesse sensazioni provate nel 2005, a cui bisogna aggiungere gli indubbi vantaggi derivanti dal 4K e dall’HDR. Il tempio in cui porterete Mono sarà esattamente come lo avete lasciato tanti anni fa: incredibilmente vuoto e capace di incutere un timore quasi reverenziale.

Attendiamo con ansia l’annuncio del day one.

In ultimo, ma non certo per importanza, arriviamo a parlare dei veri protagonisti del gioco: i Colossi. Tutti i giganti di pietra che incontrerete nel corso della vostra avventura saranno ancora più maestosi e più “vivi”. Basta guardare il gameplay in cui Wander affronta il primo colosso per rendersi conto di come il suo pelo sia più folto, di quanto la sua figura si più definita, e di come sia, per farla breve, più “reale”.

Il rifacimento dell’opera di Ueda è stato talmente fedele da riprodurre anche quelli che erano i difetti della sua creatura, dovuto anche ai limiti tecnici della cara e mai troppo lodata Playstation 2. Anche a 12 anni di distanza, Wander è ancora goffo allo stesso modo, Agro è ancora una cavalcatura poco comoda da comandare, e le “scalate sulle spalle dei giganti” presentano le stesse meccaniche un po’ farraginose e spesso fallaci. Ecco, volendo proprio cercare il famigerato pelo nell’uovo, forse questi sono gli unici difetti di un lavoro comunque magistrale. In ogni caso, chi ha amato alla follia il gioiello di Team Ico, riuscirà a chiudere un occhio e a godersi, ancora una volta, un’avventura unica nel suo genere e che, ancora oggi, a tanti anni di distanza, è ancora capace di farci innamorare.

Restate sintonizzati per ulteriori news in merito.

This post was published on 1 Novembre 2017 18:02

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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